Webank regala iPad 2 e Mediaworld 2

Webank regala iPad 2 e Mediaworld

Avete necessità ma anche no di un nuovo conto corrente? Volete cambiare banca e non sapete quale scegliere? Non avete un motivo per avere un conto online ma lo state cercando?
Webank potrebbe essere la risposta per diversi buoni motivi, scopriteli on me!

I due principali motivi sono prettamente tecnologici, il primo motivo che potrebbe convincervi a  scegliere Webank è il fatto che la banca regalerà a chiunque apra un nuovo conto un Apple Ipad2, l'oggetto delle meraviglie desiderato da tutti in questo periodo. In particolare di modello di iPad 2 che la banca regalerà sarà quello con 16GB di memoria ed il WiFi.
Il secondo motivo è legato al fatto che Webank regalerà un buono da 120 euro da spendere nel negozio online di Mediaworld.

Ma i vantaggi non finiscono qui, il conto Webank è tra i conti correnti online con migliore rendimento, esente da canone e senza alcuna spesa di gestione, con le tre linee vincolate ( a  3, 6 o 12 mesi) si può avere un rendimento fino al 3% sulla liquidità, inoltre anche carta di credito e bancomat saranno gratuiti.

Da notare una cosa, che se avete già un conto corrente e volete trasferirlo su Webank, la stessa banca si prenderà cura di tutte le operazioni di trasferimento in maniere gratuita.

Se avete bisogno di maggiori informazioni potrete utilizzare sia la pagina Facebook (http://www.facebook.com/#!/WebankOnlineDal1999) che la pagina Twitter (www.twitter.com/webank) di Webank.

Per ottenere questi vantaggi dovrete affrettarvi, la promozione sarà valida solo nei giorni 27 e 28 Aprile 2011! Cosa aspettate?

Articolo sponsorizzato

Condividi con ebuzzing

Google vs Cina. Abbandono di BigG. Chi vince veramente?

La guerra tra Google e la Cina, o meglio con il governo della Repubblica Popolare Cinese, va avanti da un pò ed è ormai arrivato ai ferri corti. Dopo gli attacchi da parte di hacker cinesi nei confronti di GMail, che secondo BigG sono stati effettuati su mandato dello stesso governo nei confronti dei dissidenti locali che cercavano di difendere i diritti umani, e l’eliminazione delle censure da parte di Google, si arriva ora a quello che potrebbe essere l’ultimo atto della storia.

La novità del giorno è quella che il gigante di Mountain View sarebbe pronto a lasciare la Cina, chiudendo innanzitutto il motore di ricerca. Tale operazione, che secondo i ben informati dovrebbe essere eseguita ufficialmente il 10 Aprile 2010, è stata annunciata da diversi media cinesi, rimbalzando poi su diverse agenzie di stampa internazionali. Sempre secondo gi addetti del settore, Google manterrebbe attivo in Cina una parte del settore sviluppo e ricerca, gli uffici che curano l’advertising, i servizi di telefonia (Google Voice), Google Answers ed i servizi relativi al browser (Google Chrome).

Quello che succederà veramente è da vedere, però nonostante la potenza di Google, per l’azienda sembra comunque una sconfitta e tutto ciò appare come l’ennesima vittoria e l’ennesima azione, anche se inderetta, di censura da parte del governo della Repubblica Popolare Cinese.

Due precisazioni su argomenti musicali

Innanzitutto vorrei dire che Noemi Letizia per quanto mi riguarda può accompagnarsi a chi vuole, libera di fare ciò che vuole e così via, ma se a 18 anni fa il karaoke con le canzoni di Apicella mi vengono i brividi.

Alla Signora Caterina Caselli invece vorrei dire che non è proprio vero che nessuno ci guadagna, sul sito del progetto degli Artisti Uniti per l’Abruzzo, quelli che hano fatto il brano “Domani 21.04/2009”, è chiaramente riportato:

La vendita su supporto fisico avverrà attraverso Universal Music Italia, presso tutti i negozi di dischi, grandi magazzini, centri commerciali. Sugarmusic incasserà da Universal Music Italia Euro 2,34 per ciascun CD venduto. La quantità di supporti venduti sarà rendicontata a Sugarmusic semestralmente, al netto di una riserva Resi pari al 25% che sarà liberata e rendicontata nei semestri successivi. Tutte le somme incassate da Sugarmusic verranno versate sul conto corrente del Ministero dei Beni Culturali.

Mi chiedo come mai di un CD venduto a 5 euro ne arrivano solo 2,34 alla Sugarmusic? Non sarebbe stato meglio evitare la distribuzione tramite una major come la Universal Music ed utilizzare canali alternativi che avrebbero permesso margini molto più alti?
Qui qualcuno storcerà il naso e dirà che però la Universal ha dei costi di distribuzione e così via, allora andiamo avanti, si legge:

Il Cd sarà venduto ai dettaglianti e grossisti ad un prezzo di listino di Euro 3,17 netto IVA e al netto dei costi di trasporto e logistici. I costi di stampa, distribuzione, vendita e il costo dei diritti fonomeccanici (SIAE), pari a Euro 0,83, saranno recuperati da Universal dal ricavato della vendita. Universal contribuirà con un investimento di Euro 10.000 alla realizzazione dei materiali per i punti vendita e di marketing necessari alla divulgazione del progetto. Universal inoltre ha messo a disposizione gratuitamente le proprie risorse promozionali e collabora con il marketing di Sugarmusic alla ricerca di spazi pubblicitari gratuiti e alla creazione degli spot.

Diritti Fonomeccanici (SIAE)?? Ma perchè per una iniziativa benefica esistono queste cose? Ma poi al posto di realizzare campagne marketing non era meglio fare una campagna virale su internet con l’aiuto dei buoni blogger che esistono?
Questi costi non si sarebbero potuti investire in un sistema DRM (che comunque odio) per evitare le copie pirata?

Leggo poi:

Mauro Pagani in qualità di autore della composizione musicale originale dal titolo “Domani”, unitamente alla società Macù Edizioni Musicali S.a.s, suo editore, si è altresì impegnato a devolvere tutti i proventi derivanti dallo sfruttamento economico del brano “Domani, 21-04-09” al Ministero dei Beni Culturali.  A tale scopo Mauro Pagani e il suo editore hanno chiesto a SIAE di applicare alla versione “Domani, 21-04-09”, un apposito schema di riparto, separato da quello relativo alla versione originale della composizione “Domani”.

Rinunciare del tutto alla SIAE sarebbe stato troppo? Pagani avrà anche rinunciato ai proventi per la creazione, ma quelli che gli autori prenderanno per l’esecuzione? Che fine fanno? Quelli che i produttori, detentori di diritti a vario titolo etc etc che fine fanno?

Infine:

La vendita in formato digitale verrà promossa da tutti i maggiori operatori che hanno messo a disposizione spazi di comunicazione e approfondimento. In area “mobile” tutti gli operatori e i content provider retrocederanno con rendicontazione separata l’intero incasso derivato dalla vendita del brano al netto dell’IVA e degli oneri SIAE.

Nuovamente la SIAE, anche sul digitale, Creative Commons faceva così schifo?

Vabbè, sono solo incazzato, non so nemmeno cosa ho scritto. 🙂

Evviva! Torna il bollino SIAE!

Il titolo è (spero) chiaramente ironico.

Ho appena appreso la notizia di un decreto legge apparso sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 6 aprile 2009. Il decreto legge reintroduce l’obbligo dell’apposizione dei contrassegni SIAE su CD, DVD e software.
Il Presidente del Consiglio e la SIAE quindi non ascoltano le indicazioni date nella Sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che l’8 novembre 2007 ha stabilito l’inoppobilità dei contrassegni ai privati.
Inoltre è da notare che il Decreto è retroattivo, rendend così non conformi i supporti precedentemente distribuiti senza contrassegno.

In questo preciso istante non ho tempo di approfondire, ma vorrei capire se il Software Libero e la Musica Libera verranno toccati da tale sentenza.

Inoltre continuo a chiedermi come mai proprio la SIAE ha tutti questi privilegi?

Intanto se volete approfondire:

Popeye è libero…

…ma per adesso solo in Europa.

Le immagini del celebre personaggio dei fumetti, da noi meglio conosciuto come Braccio di Ferro, dal 1 Gennaio 2009 non godono più del diritto d’autore in Europa, mentre gli stati uniti dovranno attendere ancora 15 anni. Cosa succederà ora per il fumetto?

Intanto è una vittoria per chi spera da sempre in una migliore gestione del diritto d’autore e fortunamente non si è verificato un altro caso come quello famoso che vide la creazione di una legge ad hoc per la Disney.

N.B. il nome Popeye resta invece ancora sotto copyright.

[via TIMESONLINE]

Ma pensavate davvero che non sarebbe stata un’altra bolla di sapone?

Leggo dal blog di Luca De Biase che diverse aziende della Silicon Valley hanno iniziato a fare licenziamenti, addirittura Techcrunch ha creato un’osservatorio per tale fenomeno.

Io mi chiedo se davvero in giro si crede che tutto ciò che ruoti intorno al Web 2.0 porti al successo? Ora è vero che esistono aziende come MySpace e FaceBook che possono fare grossi utili, ma loro concorrenti come hi5 non hanno tutte queste possibilità visto contro chi si devono confrontare.

Mi viene in mente quando qualche anno fa in Italia tutti impazzivano giocando in borsa sulle nuove Tecnologie, Tiscali capitalizzati allo stesso valore di FIAT, con 100 anni di storia in meno, diversi milioni di euro di fatturato in meno e ancora nessun bilancio in attivo. Come Tiscali all’epoca tante altre, poi tuttò si sgonfiò.

Ora, a mio parere, pensando bene a tutte queste nuove società che nascono con l’intento di sfondare grazie al Web 2.0, e per carità alcune ci riescono e anche bene, l’analisi credo sia semplice, fin quando un servizio viene sviluppato da un paio di ragazzi che non hanno nulla da fare e nulla da perdere va tutto bene, ogni mollica di pane diventa sostanza di vita, ma quando entrano in gioco investimenti e soldi da ogni parte il gioco si fa duro, distribuire un servizio alla massa comporta diverse spese, che siano pubblicità o risorse comunque si ha un costo crescente.

Allora cosa succederà con il passare del tempo? In attesa del Web 3.0 (il Web semantico che tutti aspettano) vedremo nascere e morire tante società  e servizi e vedremo se qualcuno riuscirà invece realmente a monetizzare.

Infine vorrei fare notare una cosa, vedo sempre più spesso servizi basati sul modello di business Open Source crescere e diventera stabili, che sia veramente il modello giusto?

Le 25 persone più influenti del Web secondo BusinessWeek

BusinessWeek ha pubblicato la lista delle 25 persone più influenti sul Web, oltre alla solita Microsoft con Steve Ballmer ed Apple con Steve jobs, è da notare la presenza di Mitchell Baker di Mozilla Foundation.

Inoltre anche Matt Mullenweg è nella lista grazie a WordPressche si colloca in ottima posizione essendo Open Source e destinato al Web 2.0. Web 2.0 che fa la parte da gigante con la presenza dei creatori di Twitter e Facebook, ma che fa arrivare anche in lista lo straconosciuto Rupert Murdochgrazie a Myspace.

Infine è immancabile la presenze delle figure centrali di Google e Yahoo.

Ecco la lista completa:

  • Steve Ballmer di Microsoft
  • Mitchell Baker di Mozilla Foundation
  • Jeff Bezos di Amazon
  • Sergey Brin, Larry Page ed Eric Schmidt di Google
  • Jeff Clavier di SoftTech VC
  • Paul Graham di Y Combinator
  • Arianna Huffington
  • Joi Ito
  • Steve Jobs di Apple
  • Jonathan Kaplan di Flip Video
  • Loic Le Meur
  • Jack Ma di Alibaba Group
  • Matt Mullenweg
  • Rupert Murdoch di News Corp.
  • Craig Newmark di Craigslist
  • Kevin Rose di Digg
  • Sheryl Sandberg di FaceBook
  • Jon Stewart
  • Peter Thiel
  • Maria Thomas di Etsy
  • Anssi Vanjoki di Nokia
  • Jimmy Wales di Wikia Inc.
  • Evan Williams di Twitter
  • Jerry Yang di Yahoo

[via Crossroads]

  • Gabe Rivera di Techmeme

I 400 più ricchi degli USA secondo Forbes

Forbes ha pubblicato, come ogni anno, la classifica The Forbes 400, in cui sono elencati i ricconi d’america con i propri patrimoni.

Al primo posto resta incontrastato Bill Gates, mentre al terzo si colloca Larry Ellison altro noto nome nel campo della tecnologia (è il numero uno di Oracle Corporation), mentre Sergey Brin e Larry Page sono rispettivamente in tredicesima e quattordicesima posizione.
Da notare, anche se non hanno niente a che fare con la tecnologia, che ben 4 tra le prime 10 posizioni sono occupati da componenti della famiglia Walton di Wal-Mart.

Questa la classifica dei primi 10:

  1. William Gates III
  2. Warren Buffett
  3. Lawrence Ellison
  4. Jim Walton
  5. S Robson Walton
  6. Alice Walton
  7. Christy Walton & Family
  8. Michael Bloomberg
  9. Charles Koch
  10. David Koch
  11. Michael Dell
  12. Paul Allen
  13. Sergey Brin
  14. Larry Page
  15. Sheldon Adelson
  16. Steven Ballmer
  17. Abigail Johnson
  18. Jack Taylor & Family
  19. Anne Cox Chambers
  20. Donald Bren