La cover del calendario Sunset Boulevard 2011 di Enrico Ricciardi

Calendario Sunset Boulevard 2011 di Enrico Ricciardi

Torna ancora una volta Enrico Ricciardi, noto fotografo delle celebrità nonchè persona molto disponibile, ed il suo calendario benefico. Percorso iniziato nell’ormai lontano 2000 da una collaborazione con l’agenzia di modelle Riccardo Gay, quello di Enrico è stato un lavoro sempre ben fatto e ricco di soddisfzioni, che nel corso degli anni lo ha visto lavorare con le più note starlette della TV.

La cover del calendario Sunset Boulevard 2011 di Enrico Ricciardi

Così un anno dopo il Calendario Mystik, arriva il nuovo Calendario “Sunset Boulevard” 2011, produzione ispirata all’età d’oro di Hollywood che, come solito, vedrà protagonisti delle stelle di primo rilievo, da Natalia Mesa Bush a Justine Mattera, da Silvia Burgio a Roberta Lanfranchi, da Susanna Petrone a Mirka Viola, con il plus della presenza di alcuni sportivi e calciatori come Francesco Coco e Riccardo Montolivo.

Già il nome del calendario dice molto, Sunset Boulevard, la mitica strada Hollywoodiana di Los Angeles tanto famosa da ispirare un film (di Billy Wilder) che vinse addirittura tre Premi Oscar e altrettanto interessante da mettere in testa ad Enrico Ricciardi l’idea di fare un salto nel passato realizzando delle immagini in bianco e nero ispirate alle star di Hollywood della cosiddetta Golden Age degli anni ’30, ’40 e ’50, il tutto avvicinandosi al mondo del burlesque che anche in Italia sta prendendo sempre più piede.
Per finire, oltre a dire che il calendario realizzato da Enrico è veramente belissimo, c’è da dire che essendo di natura benifica, con i proventi sarà possibile acquistare un veicolo appositamente allestito dalla ditta ROLFI che verra’ donato alla fondazione Stefano Borgonovo, ex calciatore
putroppo colpito dalla S.LA.
Senza aggiungere altro vi lascio alle foto del Calendario Sunset Boulevard 2011 di Enrico Ricciardi, fatemi sapere se vi è piaciuto!

Popeye è libero…

…ma per adesso solo in Europa.

Le immagini del celebre personaggio dei fumetti, da noi meglio conosciuto come Braccio di Ferro, dal 1 Gennaio 2009 non godono più del diritto d’autore in Europa, mentre gli stati uniti dovranno attendere ancora 15 anni. Cosa succederà ora per il fumetto?

Intanto è una vittoria per chi spera da sempre in una migliore gestione del diritto d’autore e fortunamente non si è verificato un altro caso come quello famoso che vide la creazione di una legge ad hoc per la Disney.

N.B. il nome Popeye resta invece ancora sotto copyright.

[via TIMESONLINE]

La FIMI e l’antiinformazione Italiana

In seguito al blocco da parte di molti ISP Italiani del famoso motore di ricerca di file torrent The Pirate Bay, mentre ero alla ricerca di notizie fresche, sono giunto sul sito della Federazione Industria Musicale Italiana, dopo un pò ho notato il footer della pagina e preso dalla curiosità nel leggere “I giovani, la musica e internet – una guida per i genitori sul p2p e la condivisione di musica in rete” ho scaricato il documento pdf (il titolo del file è [download#1]) realizzato per questa “campagna informativa”. Sinceramente è stata una delle letture più tragicomiche dell’ultimo periodo.

Cito e commento le parti più “belle”:

“Persone di tutte le età amano condividere musica e, come nel caso della fotografia digitale, internet ha reso estremamente facile tale condivisione con amici (e sconosciuti), in qualsiasi luogo e momento. Servizi di file sharing come Kazaa, LimeWire e BitTorrent hanno oggi milioni di utilizzatori nel mondo.”

Noto il fatto del puntualizzare “e sconosciuti”, ciò mi fa pensare che si punti sulla possibile fuga di foto dei propri figli, inoltre il problema dovrebbe essere il Peer to Peer, quindi servizi come Flickr, Picasa, Zoomr ma anche MySpace, Facebook (servizi, come si vede sul sito della FIMI,  utilizzati anche da loro) e tanti altri sarebbero innocui e permetterebbero una condivisione più diccile di un sistema P2P e soprattutto solo a persone conosciute?

“L’attenzione al fenomeno file sharing prestata dai media negli ultimi anni ha riguardato soprattutto il problema della violazione del diritto d’autore sulla musica e sui film, ma questo non è l’unico rischio connesso al P2P.”

Io direi che l’attenzione data dalle Major e da chi ha interessi nel settore. Ma ricordiamo  che alcuni gruppi sconosciuti e film senza alcuna possibilità hanno avuto grazie al P2P un discreto successo? E soprattutto i media hanno mai considerato un uso legale del P2P?
Poi ci preannunciano anche che non è l’unico rischio.

“La guida vi aiuterà ad apprezzare la musica digitale, in piena legalità e sicurezza.”

Ringraziate per l’aiuto!

“Ogni sistema P2P funziona in maniera leggermente diversa ma sostanzialmente la procedura è la medesima.
Si visita un sito web, si scarica un software che permette la condivisione di file e lo si installa sul proprio computer. Generalmente il software crea una “cartella condivisa” sul computer dell’utente, l’accesso alla quale è disponibile a chiunque utilizzi nel mondo quel particolare software. Questo sistema permette la condivisione diretta e lo scambio di fotografie, video, musica, programmi e giochi.”

Vorrei intanto far notare che ad esempio nel caso di BitTorrent il sistema è diverso, se vuoi condividere un file devi creare un torrent e distribuirlo. Inoltre negli altri sistemi per condividere le foto, i video la musica, i programmi e i giochi, devono essere inseriti nella cartella condivisa, in genere nessun software P2P decide da solo di prendere le foto altrui e condividerle. E’ anche vero che però tempo fa su DC++ i ragazzi condividevano i documenti dei propri genitori per avere più slot.

“Il rischio maggiore insito nel P2P è quello dei contenuti indesiderati, nello specifico la pornografi a e le immagini violente. Numerosi studi hanno dimostrato che immagini a sfondo pornografico sono ampiamente condivise sui principali sistemi di file sharing e che spesso i nomi dei file vengono volontariamente camuffati per ingannare coloro che li scaricano. I filtri generalmente utilizzati per impedire l’accesso a siti web molto raramente bloccano file pornografici e contenenti immagini violente sui sistemi P2P. Tanto per citare un esempio, file dal nome “Winnie the Pooh” o “Pokemon”, rintracciati su tali sistemi, contenevano in realtà materiale pornografico.”

Numerosi studi hanno confermato che il web è mosso dal porno, le pagine web ancora più del P2P contengono materiale pornografico. Statisticamente circa il 12% di tutti i siti web è porno,il 25% di tutte le richieste ai motori di ricerca è pornografica, il 35% di tutti i download è di natura pornografica, ogni giorno, appaiono in internet 266 nuovi siti porno, le pagine con contenuto pornografico sono stimate in 372 milioni. Quindi eliminiamo il P2P eliminiamo il Web, diamo due calci in culo ai ragazzi e mandiamoli a giocare a calcio nel campetto della chiesa come si faceva ai miei tempi.

Per quanto riguarda invece i nomi dei file camuffati, in genere se usi motori di ricerca classificano i contenuti del torrent, mentre se usi emule o sistemi simili in genere ormai indicano da tempo se sono cosiddetti fake.

“Va inoltre aggiunto che questi software consentono agli utilizzatori di “chattare” con altri utenti, spesso sconosciuti, e che quindi gli stessi rischi connessi all’utilizzo delle classiche chat, sono presenti anche sulle piattaforme di file sharing.”

Se non regge l’accusa della pornografia, conviene puntare sulla chat (tra virgolette da notare) e sulla possibilità di incontrare sconosciuti no? Ma se uno è conosciuto non faccio prima a telefonargli o a passare a trovarlo? Ma almeno sono richi che esistono anche nelle classiche chat e non solo sul P2P per fortuna…

“I software per il file sharing aprono “porte” nei vostri computer, compromettendo la vostra privacy e la vostra sicurezza”

Saranno bene educati forse, scherzi  a parte io vedo più violata la mia privacy da un governo che pretende di avere i miei log di connessione o da un provider che deve mantenerli per cinque anni.

“Il pericolo maggiore sono i cosiddetti spyware, piccoli programmi scaricati con musica e video o inclusi direttamente nei software per il P2P. Questi spyware sono talvolta in grado di carpire informazioni sensibili dal vostro computer, per esempio password e numeri di carta di credito, e comunicarle a terzi (chi ha creato e controlla quegli spyware).”

A parte che la maggior parte dei software P2P sono Open Source, quindi direi che la possibilità di spyware inclusi direttamente nel software è davvero minima, ma poi non vi è possibilità di prendere uno spyware anche sui download (o direttamente) da pagine web ( vedi i vari exploit per MySpace). Sarebbe stata una bella cosa che avessero proposto di usare Linux così non avrebbero rischiato di prendere uno spyware.

“Inavvertitamente è possibile condividere fi le personali. Molti studi hanno mostrato, per esempio, come sui sistemi P2P siano presenti documenti riservati di carattere medico e finanziario”

Inavvertitamente? Cioè contro la propria volontà o intenzione (al massimo distrattamente direi no?). Si può capitare, ma l’attenzione P2P o no dovrebbe esserci comunque giusto?

“I computer connessi alla rete P2P sono vulnerabili all’attacco di virus, ai tentativi di controllo da parte di terzi e allo “spamming” pubblicitario indesiderato. Uno studio ha chiaramente dimostrato come quasi la metà dei file di programma circolanti sulle piattaforme di file sharing contenesse virus o codice pericoloso…”

Citazione ad un articolo di Wired News in cui in pratica diceva anni fa (nel 2004 per la precisione) che Kazaa è fonte di diffusione di virus. Io avrei consigliato anche qui di passare a Linux, perchè diversamente da quanto vogliono fare intendere, il primo problema sorge nel sistema operativo, è grazie a diversi bachi di Windows che alcuni virus hanno proliferato. Inoltre avrei realizzato un guida su come usare bene l’email, poichè tutt’oggi è il primo mezzo di diffusione di virus informatici.

“Se vostro figlio scaricasse uno di questi programmi, il vostro computer potrebbe essere utilizzato, fra le altre cose, come punto di distribuzione di file pornografici. Se il vostro
computer di casa lavora lento o presenta malfunzionamenti, la presenza di programmi di file sharing potrebbe esserne la causa.”

Credo sia più probabile che la causa sia la presenza di Windows. Soprattutto anche se un genitore e non solo un figlioi scarica da web (e non da p2p) un software del genere, può diventare veicolo di diffusione di un qualcosa a lui sconosciuto.

“Migliaia di utilizzatori di sistemi P2P sono stati denunciati dall’industria musicale e cinematografica e molti di loro hanno pagato consistenti multe. Mentre non esiste alcun rischio nel distribuire contenuti propri, la quasi totalità della musica e dei film presenti nelle reti di file sharing è protetta dal diritto d’autore e, di conseguenza, chi la mette a disposizione incorre nella possibilità di gravi conseguenze legali.”

Diciamo che in Italia si vorrebbe mettere le mani anche sui lavori altrui (ricordate il famoso bollino SIAE sui cd demo etc etc?), e soprattutto non è vero niente che la quasi totalità del materiale è protetto da copyright (da notare anche secondo la legge di quale paese?), si trova moltissimo materiale libero, open source, copyleft, free software e/o creative commons.

“In particolare chi condivide grandi quantità di file non autorizzati rischia unadenuncia e rischia di dover pagare i danni ai legittimi titolari dei diritti. I genitori possono essere ritenuti responsabili per ciò che viene commesso utilizzando il computer di casa, anche nel caso non siano loro i diretti responsabili. Le persone che hanno pagato compensazioni per questo tipo di attività illecita, hanno dovuto versare ai titolari dei diritti cifre pari a svariate migliaia di euro”

Cioè funziona come la droga? Piccole quantità = uso personale, grandi = quantità spaccio?  Adesso parte la paura della responsabilità, attento genitore, sei tu a dover pagare (ma perchè se il responsabile fosse stato il figlio chi avrebbe pagato?).

“Il file sharing e le nuove tecnologie in genere sono un’opportunità di dialogo in famiglia. Parlate di etica e legalità.”

Ma non fatelo in chat! 😛 Scherzo. Parlate loro di Hacking! Parlate davvero, il dialogo aiuta a crescere.

“Parlate del diritto d’autore e di chi viene danneggiato dalla condivisione illegale di musica su internet”

Parlate loro del copyleft, parlate delle creative commons, dite loro quando sia stupido in italia essere obbligati a pagare la SIAE, parlate con loro di questa mafia. Consiglia loro di scaricare musica da Jamendo.

“i cantanti? Gli autori? Vengono deprivati dei loro legittimi guadagni e della possibilità di vivere del loro lavoro?”

Diteglii che le major li sfruttano, ditegli che purtroppo a causa loro quest’anno al posto di dieci milioni di euro ne guadagneranno solo otto. Vai a spiegargli perchè un CD che ha un costo di produzione di circa 4 euro viene poi venduto anche a 40 euro. E poi come glielo spieghi che molti gruppi che hanno venduto pochissimi CD poi hanno fatto il pienone nei concerti (in cui il biglietto costa ancor di più, ma almeno li l’artista ci guadagna di più che sul CD).

“Parlate anche di chi sarebbe costretto a pagare le multe se qualcuno
venisse denunciato nella vostra casa”

Giusto per non dimenticarlo ricordiamolo e facciamo un’altra minaccia.

“Cercare musica legale su internet. Ne esiste in grande quantità – più di un milione di canzoni di qualsiasi genere e periodo -sia a pagamento che gratuita. Ad un prezzo inferiore a quello di un biglietto per i mezzi di trasporto pubblici potete scaricare una canzone da un rivenditore legale e conservarla ed ascoltarla per tutta la vita. I siti che vendono musica legalmente sono garantiti, sicuri e offrono musica di grande qualità. Potete trovare link a più di 200 rivenditori legali nel mondo su *pubblicità volontariamente cancellata*”

A parte la genialità della pubblicità, ma ripeto, esistono più di 11.000 album su Jamendo.

E questo è quanto… veramente triste… vi lascio qualche link utile: