Con 1 Euro

Con 1 Euro, ecco cosa fare!

un uomo  partendo per un viaggio chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì.“, il resto della storia sapete come è andata. Ma se oggi invece dei talenti tutti avessero delle possibilità diverse cosa accadrebbe? Ad esempio, con 1 Euro, una cifra alla portata di tutti, voi cosa fareste?

La risposta per chi oggi ha mentalità imprenditoriale è semplice, ci faccio una Società Semplificate a Responsabilità Limitata, la ormai nota S.S.R.L. (o S.R.L.S.), le nuove società di capitali che grazie al Decreto Ministeriale numero 138 del 23 giugno 2012 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività), sono costituibili con uno statuto standard a partire dal 29 agosto 2012.

Tra le caratteristiche delle nuove SSRL vi sono l’abbattimento dei costi notarili, ma non la completa eliminazione, per la costituzione, la  contabilità semplificata rispetto a quella delle SRL tradizionali, ma soprattutto la possibilità di costituire la società con un capitale minimo davvero irrisorio, cioè di 1 euro. Per fare ciò il capitale massimo non deve superare i 10.000 euro e i soci devono essere persone fisiche minori di 35 anni.

Con 1 Euro

E allora, tornando alla domanda iniziale, cosa si può fare con un euro? Ve lo dice la “Con1Euro”, la prima campagna di comunicazione online realizzata dal Governo Italiano, il cui scopo è proprio quello di fare conoscere a tutti questa nuova opportunità, e per farlo si è appoggiato a dei Testimonial d’eccezione, 4 tra i più seguiti YouTuber del momento: Vadrum, Cicciasan, Canesecco, Daniele doesn’t matter.
Gli Youtubers hanno ideato interamente le scene, coordinati dagli art director Omar Rashid e Rawad Saghir e con la supervisione dell’agenzia ShowReeel, mentra la distribuzione in rete è stata affidata a Viralbeat.

Sul concept “Cosa puoi fare con un euro?” sono stati così realizzati 4 mini spot della durata di 30 secondi ciascuno, promossi per la prima volta e in via ufficiale anche in Rete.

Ora avete ancora dubbi? Dovreste avere le idee abbastanza chiare, ma per farvi chiarire ancora meglio le idee vi lascio il video “11 modi assurdi per usare 1 Euro“, buona visione e buon utilizzo del vostro euro!

10 motivi per non votare il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo

Tra due giorni si vota per il nuovo governo ed io personalmente non so chi votare. Una cosa certa che so è che non voterò per il Movimento 5 Stelle e per il suo non-leader Beppe Grillo.

Tra una cosa e l’altra ho pensato ad almeno dieci motivi per cui non votarlo:

  1. Hanno un leader che comanda senza candidarsi. Beppe Grillo impone le cose. Decide lui le espulsioni dal movimento,
  2. Non hanno un candidato per la carica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Se il M5S dovesse vincere le elezioni chi sarà il Premier?
  3. Diversamente da ciò che Beppe Grillo fa credere, anche il Movimento 5 Stelle riceverà dei finanziamenti. Tra l’altro con il dubbio che vadano in toto alla Casaleggio Associati.
  4. Nonostante quel che vantano prima di essere eletti, chi andrà alla Camera e al Senato avrà comunque uno stipendio da casta.
  5. Il programma del M5S è accademico, ma non è realistico e soprattutto è oscuro in molti punti.
  6. Anche se molti credono ciò Beppe Grilo non è un poveretto, ed i suoi interessi li fa. Anche se oggi fa l’ecologista, il moralista, propone l’abolizione del copyright, ha un patrimonio di milioni di euro, camminava in Ferrari, guadagna anche sfruttando il diritto d’autore.
  7. Cambiare idea è giusto, ma chi lo ricorda quando Grillo distruggeva PC nel suo spettacolo? Beh oggi che il caro Beppe parla a favore di internet e dice che le famiglie fanno la fame, dovrebbe ricordarsi anche che allora con il costo di un Computer una famiglia mangiava per un mese intero.
  8. Perchè sapere cosa c’è veramente dietro Beppe Grillo ed il Movimento 5 Stelle fa paura.
  9. Protestare nel M5S è impossibile, è impossibile farlo sul forum, sul sito, sulle varie pagine facebook. Si viene automaticamente prima insultati e poi censurati.
  10. Il Movimento 5 Stelle non è la sola alternativa. Non stiamo a sentire le storie “mandiamoli tutti a casa” o “scegliamo il male minore”. Scegliamo il meglio. Per tutti noi.

Dopotutto domani è un altro giorno, ma senza Silvio

Tara… A casa… A casa mia! E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno!

è l’ultima frase di Rossella O’Hara nel film Via Col Vento, ma domani è un altro giorno è anche il pensiero di molti che oggi, dopo 17 anni vedono Silvio Berlusconi lasciare il governo, con la speranza che da domani ci sia un’Italia migliore.

Eppure senza aggiungere altro, di altro avete visto, state vedendo e vedrete il web pieno, vi lascio con il suggerimento di Naomi fatto su un brano dei Coldplay che sembra dedicato al premier uscente:

io dominavo il mondo
le maree si alzavano quando lo ordinavo
adesso al mattino dormo da solo
spazzo le strade che una volta possedevo (…)
un momento tenevo le chiavi
subito dopo mi rinchiudevano fra quattro mura (…)
Una volta lo sai che non c’era mai una parola onesta, mai
ma quello era quando dominavo il mondo…

Buona Italia a voi, cari connazionali.

Il Premier Berlusconi tifa Milan ma è scaramantico

Dopo la storia di Tremonti, Casini e Puttane, dopo il fatto che il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha cantato, il sito del Governo, o meglio della Presidenza del Consiglio dei Ministri spara un altro comunicato stampa assurdo:

“In merito a quanto riportano erroneamente alcune agenzie di stampa, il Presidente Silvio Berlusconi si è ben guardato dall’esprimere un pronostico sullo scudetto al Milan anche per evidenti ragioni scaramantiche.

Lo screenshot del comunicato stampa relativo a Silvio Berlusconi ed al Milan

 

Cosa altro dobbiamo aspettarci?

Silvio Berlusconi non ha cantato!

Sarà una questione di omertà o solo di decenza, ma il Presidente del Consiglio, tale Silvio Berlusconi, non ha cantato!

A renderlo noto è una nota web della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Governo.it per capirci), il cui testo dice:

Il resoconto fornito da alcune agenzie di stampa in merito alla cena di ieri sera del Presidente Berlusconi con il gruppo dei Responsabili è ricco di fantasie e imprecisioni. In particolare, il Presidente non ha cantato alcuna canzone.
24 Marzo 2011

La precisazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Ora, qualcuno di voi che magari sarà più sveglio di me, me la spiega?

 

L’Istruzione è un Diritto. Riprendiamocelo.

Lo scempio che si sta facendo intorno all’Istruzione ed in particolare alla Scuola Pubblica sembra non avere limiti, così sempre più persone comuni e personaggi famosi scendono in campo in difesa di ciò che “forma e cresce” le generazioni.

Questa volta a dire la loro sono gli Afterhours, i quali hanno scritto un appello su Repubblica, dove dicono:

“Un paese in agonia.
Politicamente in primis ma se scaviamo più a fondo troviamo le radici logore di una società annichilita nella sua più importante sorgente: la cultura.
Il taglio dei fondi alla scuola pubblica e contemporaneamente l’incremento di quelli alle paritarie non è che l’ennesimo attentato al bene primario di qualunque paese civile e libero.
Mandiamo in esilio i nemici della cultura.
Urliamo loro la nostra indignazione e riprendiamoci il nostro sacro diritto all’educazione.
Pubblica.”

E mentre altrove si combatte per la propria terra e per la propria vita, qui senza essere eroi basterebbe combattere un poco per i propri diritti. E riprenderseli.

E a proposito di Afterhours, eroi, riprendere, e al pensiero mio che tutto ciò sarebbe bello, vi lascio “Riprendere Berlino”.

Scienze delle Comunicazioni e altre Amenità

Forse qualcuno di voi ancora non lo sa, ma il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca dell’attuale Governo, e Mariastella Gelmini, ha definito “Scienze delle Comunicazioni e altre amenità simili” dei corsi di laurea inutili.

Così il giorno dopo Simona Melani scrive una lettera al nostro caro ministro  in cui chiede il risarcimento danni poichè avendo conseguito la laurea seguendo gli studi di tale corso di laurea, naturalmente approvato dal suo ministero, risulterebbe truffata dallo stato.

Simona Melani ha tutto il mio appoggio, sicuramente quello di tutti i suoi colleghi e molto probabilmente quello della maggior parte di studenti universitari.
In Italia stanno riformando l’Università, ma forse paura della cultura o meno chi fa le riforme non conosce nemmeno l’argomento di cui parla.

Silvio Berlusconi è innocente. A Prescindere

La realtà è una cosa brutta, specie quando ti accorgi che la realtà non è la verità.

Accadde così ieri che la legge sul Legittimo Impedimento venne in parte bocciata dalla Consulta.
Nello stesso momento partì un attacco mediatico sottile ma d’effetto.

Alla fine dei conti anche voi apprenderete che Silvio Berlusconi è Innocente, al di la di tutto, prima di tutto, oltre tutto.

Per capire ciò vi racconto la storia in semplici passi di alcune azioni e delle reazioni di mio zio:

  • fatto numero uno: il legittimo impedimento viene bocciato, reazione di mio zio: “i magistrati sono di sinistri, corrotti, comunisti, policitizzati“;
  • fatto numero due: il Premier viene indagato per il caso Ruby, reazione di mio zio: “e a te chi ha detto che è vero quello che dicono? Sono tutte invenzioni.“;
  • fatto numero tre: i giornali passano la notizia che esistono video, foto e registrazioni audio delle giornate di Ruby a casa di Silvio Berlusconi, reazione di mio zio: “beato lui, se potevo io facevo lo stesso“.
  • fatto numero quattro: spiego a mio zio che comunque lui a differenza del Presidente del Consiglio dei Ministri non ricopre alcun ruolo chiave per il governo e non è indagata, reazione di mio zio: “ma lo indagano i comunisti, lo processeranno in futuro, è solo invidia“.

Tutti questi tre fatti sono di oggi, ma è sempre così, il nostro caro Premier Silvio Berlusconi è sempre giustificato, ha sempre ragione, è sempre innocente. Se almeno si facesse processare…

Lettera aperta all’on. Nichi Vendola

Giuseppe Barbiero, un amico di Cosenza, si è interessato al “problema” Puglia-Microsoft e ha scritto una lettera aperta all’Onorevole Nichi Vendola, che ripubblico con piacere.

Caro Nichi, la ringraziamo per essere venuto nella nostra città ad
esporre le sue idee, a dispetto di una frangia di concittadini che
invece ha esposto cartelli di dissenso. Il dialogo deve essere al
centro del dibattito per la crescita non l’odio ed il finto razzismo,
figlio appunto di chi li ha creati.

Mi trovo pienamente d’accordo sull’origine del berlusconismo, e vedo
effettivamente sempre più generazioni nuove, rincoglionirsi di fronte
reality e starlette di scarsa attinenza culturale, e soprattutto
adulare stili di vita appunto propri di chi glieli vuole propinare.

Con questa mia lettera però io vorrei comunicarle che ieri avrei
voluto sentire un Vendola diverso, un Vendola proporre IDEE.

Vede Nichi, tutti siamo contro il precariato. Io sfido chiunque, anche
nei più alti piani di uffici direzionali di grandi fabbriche di dire
di essere a favore di un meccanismo di lavoro così assurdo.

La lotta al precariato oggi, viene fatta, a parole anche da chi lo ha
creato. Sono tutti contro il precariato a modo loro, lo sono Bossi,
Fini, Casini, lo era e sarà Veltroni, lo sono Franceschini e Bersani,
ma giusto in ordine sparso.

Il problema vero a questo punto è chiedersi da cosa è generato il
precariato? Non mi venga a rispondere dal famigerato articolo 18. Il
precariato è generato dal potere. La mia esperienza mi mostra gente
che lavora gratis purchè per grosse imprese perchè FA CURRICULUM, e
non che si impegna magari in progetti anche pagati ma per piccole
aziende.
Fra l’altro questi momenti di crisi hanno visto cadere troppi assunti
a tempo INDETERMINATO. Ma loro quindi non erano precari anch’essi?

Allora il precariato non è solo figlio di una legge o di una lotta che
non c’è più . Non è neanche figlio di una nuova tipologia di
contrattualistica, questa consente apparantemente meccanismi prima
inesistenti, meccanismi che prima venivano perpetrati in maniera
differente.

Precaria è l’epoca in cui viviamo, oggi le aziende ci sono, domani
potrebbero non esserci. Torniamo alla voglia di fare dei distretti di
tanto tempo fa e vedrà che ne usciremo. La nostra ormai Italietta le
ricordo è fatta perlopiù di piccole e piccolissime imprese alle quali
togliere meccanismi di mobilità di lavoro, significa mettere loro il
cappio al collo e impedirne la crescita.

Io pertanto PRETENDO Di sapere da un leader di Governo, COSA SI VUOLE
FARE per andare contro il precariato. Io VOGLIO sentire dire che ci
saranno AGEVOLAZIONI per le imprese politically correct. Io VOGLIO
sentirmi dire che lo stato aiuterà le imprese che assumeranno
correttamente, versando in tempi di crisi parte dei costi e dei
contributi. Io VOGLIO sentirmi dire che ci saranno sgravi fiscali
ulteriori per le imprese che assumeranno a tempo indeterminato, ed
anche per chi usera contratti a tempo limitato, versando però tutti i
contributi ai lavoratori.

Se da una parte la lotta al precariato è giusta contro le imprese di
grosse dimensioni, io VOGLIO SENTIRMI DIRE che una impresa oltre i 30
dipendenti, dovrà avere massimo il 10% dei lavoratori precari, e che
ci sia QUALCUNO che controlli il loro operato.

Io VOGLIO sentirmi dire che verranno attivati meccanismi di vera
mobilità di lavoro, che lo scempio che si compie attualmente sulla mia
terra, dove gli UFFICI DI COLLOCAMENTO sono di gestione provinciale e
diversamente rispetto alla loro mission attualmente non SVOLGONO UNA
BENCHE’ minima attività sociale, siano veramente centro di
aggregazione di domanda ed offerta.

Le faccio anche un esempio: esiste ad oggi una borsa di formazione
lavoro, adibita soltanto a chi è iscritto alle liste di collocamento.
Ma perchè se in automatico dalle liste vengo cancellato quando vengo
assunto, non vengo NEANCHE REISCRITTO se il mio contratto scade? Chi è
che non ha bisogno di lavorare? PERCHE’ l’iscrizione non è automatica?
PERCHE’ ho bisogno di comparire in delle assurde ed inutili liste
provinciali per poter accedere ai finanziamenti regionali?

Io VOGLIO sentirmi dire che le piccole imprese possono accedere ad
assunzioni anche biennali o triennali, in maniera semplice e senza il
salasso tributario attuale, e che ciò costituisca MOTIVO di crescita
sia per l’impresa che per chi vi lavora. Da qui ripartiremo per una
crescita programmata.

Io caro Vendola, voglio finalmente sentire proposte ed idee.

Resto o Vado? Qualcuno dice Vieni via con me!

Ieri sera è stata una splendida serata, una di quelle in cui c’è stato qualcosa di diverso, in cui il Popolo Italiano è stato orgoglioso di definirsi tale.
Ieri è stata la prima serata di Vieni Via con Me, trasmissione presentata da Fabio Fazio e Roberto Saviano che ha risvegliato gli animi assopiti di chi, per fortuna o purtroppo citando Giorgio Gaber come ieri ha fatto Daniele Silvestri, è Italiano.

Vieni via con me”, titolo poco dubbio che apre alle riflessioni sul perchè restare In Italia o perchè andare via dalla stessa, riesce nella sua prima giornata a fare il boom di telespettatori e a battere il Grande Fratello, diretto concorrente nella sfida della prima serata tra Rai e Mediaset.
La trasmissione riesce sotto tutti gli aspetti, riesce in diretta, riesce il giorno dopo, riesce quando Fazio apre la serata, riesce quando Saviano in oltre mezz’ora di monologo parla della macchina del fango, del rischio che corre la democrazia e ricorda Giovanni Falcone, riesce quando Roberto Benigni tra il serio ed il faceto le canta al Premier Silvio Berlusconi, al governo, prendendo in giro tutti da Saviano a Rosy Bindi, riesce quando Nichi Vendola dimostra che l’omosessualità non è un crimine, riesce quando con Claudio Abbado si parla di Cultura, riesce quando si spengono le telecamere.

Nonostante Il Giornale si senta toccato e paragonato alla mafia e corra ai ripari sminuendo il tutto ben accompagnato dal sempre pari passo Libero che parla del buttar fango ma nel verso opposto. I due quotidiani non stanno al gioco e cercano qualsiasi motivo per attaccare Vieni via con me, prima parlando degli alti costi del programma, naturalmente cercando di far leva sul fatto che essendo la RAI il servizio pubblico sono i contribuenti a pagare, ma forse non ricordando gli stipendi d’oro dei propri direttori e soprattutto dimenticando che i quotidiani godono di sovvenzioni statali. Naturalmente poi si passa alla difesa di Berlusconi, all’attacco a Fazio il quale è definito barman, all’attacco a Saviano che viene citato in positivo quando ci differisce dalla Cina e dal fascismo (ma io direi anche da Cuba), ma subito dopo quando si parla di privacy, di quella vera non è un eroe, perchè tocca le escort, perchè tocca Il Giornale.
Accusano di non avere diritto al contraddittorio (insomma come in genere fanno loro ed il loro padrone), accusano lo scrittore della facilità che ha nel nominare Giovanni Falcone, come se non avessero notato che Roberto Saviano già ieri è andato in una precisa direzione, quella di far capire che soli si muore. I due giornali chiudono tornando sui compensi, si leggono cifre astronomiche per i conduttori, addirittura € 2.400.000 in due mentre chi è li a difendere la trasmissione parla di poco più di 400.000 euro, si parla della perdita economica data dal programma.

Niente di tutto ciò regge, per dirla come è stata detta da loro ieri sera, ogni giorno io pago per cose che non voglio, pago per Rete 4, pago per reati mai puniti, pago perchè sono Italiano, ogni giorno vedo la stampa fare i propri comodi, ogni giorno vedo la mafia diventare un’industria,  ogni giorno ho paura del futuro, se mai ci sarà un vero futuro. Questa è l’Italia, un paese dove anche una rumena può essere rapinata, nonostante si chiami Paula Mitrache (ma è conosciuta come Haiducii) e si permetta di dire che solo Simona Ventura può capirla, un paese dove un tizio come Franco Califano che ha sperperato in droga e donne i suoi non pochi guadagni si permetta di dire che non può vivere con solo diecimila euro ogni sei mesi e pretenda l’aiuto dello stato e magari riesca anche ad ottenerlo, un paese dove una grande trasmissione può essere denigrata.

Tutto è riuscito in quella trasmissione e forse l’unica pecca è che dentro c’è troppo cultura affinchè il popolo possa veramente capire.
Nonostante ciò io, almeno per ora, resto. Resto perchè voglio vedere come tutto ciò va a finire.