Francesco Gabbani ha vinto il Festival di Sanremo 2017 e voi no 2

Francesco Gabbani ha vinto il Festival di Sanremo 2017 e voi no

Il Festival di Sanremo 2017 è terminato. Il sessantasettesimo Festival della Canzone Italiana ha decretato il suo vincitore nella serata finale, scegliendo Francesco Gabbani con il brano “Occidentali’s Karma”.

L’inizio con i Trikobalto

Per molti Francesco Gabbani non meritava di vincere il Festival di Sanremo 2017, per ancora più persone il cantante è uno sconosciuto, quasi al pari della scimmia che lo accompagna sul palco. In realtà Francesco Gabbani ha già al suo attivo un curriculum, seppur breve, di tutto rispetto. Lui, che per la prima volta il palco del Teatro Ariston di Sanremo lo aveva calcato lo scorso anno, già nel 2010 fu presente al Festival di Sanremo. Infatti partecipa in qualità di ospite al Festival di Sanremo 2010, nell’edizione tenuta al Palafiori di Sanremo, con i Trikobalto, band di cui è voce e cantante, da lui fondata insieme a Niccolò Zaccone alla batteria e Matteo Zarcone alla chitarra. Con la stessa band già qualche anno prima era salito alla ribalta della cronaca ed era conosciuto negli ambienti musicali. I Trikobalto precedentemente avevano aperto nello stesso anno l’unica data italiana degli Stereophonics, avevano aperto qualche anno prima l’unica data italiana degli Oasis, ed infine partecipato all’Heineken Jammin Festival.

Polistrumentista e scrittore

Se ancora non siete convinti del soggetto in questione sappiate che suona più strumenti di quanti voi riusciate a guardarne. Grazie al negozio di strumenti musicali di proprietà della famiglia inizia sin da piccolo a suonare, impara così da piccolo la batteria, suona in adolescenza la chitarra, estende le sue conoscenze al pianoforte e al basso. Per non finire, non avendo un lavoro stabile e ancora successo lavora come Fonico di Sala e Tecnico di Palco.
Una volta scelta la carriera da solista, oltre a scrivere testi e musiche per se stesso, si dedica anche alla scrittura di brani per altri cantanti. In particolare da notare che Francesco Gabbani risulta essere l’autore del brano “L’amore sa”, canta da Francesco Renga nell’album “Scriverò il tuo nome”. Figura nel suo curriculum anche la canzone “Il bambino col fucile”, scritta, musicata e arrangiata insieme a Celso Valli, cantata da Adriano Celentano e incluso nell’album “Le migliori”.
Tra una cosa e l’altra si è anche dedicato alle colonne sonore, diventando, tra l’altro, l’autore della colonna sonora del film “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi.

L’esperienza a Sanremo

Da concorrente Francesco Gabbani partecipò e vinse il Festival di Sanremo 2016 nella sezione Nuove Proposte. Con il brano “Amen” fu scelto dalla giuria di Sanremo Giovani 2015 per partecipare alla edizione del Festival dello scorso anno, nella cui gara non poche polemiche si portò dietro. Successe praticamente che dopo aver perso la sfida contro la cantante Miele fu riammesso, poiché le votazioni si scoprirono falsate a causa di un problema tecnico in sala stampa, ed addirittura vinse classificandosi per la finale.  Vinse poi il Festival di Sanremo 2016 tra le Nuove proposte e non solo, Francesco Gabbani ottenne il Premio della “Critica Mia Martini” sezione Giovani ed il Premio Miglior Testo “Sergio Bardotti”.
Quella di ieri è già storia, “Occidentali’s Karma” è il brano vincitore del Festival di Sanremo 2017 e Francesco Gabbani è, non tra poche polemiche come sempre, il vincitore tra i Big del Festival di Sanremo 2017.

La canzone NON di Sanremo e la musica che si evolve

Vi è sembrato strano che “Occidentali’s Karma” abbia vinto il Festival di Sanremo 2017? Pensate che il brano sia banale? Che sia troppo orecchiabile? Che musicalmente fosse brutta? Che una scimmia sul palco sia ridicola? Che Francesco Gabbani sia un troll? Cosa non vi è piaciuto di questo Sanremo?
Probabilmente una lamentela la ha ognuno di voi, siate sinceri. Immagino che siate tradizionalisti e avreste voluto un brano sanremese quale vincitore del Festival di Sanremo, ad esempio “Grazie dei Fiori”  “Vola Colomba” di Nilla Pizzi, perchè già vi immagino ogni giorno quando li ascoltate. Oppure avreste voluto “Al di là” di Betty Curtis e Luciano Tajoli, perchè immagino che tutti voi la ricordiate a memoria.
La felice verità è che la musica cambia, si evolve, cambiano i testi, e non sempre vincono i brani che dicono in maniere diversa il tipico messaggio “io ti amo, tu mi ami, sposiamoci“. Immagino che già nel 1970 fece scalpore, in modo diverso,”Chi non lavora non fa l’amore” di Adriano Celentano e Claudia Mori. Trattare il tema del lavoro pochi anni dopo il ’68, portarlo a Sanremo, raccontarlo in chiave ironica, non è stato sicuramente semplice. Ad ogni modo che quella vittoria portò con se non poche polemiche è storia. Le cose l’anno dopo tornato alla normalità, ma sicuramente il Festival di Sanremo si era spostato un poco più in là.

L’Italiano della Terra dei Cachi

La triste verità è che la musica che ci rappresentà è quella di Toto Cutugno, uno che in termini di vittorie mancate e secondi posti batte persino Lenoardo DiCaprio. Uno dei più grandi successi internazionali, ad oltre 30 anni dalla partecipazione a Sanremo è “L’Italiano”, brano che gioca sugli stereotipi italiani e che ci prende in giro. Eppure gli italiani nel mondo lo cantano fieri. Eppure è il più grande successo internazionale che la storia del Festival di Sanremo ricordi.
Sanremo non è stato, esattamente 20 anni fa, quello de’ “La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese, altra canzone di denuncia sociale con una alta dose di ironia. Non li hanno fatti vincere, nonostante fosse stata la canzone più votata, e, probabilmente, anche quella migliore musicalmente parlando. D’altronde il brano non faceva altro che allargare “L’italiano” di Toto Cutugno mettendoci insieme gli scandali di Tangentopoli, della corruzione, della criminalità. Per avere il giusto tributo Elio è dovuto finire ad X Factor, e Rocco Tanica a fare l’inviato del Festival di Sanremo. Ma ancora una volta la musica si era spostata più in la.

La banalità e i talent show

Forse un ulteriore stacco è arriva con “Luce (Tramonti a nord-est)” di Elisa, che per quanto il testo non sia tra quelli che gradisco, ha introdotto una nuova freschezza in quel che era Sanremo. Peccato che il meglio lei lo abbia sempre dato in lingua inglese. Soprattutto peccato che arrivavamo dagli Avion Travel dell’anno prima.
C’è da dire che purtroppo il genere musicale, ed ancor di più il testo banale. ha sempre fatto molto breccia nel cuore degli italiani. Siamo populisti, lo siamo da sempre. Lo siamo dai tempi del fascismo. Prendete i Timoria, musica ben fatta, testi impegnati, musicisti bravi, voce del cantante superba. Togliete tutto e lasciate solo il cantante, metteteci due canzoni smielate ed eccovi Francesco Renga, vincitore di un Festival di Sanremo e di un Premio della Critica “Mia Martini”.
Tutto questo per arrivare negli ultimi anni al dominio dei Talent Show e degli amici di Maria De Filippi. Negli ultimi 9 anni ben 5 vincitori del Festival di Sanremo arrivano dai Talent Show: 3 da Amici di Maria De Filippi, 1 da X Factor, 1 (un trio) da Ti lascio una canzone.Insomma il preconfezionato per gli usufruitori di TV.
Ci hanno pensato per un attimo gli Stadio a farci tornare indietro di 15 anni, e poi Francesco Gabbani. Il Festival di Sanremo ancora una volta si è spostato più avanti.

Quelle che capiscono la canzone e quelli di cui parla

Musicalmente parlando il brano è semplice, orecchiabile, anche il testo è di quelli che ti rimane nella testa. Ma fermi tutti. Se lo si legge bene, con attenzione, si capisce che non è un banale testo senza significato, anzi probabilmente è quello con più significato di tutto il festival. E’ una denuncia sociale, sulle abitudini odierne, sul livello culturale, sulla vita. E’ filosofia, sociologia e saggezza.
E’ la pura descrizione dell’involuzione che si ha con l’innovazione. E’ la spiegazione del populismo ai tempi di internet. E’ l’esasperazione del quotidiano.In una strofa o nell’altra ci descrive tutti. Si, esattamente, ho detto tutti. Ognuno di noi, in un modo o nell’altro è dentro quel testo. Ci sono anche Io. C’è anche Francesco Gabbani stesso.
Tutto è studiato nei minimi termini, non è lasciato al caso o messo alla rinfusa, dalla musica alle parole, dal video alla coreografia sul palco, dalla scelta dei colori alla scimmia.
E’ tutto perfetto. E se non lo avete capito, se non avete capito la canzone e tutto quello che ruota intorno ad essa, probabilmente di voi nel testo si parla, più di chiunque altro.

Il ritardo della musica EDM Italiana e l’Eurovision Song Contest

Che ci crediate o meno, Francesco Gabbani ha dato lo spunto per la creazione di  un filone: l’EDM Italiano, l’elettrop d’autore. So che avrete molto da ridire in merito, ma diciamocelo chiaro, qualsiasi genere in Italia prende una sua particolare piega, sarà anche questo così. E purtroppo sarà l’ennesima cosa che arriva con anni e anni di ritardo in Italia, speriamo non sia troppo tardi.
No, non è il rock elettronico dei Subsonica, non è il synth-pop de’ I Cani, non è nemmeno quel New Wave elettronico dei Righeira, è solo un nuovo modo di fare EDM, è Electronic Dance Music Italiana.
Tutto questo ci apre uno spiraglio su una competizione dove ormai da anni non abbiamo voce in capitolo, nonostante la sua nascita avviene come copia in formato europeo del Festival di Sanremo. Sto parlando dell’Eurovision Song Contest, concorso dove diverse nazioni dell’Europa si contendono il titolo di miglior brano. Probabilmente con un brano del genere le possibilità di una vittoria italiana esistono, basta che Francesco Gabbani ci metta la sua faccia (da schiaffi), musica altrettanto piacevole e testo interessante, magari fatto in inglese, e il risultato è bello che fatto.
Ma attenzione, niente scimmia questa volta, il regolamento dell’Eurovision Song Contest non permette animali sul palco!

A questo punto vi lascio il video del brano “Occidentali’s Karma” di Francesco Gabbani, e vi invito ad ascoltarla ancora una volta.
Voi un quale categoria siete? Tra quelli che hanno capito il testo o siete quelli di cui si parla?

.

Come disattivare l’avvio automatico dei video in Facebook

Da qualche tempo Facebook ha introdotto l’avvio dei video nello stream in automatico, trasformando così lo stream in una specie di TV Zapping, caratteristica che non a tutti è stata simpatica, sia perchè distrae da altri contenuti, sia perchè occupa banda inutilmente. Forse non tutti gli utilizzatori del noto social network, io per primo, sanno che comunque da quasi subito Facebook stessa da la possibilità agli utenti di disattivare questa funzionalità, cosa che ho realmente scoperto pochi giorni fa e che voglio appuntare qua per non dimenticarla. Ecco in pochi passaggi come è possibile disattivare l’avvio dei automatico dei video in Facebook.

Innanzitutto dovete andare nelle impostazioni di Facebook, mediante l’icona a forma di freccia che punta verso il basso (nell’immagine seguente è segnato con il numero 1) e cliccare quindi sulla voce “Impostazioni” (nell’immagine seguente è segnato con il numero 2).

Menu Impostazioni di Facebook

A questo punto vi trovate nel menu delle impostazioni, dovete quindi cliccare sul link “Video” (nell’immagine seguente è segnato con il numero 3) ed alla voce “Riproduzione automatica dei video” selezionare “Disattiva” (nell’immagine seguente è segnato con il numero 4).

Menu Video nelle Impostazioni di Facebook

A questo punto è tutto fatto e non avrete nemmeno bisogno di salvare, sarà subita attiva la modifica e non dovrete più preoccuparvi dei video di Facebook che si avviano in automatico.

Con 1 Euro, ecco cosa fare!

un uomo  partendo per un viaggio chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì.“, il resto della storia sapete come è andata. Ma se oggi invece dei talenti tutti avessero delle possibilità diverse cosa accadrebbe? Ad esempio, con 1 Euro, una cifra alla portata di tutti, voi cosa fareste?

La risposta per chi oggi ha mentalità imprenditoriale è semplice, ci faccio una Società Semplificate a Responsabilità Limitata, la ormai nota S.S.R.L. (o S.R.L.S.), le nuove società di capitali che grazie al Decreto Ministeriale numero 138 del 23 giugno 2012 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività), sono costituibili con uno statuto standard a partire dal 29 agosto 2012.

Tra le caratteristiche delle nuove SSRL vi sono l’abbattimento dei costi notarili, ma non la completa eliminazione, per la costituzione, la  contabilità semplificata rispetto a quella delle SRL tradizionali, ma soprattutto la possibilità di costituire la società con un capitale minimo davvero irrisorio, cioè di 1 euro. Per fare ciò il capitale massimo non deve superare i 10.000 euro e i soci devono essere persone fisiche minori di 35 anni.

Con 1 Euro

E allora, tornando alla domanda iniziale, cosa si può fare con un euro? Ve lo dice la “Con1Euro”, la prima campagna di comunicazione online realizzata dal Governo Italiano, il cui scopo è proprio quello di fare conoscere a tutti questa nuova opportunità, e per farlo si è appoggiato a dei Testimonial d’eccezione, 4 tra i più seguiti YouTuber del momento: Vadrum, Cicciasan, Canesecco, Daniele doesn’t matter.
Gli Youtubers hanno ideato interamente le scene, coordinati dagli art director Omar Rashid e Rawad Saghir e con la supervisione dell’agenzia ShowReeel, mentra la distribuzione in rete è stata affidata a Viralbeat.

Sul concept “Cosa puoi fare con un euro?” sono stati così realizzati 4 mini spot della durata di 30 secondi ciascuno, promossi per la prima volta e in via ufficiale anche in Rete.

Ora avete ancora dubbi? Dovreste avere le idee abbastanza chiare, ma per farvi chiarire ancora meglio le idee vi lascio il video “11 modi assurdi per usare 1 Euro“, buona visione e buon utilizzo del vostro euro!

I Metallica e Lou Reed avrebbero potuto funzionare

Sicuramente molti di voi avranno visto il pessimo spettacolo dato dai Metallica e Lou Reed a “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio, osceno a dir poco.

Però una cosa voglio dirla, c’è stato un tempo in cui sia i Metallica che Lou Reed non erano in quel mondo, c’è stata una volta in cui il gruppo metal e l’icona del rock anche insieme hanno dato il meglio evitando le cattive figure.
Ma poi, ad un certo punto, perchè uno non si accorge di avere abbastanza soldi, abbastanza fama,  abbastanza vita vissuta, da dire basta?

 

 

Arriva lo Sneakers Movement di Footlocker

Le sneakers nel corso degli anni si sono trasformate da semplici scarpe a vera e propria tendenza e lo Sneaker Movement ne è la prova.
Il movimento degli sneakers è stato lanciato da Foot Locker e già in pochissimo tempo ha migliaia di fan e seguaci, tra l’altro a dir poco fuori di testa.

Così i ragazzi dello Sneaker Movement si esibiscono in giro per il globo e trovano facilmente il modo di esaltare le loro scarpe da tennis inventndo una vera e propria sneaker art, nel caso del ragazzo che ha messo i lacci ad alcune ringhiere in giro per Parigi. Ma non è solo questione di arte, anche la follia viene messa in evidenza dalla gente delle sneakers, come quel ragazzo che sembra letteralmente impazzire in ufficio con le sneakers ai piedi. O ancora diventa quasi mistero con la missione di un uomo a Londra.
Infine torniamo alla pazzia con la ragazza che corre in costume in giro per l’italianissima Milano, il cui video è questo che potete vedere sotto.

Beh quali di questi casi hanno richiamato l’attenzione vostra di più? Secondo me quella del ragazzo che sembra impazzire in ufficio, il tale si chiama Adam Smith ed il suo è uno spettacolo tutto da vedere!

 

In tutto ciò Foot Locker non si è lasciata sfuggire l’occasione ed ha realizzato il sito www.itsasneakerthing.eu per dare manforte al movimento. Il sito si presenta come un piccolo social network in cui gli sneakers addicted condividono la loro passione per le mitiche scarpette.

Beh se anche voi siete appassoniati di sneakers non vi resta che contribuire allo Sneakers Movement e condividere la vostra esperienza!

SEO: La SERP di Google cambia per i Video e favorisce YouTube?

In merito al SEO, la SERP è un argomento da non sottovalutare, si sa, però spesso viene analizzata solo da alcuni punti di vista. Parliamo ora di una novità di Google Video e della SERP di Google Search partendo da lontano.

Un poco di storia di Google Video e YouTube.

E’ di qualche giorno fa la notizia che Google chiuderà il suo servizio di condivisione di video. Google Video, questo è il nome del servizio di Big G nato nel 2005 e che per un periodo fu concorrente di YouTube, almeno fin quando la stessa azienda di Mountain View nel 2006 comprò la società avversaria continuando a mantenerla in vita. Dopo un breve periodo di vita parallela e quasi in concorrenza, nel 2009 Google decise di non permettere più l’upload di filmati su Google Video, mantenendo comunque attiva la possibilità di riprodurli. Possibilità che alla fine di questo mese cesserà di esistere.

Google Video diventa un motore di ricerca dei filmati.

Nel frattempo Google Video si è lentamente trasformato nel motore di ricerca dei video di Google, nel cui database di crawling sono stati piano piano inseritealtre fonti video sia di partner che di concorrenti. Inoltre grazie all’integrazione che Google sta realizzando tra i vari servizi (Google Search, Google Immagini, Google Blog Search, Google News, e così via) per avere una SERP unica, anche Google Video è entrato di diritto nei servizi maggiormente utilizzati dagli utenti.

YouTube va verso la Web TV, ma Google Video Cambia la SERP.

L’attenzione di utenti ed esperti la scorsa settimana si era focalizzata in direzione di Youtube, a seguito dell’investimento di 100 milioni di dollari fatto da Google Inc. ha fatto affinché il suo servizio di condivisione di video possa essere in competizione con le TV classiche ed essere la realtà domani delle Web TV. Proprio per questo motivo la chiusura, almeno per ciò che riguarda la visualizzazione dei video, di Google Video, è stata recepita come la voglia di Google di dare spazio solo a YouTube, ma a conti fatti se oggi guardiamo la SERP di Google Search (o Google Motore di Ricerca se preferite), non sembra proprio essere così.

 

La SERP di Google sulla ricerca di un gruppo musicale (Bullet For My Valentine)

 

La nuova SERP di Google Video, cosa cambia?

La SERP di Google Video  come potete vedere nell’immagine precedente ha qualcosa di nuovo, se cercate un gruppo musicale (al momento solo per ciò che riguarda la musica ho riscontrato tale cosa, mentre ciò non accade per i trailer dei film ad esempio) ad esempio come ho fatto io i Bullet For My Valentine, ma va bene qualsiasi altro, potrete vedere nei risultati dei video in evidenza quelli provenienti da youtube.com e poi una sezione sotto il video Guarda anche su:, seguita da una serie di servizi concorrenti a YouTube che contengono anche lo stesso video, come DailyMotion, Yahoo Video, Vimeo, LastFM e tanti altri.

Tutto ciò potrebbe far pensare a diverse cose, in primis che Google voglia ancora migliorarsi anche se ciò significhi dare maggiore spazio alla concorrenza. In secondo luogo ciò che però risalta è che il primo risultato è sempre quello di YouTube, così come l’immagine associata è quella relativa al video hostato da Big G, e si sa che in genere i primi risultati o quelli affiancati da immagini sono i più cliccati.

Tra l’idea di voler alzare la competizione e quella di voler favorire se stessa, Google per ora ci lascia il dubbio, sicuro è che chi si appoggia su più fronti al momento avrà più possibilità di comparire nella SERP di Google, ma d’altrocanto, varrà la pena utilizzare le proprie risorse SEO in qualcosa diverso da Google e YouTube?

 

Android portato su iPhone!

Da qualche giorno sono un fortunato possessore di un HTC Tattoo. Un telefono cellulare, se preferite smartphone, dotato del sistema operativo Android. Sono molto soddisfatto del telefono. Ma la notizia non è questa.

La notizia è che uno sviluppatore ha effettuato il porting di Android su Apple iPhone, con tanto di video girato che ne dimostra l’utilizzo.

Se ciò dovesse portare ad una distribuzione Android personalizzata per iPhone, sarà un pro o un contro per il Google Nexus One?

Potete trovare maggiori informazioni su Linux on iPhone.

Il video dell’iPad, il nuovo tablet di Apple

Oggi è stato il giorno dell’evento Apple “Our Latest Creation” ed è stato ufficialmente presentato il tablet iPad.

In meraviglioso strumento che integra moltissime funzionalità, con 140.000 applicazioni già pronte e dal prezzo contenuto.

Senza tirarla per le lunghe e promettendovi che tornerà su questo fantastico gioiello, vi lascio al video di presentazione dell’Apple iPad, buona visione!

P.S. stupendo vero?

Io mi sento Italiano. Si. Ma come Lui.

Ultimamente quando si dice Lui, ci si riferisce al premier Silvio Berlusconi. Questa volta no.

Premetto, non ero favorevole al No B. Day (il No Berlusconi Day), tutt’ora non mi ha convinto come manifestazione.
In realtà non me ne sono interessato più di tanto, ne ho voglia di farlo. In questo sono ancora qualunquista dirà qualcuno.

Però c’è una cosa importante da dire.L’appello che vedete nel video sotto, in modo simile e non uguale naturalmente, lo avevo in mente da tempo.

Altra cosa importante, Lui in questo caso è Alessandro Gilioli, persona che in questo caso stimo e alla quale mi associo. In particolare mi associo al suo discorso (del quale ne sono venuto a conoscenza grazie ad Enzo di Frenna) fatto al No Berlusconi Day.

Questo il suo discorso:

Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle una notizia: lei è un uomo del secolo scorso.

Siamo qui a comunicarle che lei è un uomo del tempo in cui bastava avere tre o quattro televisioni per imporre un modello culturale, un sogno fasullo, un partito creato a tavolino in una concessionaria di pubblicità.


Un uomo del tempo in cui comunicazione voleva dire pochi grandi proprietari di mass media che potevano fare e disfare la realtà a loro piacimento, stabilire ciò di cui si doveva avere paura e ciò che si doveva desiderare.

Un uomo del tempo in cui lei poteva entrare nelle case, nelle teste e nell’anima delle persone mescolando bugie e illusioni per modellarle secondo i suoi interessi prima economici e poi politici.

Bene, presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che quel tempo è finito.

Lo sappiamo, queste sera le sue tivù pubbliche e private faranno finta che noi non ci siamo mai stati, che oggi non sia successo niente e nessuno sia venuto qui a dirle quello che è già accaduto: e cioè che lei è diventato l’uomo del passato, è diventato l’uomo di un secolo che non c’è più.

Noi oggi siamo qui a comunicarle che il suo giocattolo si è rotto e non le servirà più a niente perché milioni di persone lo sapranno lo stesso, su Twitter e su Facebook, sui blog e su YouTube e in mille altri posti ancora di cui lei nemmeno conosce l’esistenza.

Oggi siamo qui a dirle che noi non siamo caduti nella sua trappola della paura e non crediamo più al modello conformista e al pensiero unico che lei, come i suoi amici dittatori sparsi per il mondo, ha imposto per vent’anni ingannando soprattutto i meno avveduti e i più vulnerabili: gli anziani, i poco istruiti, quegli elettori che lei stesso ha definito «bambini di quinta elementare e neppure tanto svegli».

Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che la bolla d’aria in cui voleva tenerci per sempre chiusi è scoppiata.

Noi ora sappiamo aprire le finestre e vedere il mondo fuori che ride di lei, che la disprezza, che la sbugiarda. Non servono più a niente le censure delle sue tivù, non servono più a niente i piccoli e grandi servi che riempiono di bugie i suoi mass media. Perché noi sappiamo aprire le finestre e sconfiggere la paura del nuovo.

Presidente Berlusconi, ci guardi, non c’è niente di virtuale in questa piazza. Perché lei non lo sa ma il Web è soltanto uno strumento, un grande strumento che lei, uomo della tivù, semplicemente non conosce.

Noi non siamo virtuali, signor presidente, siamo persone in carne e anima che usano la Rete perché è il luogo della pluralità culturale, delle mille idee e dei mille confronti, della comunicazione orizzontale e degli unici miracoli davvero possibili, come quello che abbiamo creato oggi: una piazza piena di gente che si è organizzata in Rete e ora è qui tutta insieme, per dare a questo paese una scossa che è d’amore e non di rabbia.

Noi non siamo pirati informatici o aspiranti assassini via Facebook, signor presidente, siamo persone appassionate e forti, tolleranti e libere, curiose e coraggiose, innamorate della biodiversità intellettuale, culturale, etnica, etica, religiosa, politica.

Cioè proprio il contrario del suo modello, signor presidente: monocratico, verticale, impositivo, fasullo. E davvero sì, virtuale, quello.

Presidente Berlusconi, qui ci sono ragazzi che avevano 15 anni quando l’hanno vista per la prima volta in televisione a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.

Adesso quei ragazzi hanno trent’anni, magari si sono sposati e hanno dei figli, ma se accendono la televisione trovano ancora lei – con i capelli dello stesso colore – lì a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.

Ma loro e noi , insieme, nel frattempo abbiamo aperto le finestre, anche se lei non se n’è accorto, impegnato com’era a fare affari, ad allargare il suo potere e il suo io, a inventarsi nuove leggi che la mettessero al di sopra di ogni giudizio.

E noi oggi le mandiamo questa lettera per dirle che anche se lei cercherà di nascondere a se e agli altri la realtà e il nuovo secolo, saranno la realtà e il nuovo secolo a venirla a prendere.

Noi, presidente Berlusconi, oggi glielo diciamo con le parole di Aurelio Peccei, partigiano, imprenditore, pioniere del suo tempo.

«Quanto accadrà d’ora in avanti» diceva Peccei, «dipende da noi in una misura mai concepita nel passato, che noi dobbiamo fare appello a nuove forme di coraggio perchè uscire dal pozzo non è un’utopia ma una prospettiva assolutamente verosimile.

Lo è se vogliamo che lo sia».

Ecco perchè, per quanto cerchi di prolungare il suo giorno più in là, signor presidente, per lei la sera è arrivata.

Onorevole Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle la notizia che il suo tempo è finito.”