On Challenge di Econocom

Premiate le vostre idee con On Challenge

Avete idee innovative, siete creativi e pensate di poter cambiare con le vostre proposte le regole del gioco? Sognate ogni giorno come me un futuro diverso? Un futuro migliore, dove tutto sia più facile, semplice, sia tecnologico, innovativo, ma al tempo stesso abbia radici profonde e rappresenta voi stessi ed il vostro modo di essere? Il concorso On Challenge di Econocom fa per voi, ed è lo strumento giusto per far sentire la vostra voce!

Dal 15 settembre al 15 novembre il contest On Challenge di Econocom permetterà a chiunque di proporre la propria idea tramite un elaborato che sia video, foto o testo. mostrando la vostra creatività e le vostri ispirazioni (e perchè no anche aspirazioni). In questo modo sarà possibile partecipare alla votazione della giuria di qualità composta sia da persone interne ad Econocom che esterne, come Melis di Radio24 e Gagliardi, Global Ecommerce, CRM, Digital e Social Director at OVS Group. Logicamente la scelta cadrà su quella che più si avvicina ed incarna gli ideali promotori del contest e la visione di Econocom.
Al vincitore di On Challenge andranno in premio le tecnologie Samsung più futuristiche esistenti che migliorano la vita in casa, a lavoro o nel tempo libero. Solo per citarne alcuni e capire che non ci ferma ai soliti premi c’è da notare che oltre ai classici Samsung Galaxy TAB A e Samsung Galaxy S7 Edge, ci sono ad esempio il diffusore MultiRoom R7, un TV Samsung Curve 27″, un sistema audio Home Cinema 5.1 3D, il Forno Multifunzione Samsung BQ15 ed il frigorifero Samsung RF24. Non i soliti regali appunto, ma tecnologie che migliorano davvero la vita, così come è l’intendo di On Challenge.

Alcuni dei premi di On Challenge di Econocom

Il progetto nasce come detto sotto l’ala protettrice di Econocom,  Digital Transformation Designer che si occupa di progettazione, integrazione e finanziamento di innovazione, il tutto accelerando la trasformazione digitale delle aziende. Così grazie a questo partner sarà possibile trasformare semplici idee in esperienze di business reali con la possibilità di avviare una propria attitività e dare vita a qualcosa che migliori anche la vita delle persone.
Tutto questo si racchiude in un concetto specifico che ormai presenta Econocom al mondo, #thefutureison, il futuro che oggi è realtà partendo dal sogno di ieri.

Quindi volete ancora tenere per voi le vostre idee? Esprimete il vostro essere innovatori e partecipare a #OnChallenge!

Non hai niente da nascondere? Probabilmente la crittografia ti serve lo stesso

Ieri WhatsApp ha introdotto nel suo client la crittografia end-to-end, oggi uno dei discorsi che ho letto di più su Facebook è stato qualcosa riassumibile nella frase “Se non hai nulla da nascondere, nulla di cui vergognarti o rammaricarti, perché hai bisogno di proteggerti? Se non hai niente da nascondere non hai nulla da temere“. Non so voi, ma io ho un pensiero ben definito in merito ed è un concetto che è addirittura oltre la privacy, si chiama libertà, e a me le persone che la pensano in quel modo fanno paura.

Partiamo da un assunto che ho fatto mio ormai da un un decennio e mezzo almeno: “Non ho niente da nascondere si chiama onestà, non ho niente da voler mostrare si chiama libertà“, e ragioniamo intorno a questo discorso. Non voler che chiunque con mezzi minimi possa leggere una conversazione non significa obbligatoriamente voler nascondere qualcosa, ma magari è solo avere un minimo di rispetto per se stessi.

Innanzitutto facendo riferimento ai quattro punti pubblicati qualche anno fa da Falkvinge ricordiamo alcune cose:

Le regole possono cambiare

Il fatto che vi siano delle leggi che condividiamo e rispettiamo non sta a significare che queste un giorno non possano cambiare o che alcune di cui non siamo a conoscenza possano venire applicate. E’ vero che bisogna prevenire, ma in diversi lati bisogna che ciò accada, bisogna prevenire un reato, ma anche un abuso, ed un controllo oggi ritenuto accettabile deve essere valutato in relazione l’utilizzo che un potere peggiore potrebbe farne domani.
Parlando concretamente con un esempio, facciamo un rapido ripasso storico-leglistavio,  andiamo al 1860 quando con il Codice Napoleonico in Italia, escluso l’ex Regno delle Due Sicilie, l’omosessualità era praticamente diventato un reato punibile per legge, reato che nel 1887 con il Codice Zanardelli viene esteso in tutta Italia. Durante il Fascismo il Codice Rocco del 1930, nonostante le intenzioni di pena, non toccò direttamente gli omosessuali, seppur il reato continuava ad essere punito come forma di immoralità. Da notare che il Codice Rocco è quello che sostanzialmente tutt’oggi è il Codice di Procedura Penale in vigore e gli anni di dominio della Democrazia Cristiana non ci hanno certo aiutato a migliore la situazione. Diciamo che nel corso degli anni si è evitato sempre di sistemare la situazione, piano piano riducendo le pene, ma non con poche difficoltà siamo arrivati alle Unioni Civili dei giorni nostri.
La domanda che sorge ora è se un Gasparri qualsiasi domani dovesse essere capo del governo e con la sua ipotetica coalizione in netta maggioranza decidesse di fare un ritorno al passato e bandire l’omosessualità, cosa succederebbe? Le conversazioni pubbliche che fino a ieri erano considerate normali, senza niente da nascondere di colpo diventano illegali, vergognose, e cosa succederà allora?

Non sei tu a decidere se hai qualcosa da temere

Non tocca a noi stabilire se siamo colpevoli o meno, non è il nostro pensiero che decide se siamo immacolati o meno. Sempre con un esempio concreto, io potrei conoscere un sabato sera una ragazza, che dal lunedì al venerdì fa la prostituta di alto borgo (si dice escort no?), non sapendo di tale cosa decido di scambiarmi il numero di telefono e di sentirla, perchè mai dovrei essere spiato per una colpa che non ho? Eppure secondo le autorità potrei essere un adescatore o un pappone.
E’ qui il difficile diventa capire il limite tra legalità e conservazione, diventerù un auto-censurarsi per istinto e necessità.

Le leggi devono essere violate dalla società affinchè essa progredisca

Devo dire la verità, detto così è brutto, sembra una spinta al compiere reati, però ricordiamolo, e non sono io a dirlo ma una serie infinita di filosofi e sociologhi, che una società che rispetta sembpre le regole e non le cambia mai è una società ferma. Se partiamo dall’assunto che siamo nel giusto e non dobbiamo preoccuparci di nulla, allora è abbastanza ovvio anche che tutti i criminali debbano essere carcerati, però sorge il problema del diritto morale. Insomma sempre per andare sul concreto, torniamo all’esempio del primo punto, come detto l’omosessualità era reato, quindi se uno fosse nato omosessuale sarebbe stato un criminale per nascita e sarebbe stato rinchiuso facilmente, senza fondamentalmente alcuna colpa. Ancora di più è da notare che i gruppi che combattevano per i diritti omosessuali sarebbe stati facilmente repressi, e così come per tanti altri gruppi che hanno lottato per tanti altri diritti, se vai contro la legge sei un criminale, se sei in gruppo diventi criminalità organizzata, non importa se sia giusto o meno, se sia morale o immorale, sei da rinchiudere. Se la sorveglianza odierna fosse esistita negli anni ’50, ’60, ’70, forse ancora oggi gli omosessuali sarebbero criminali, le donne non avrebbero diritto al voto, etc etc. A volte infrangere la legge può significare solo metterla in discussione.

La privacy è un bisogno umano fondamentale

La privacy è un bisogno umano basilare, è una caratteristica che fa parte della natura umana, anche dei disonesti. Ad esempio chiudere la porta quando si va in bagno è una questione di esigenza, di intimità, di istinto, la società dovrebbe rispettare questa cosa. Se la società ci priva della privacy allora vi sono i sotterfugi, non è il bisogno primario che si annulla, è solo un metodo elusivo che si trova.

Vogliamo davvero un Grande Fratello?

Basterebbero già questi quattro punti a farci dire che Non avere niente da nascondere non significa non avere niente da temere, basterebbe questo a farci pensare che forse avere una telecamera che ci guarda in ogni momento, modello Grande Fratello, non è proprio il massimo, oppure a dire che si, la cifratura su WhatsApp è necessaria. Però vediamo altri punti che potrebbero convincerci sul perchè la end-to-end encryption su Whatsapp è cosa buona.

Scambiare messaggi comporta problemi

Lo scambio di messaggi tra un mittente ed un ricevente potrebbe portare a diversi problemi, che su internet possono essere amplificati: l’intercettazione del messaggio, la modifica del messaggio, l’impersonificazione di terzi, il ripudio di potestà del messaggio.

  • L’intercettazione del messaggio, che per molti sembra il motivo unico della crittografia, è nota e non è altro che la lettura del contenuto del messaggio da parte di terzi.
  • La modifica del messaggio è quell’azione che tra il mittente ed il ricevente altera il contenuto del messaggio.
  • l’impersonificazione di terzi è la pratica di inviare messaggi sotto falso nome, come se chi invia il messaggio fosse realmente il mittente.
  • Il ripudio di potestà del messaggio è infine il classico “non sono stato io”, cioè l’atto del negare l’invio del messaggio nonostante lo si abbia fatto.

E’ immediato comprendere che questi quattro punti possono accadere insieme in diversi modi ed è facile capire che bisogna trovare una soluzione. In questo caso la crittografia ci viene in aiuto.

La Crittografia: soluzione ai problemi di scambio dei messaggi

Come detto è facile capire che la crittografia possa aiutarci nel primo caso, lo è un poco meno negli altri, ma vediamo quale aiuto fornisce nel dettaglio.

  • Un messaggio crittografato da una ragionevole certezza che non sia stato letto da terzi durante la trasmissione dando confidenzialità al messaggio stesso e aumentando la riservatezza e quindi la privacy dei soggetti interessati.
  • In un canale crittografato ci è una ragionevole certezza che nessuno lo abbia alterato, garantendo così l’integrità del messaggio.
  • Se vi è un canale sicuro e certo l’autenticazione ci garantisce per certo che un messaggio provenga realmente dal mittente da cui noi crediamo provenga.
  • Il non ripudio infine da la certezza che il mittente non possa negare di aver inviato un messaggio poichè lascia una traccia ovvia ed è riconoscibile tramite impronta.

 

La tua privacy è anche quella degli altri

Non so se vi siete convinti o meno, se non basta tutto questo credo che difficilmente ve ne convincerete, ma infine una cosa voglio aggiungerla.
Tu, tu che mi stai leggendo, tu che dialoghi con me e magari non ti preoccupi della tua di privacy, ci pensi che nel momento in cui scambi un messaggio con me, rinunciando alla tua riservatezza, molto probabilmente stai aiutando altri a violare la mia privacy e sei il primo a non rispettare la mia scelta di riservatezza??

I Server virtuali di Nuvola Store in Offerta

Probabilmente in Italia l’innovazione sta tentando di accelerare seriamente, così arrivano i primi servizi efficienti in aiuto alle aziende in crescita, Nuvola Store è uno di questi servizi.
Nuvola store è un cloud market che offre servizi digitali e soluzioni ICT per le PMI, proponendo tra le altre cose storage in cloud, Microsoft Office 365, email PEC, domini internet e Server Virtuali, in particolare due offerte per ciò che riguarda i server virtuali si stanno mettendo in evidenza: Standard Virtual Server  e Self Virtual Server

Standard Virtual Server è l’offerta di server virtuali di Nuvola Store che permette di avere facilmente, senza acquisto e/o manutenzione hardware, un server a disposizione, simile in tutto e per tutto ad un server fisico dedicato, con garantita la sicurezza ed affidabilità dei Data Center Telecom Italia (TIM) e la flessibilità di scelta tra due profili e diversi sistemi operativi in base alle esigenze della propria azienda.
Tecnicamente la soluzione Standard Virtual Server è basata Hardware di tipo Hypervisor su tecnologia Intel X86_64, con la possibilità di scelta tra il sistema operativo Linux e Windows. Le configurazioni disponibili sono la entry con 1 vcore, 1GB di RAM e 20 GB di spazio disco , e la plus con 2 vcore, 2GB di RAM e 50 GB di spazio disco, il tutto a partire da una spesa di 10 euro al mese.

Self Virtual Server invece è l’offerta basata su un ambiente cloud, grazie alla quale Nuvola Store permette di non investire nell’acquisto e nella manutenzione dei server. In questo caso la fornitura avviene scegliendo le risorse e le funzionalità necessarie, e pagando sull’utilizzo effettivo su base oraria.  Tra l’altro è possibile far coesistere nello stesso ambiente fino fino a 8 server virtuali. Anche in questo caso la sicurezza e la flessibilità sono tra i punti di forza.
Anche Self Virtual Server è basato virtualizzazione Hardware di tipo Hypervisor dove Server Virtuali sono realizzati in tecnologia Intel X86_64 ed anche in questo caso con sistema operativo Linux e Windows. Il tutto su una configurazione minima che prevede 1 vcore a 2 GHz, 1 GB di RAM e 50 GB di spazio disco (nel caso specifico il prezzo è di 0.03 € l’ora).

E’ attiva in questi giorni una promozione Nuvola store con grazie al Promo Code: INTELPROMO20 permette di avere uno sconto del 20% su tutti i canoni mensili dei prodotti standard server e virtual server, per sempre!

Il servizio è sicuramente da provare per un periodo perchè sembra promettere più che bene!

Aggiungere i Custom Post Types nella Home Page di WordPress

Sviluppando progetti su WordPress capita sempre più spesso di creare dei custom post type, cui purtroppo o per fortuna, nella fase di registrazione non vengono inseriti nella Main Query del CMS, quindi per visualizzarli nella Home Page o negli Archivi e necessario aggiungere alcune righe di codice PHP.

Fare ciò è comunque abbastanza semplice, basta manipolare la Main Query di WordPress utilizzando l’action hook pre_get_posts e ottenre così il risultato desiderato. Per realizzarla è quindi necessario impostare la query da eseguire inserendo i tipi di post che si vogliono visualizzare automaticamente.

Ad esempio se vogliamo visualizzare nella home page di WordPress, oltre ai classici post anche le pagine ed un custom post type di tipo gallery basterà verificare tramite is_home che la pagina visualizzata sia appunto l’home page e successivamente tramite $query->set impostare i post_type da selezionare.

Ecco un semplice esempio

// Mostriamo gli articoli (post), pagine (page) ed i custom post type gallery (gallery) nella home page

// Intercettiamo l'hook pre_get_posts per chiamare la nostra funzione add_page_and_gallery_to_query
add_action( 'pre_get_posts', 'add_page_and_gallery_to_query' );

// Controlliamo di essere sulla home e modifichiamo la query aggiungendo page e gallery
function add_page_and_gallery_to_query( $query ) {
  if ( is_home() && $query->is_main_query() )
    $query->set( 'post_type', array( 'post', 'page', 'movie' ) );
  return $query;
}

 

Fatto ciò è tutto pronto, buon coding!

Un grande passo per questo blog, un piccolo passo per l’umanità

Questo blog è ancora vivo, lo ho decretato qualche giorno fa in un post, ed ecco il primo passo per andare avanti.  Il mio blog secondario, quello serio, in cui scrivevo soprattutto contenuti di SEO, corrispondente al vecchio indirizzo www.giuseppeguerrasio.it, è stato importato in questo blog, ed è stato impostato il redirect dal suddetto defunto blog verso questo blog.

 

il vecchio www.giuseppeguerrasio.it

Il tutto non è stato solo fatto in ottica SEO, nonostante quanto io tenga alla Search Engine Optimization, probabilmente avrei preferito tenere staccate le cose, Giuseppe Guerrasio si presentava come un sito ordinato e curato, The Brain Machine si presenta come un sito caotico, ma proprio nell’idea di diminuire questo caos e quindi non avere troppe cose cui far fronte e disperdere le energie inutilmente ecco qua la soluzione.

Intanto attendo ancora consigli su un bel template WordPress da utilizzare in questo sito, prima o poi arriverà qualche buon consiglio spero, intanto vado avanti.

L’evoluzione del marketing nel mondo delle scommesse online in Italia

Il mondo delle scommesse è cambiato a un ritmo vertiginoso nel nostro paese. Negli ultimi anni si sono aperte possibilità enormi per gli operatori di questo settore, che hanno avuto improvvisamente accesso a un mercato ricettivo e fertile come quello italiano. In particolare, negli ultimi 3 anni abbiamo assistito al boom del gioco d’azzardo online legale, che ha trasformato completamente l’approccio degli operatori del settore nel nostro paese. Vediamo in che modo si è evoluto il loro approccio al marketing e alla promozione.

Il percorso di legalizzazione del gioco nel nostro paese è stato accidentato e si è svolto in diverse tappe. Prima, nel 2008, sono diventate legali le poker room online. Poi, nell’estate del 2011, è stata la volta dei giochi da tavolo online, e quindi, a fine 2012, delle slot. Gli operatori si sono di volta in volta dovuti adattare alle nuove possibilità e alle nuove restrizioni, con soluzioni a volte geniali.

La legalizzazione del 2011, in particolare, ha finalmente permesso l’apertura di casinò online italiani, che da allora hanno anche potuto cominciare a promuoversi sui media tradizionali, oltre che su internet. Nelle nostre tv, alla radio, sui giornali e negli spazi pubblicitari delle nostre strade sono comparse pubblicità di siti di gioco. Inoltre, gli operatori hanno iniziato a sponsorizzare eventi sportivi, squadre di calcio, di Formula 1 e via dicendo. Insomma, dal momento della legalizzazione l’industria del gioco online ha promosso campagne di promozione simili a quelle di qualunque altra attività commerciale.

Ovviamente, però, tali campagne dovevano riuscire a colpire il target dei siti di gioco, che è composto in gran parte da giocatori giovani, che normalmente utilizzano la tecnologia per divertirsi.
Ecco perché i siti di gioco hanno puntato molto sull’ironia, come si può vedere nel divertente spot tv di Titanbet.it Casino. Questo divertente spot, che è andato in onda sulla televisione italiana, prende in giro le molte superstizioni per cui gli italiani sono famosi. Potete vedere un video di questa pubblicità su Youtube.com.

Particolarmente interessante è stato il tipo di marketing messo in campo dagli operatori prima della legalizzazione delle slot online a pagamento. Alcuni infatti a scopo promozionale hanno cominciato a offrire sui loro siti delle slot gratuite, per fare familiarizzare gli utenti con l’assortimento dei giochi e creare attesa verso il momento della legalizzazione.

Trattandosi di attività su internet, ovviamente gli operatori non potevano trascurare i particolari canali di comunicazione con il pubblico che il web offre. In particolare, i social network. Secondo alcune ricerche, sono ormai milioni gli italiani che utilizzano i social network come principale canale di informazione quotidiano, e si tratta in particolare di giovani. La legalizzazione del gioco in italia ha coinciso con l’esplosione dell’uso dei social network, in particolare di Facebook e, Instagram, e quindi la promozione attraverso questi canali è stato un passaggio obbligato per gli operatori, che hanno ideato speciali offerte e campagne per i loro follower.

L’evoluzione del marketing degli operatori del gioco in Italia è certamente un esempio interessante di sviluppo di un’attività promozionale in un mercato nuovo e attraverso mezzi sia tradizionali che di nuova uscita.

Come disattivare l’avvio automatico dei video in Facebook

Da qualche tempo Facebook ha introdotto l’avvio dei video nello stream in automatico, trasformando così lo stream in una specie di TV Zapping, caratteristica che non a tutti è stata simpatica, sia perchè distrae da altri contenuti, sia perchè occupa banda inutilmente. Forse non tutti gli utilizzatori del noto social network, io per primo, sanno che comunque da quasi subito Facebook stessa da la possibilità agli utenti di disattivare questa funzionalità, cosa che ho realmente scoperto pochi giorni fa e che voglio appuntare qua per non dimenticarla. Ecco in pochi passaggi come è possibile disattivare l’avvio dei automatico dei video in Facebook.

Innanzitutto dovete andare nelle impostazioni di Facebook, mediante l’icona a forma di freccia che punta verso il basso (nell’immagine seguente è segnato con il numero 1) e cliccare quindi sulla voce “Impostazioni” (nell’immagine seguente è segnato con il numero 2).

Menu Impostazioni di Facebook

A questo punto vi trovate nel menu delle impostazioni, dovete quindi cliccare sul link “Video” (nell’immagine seguente è segnato con il numero 3) ed alla voce “Riproduzione automatica dei video” selezionare “Disattiva” (nell’immagine seguente è segnato con il numero 4).

Menu Video nelle Impostazioni di Facebook

A questo punto è tutto fatto e non avrete nemmeno bisogno di salvare, sarà subita attiva la modifica e non dovrete più preoccuparvi dei video di Facebook che si avviano in automatico.

Quag migliora ancora, ecco le novità

Ho parlato già due volte di Quag, la prima volta quando presentai il nuovo social search engine, la seconda volta quando furono introdotte le prime novità e le API per sviluppatori, parlando in entrambi i casi in modo postivo di un progetto che mi ha colpito positivamente sin dall’inizio. Oggi ancora una volta voglio scrivere di Quag, e come suol dirsi non c’è due senza tre, perchè nuovamente Quag introduce delle novità nella propria piattaforma e nuovamente lo fa nel migliore dei modi.

E’ qualche giorno fa l’annuncio di nuove features del progetto che ormai sta diventando una realtà nel panorama delle startup italiane, diamo un’occhiata insieme a quelle che sono le più importanti nuove caratteristiche di Quag.

Quag – Logo

Quel che io preferisco dell’ultimo aggiornamento è una di quelle cose che non si vede,  il miglioramento dello SBIG, l’algoritmo nativo, nonchè cuore di Quag. E stata aumentata l’efficacia e migliorata la capacità di mettere in relazione gli utenti che condividono gli stessi interessi, non solo, come già prima, verranno messi in relazione i termini uguali, ma ci sarà anche associazione di concetti diversi ma correlati, così la ricerca del termine “lavoro” metterà in relazione le persone che la ricercano anche con gli utenti che cercano “diritto del lavoro”.

La nuova veste grafica minimale mi piace anche tanto, è leggera ed essenziale, ma nonostante ciò contiene ancora, e meglio di prima, le informazioni necessarie all’utilizzo del sito.

Tendenza contraria invece per ciò che riguarda i contenuti e non la struttura, adesso sono finalmente disponibili funzionalità che permettono di esaltare i contenuti multimediali, potendo così creare domande più efficaci e coinvolgenti, arricchendolo di contenuto diverso dal semplice testo.

Queste sono solo alcune delle novità introdotte in Quag, quelle che io preferisco, ma non sono da dimenticare le altre, come ad esempio l’add-on aggiornato che ora funziona oltre che su Google anche su Amazon, iStella e Bing., o la pubblicazione immediata delle domande, senza la necessità di effettuare prima delle ricerche, o ancora i nuovi commenti, migliorati e che permettono ora diverse repliche.

Ancora una volta sembra che Quag stia percorrendo la strada nel modo giusto, io ancora una volta vi dico di provarlo, non ve ne pentirete.

Quag: nuove funzionalità, API e bando di concorso per sviluppatori

Qualche mese fa vi ho parlato di Quag, cercando di presentarvi l’idea in maniera non banale, perchè fin da subito ho pensato che il progetto banale non fosse e che meritava di essere provato ed analizzato. Oggi a 3 mesi dal lancio Quag è cresciuto, piano piano sta diventando un prodotto maturo, ed ha aggiunto diverse interessanti caratteristiche.

Sicuramente la novità più interessante è la possibilità di creare delle domande saltando il passaggio della ricerca, in pratica è ora possibile creare una Quag dichiarando direttamente gli interessi, tra l’altro non si parla più di singolo interesse ma di interessi multipli, funzionalità che crea così di fatto le MultiQuag. In questo modo l’Interest Graph SBIG permette di avere una definizione ancora più dettagliata degli interessi e al contempo fornisce l’opportunità di massimizzare l’audience con cui interagire e collaborare in maniera costruttiva, aumentando così l’interazione tra i Quaggers.

Altra novità in arrivo importante è la certificazione interna degli esperti, persone che tramite la loro interazione dimostrano il loro valore su un dato argomento e che raggiungono così lo status di eccellenza su un argomento, conquistando reputazione e contribuendo con la loro esperienza a soddisfare le richieste altrui.

Ultime arrivate, presentate in un Hangout a cui ho partecipato anche io, sono le Quag API, interfacce che permettono ai programmatori di interagire con Quag interfacciandosi alla piattaforma sociale ed ottenendo così un valore aggiunto per le proprie applicazioni, i propri programmi, i propri siti web. Tra le opportunità offerta dalle API di Quag vi è ad esempio la possibilità di avere le informazioni di un utente, le domande da lui proposte, il numero di utenti che hanno attenzione verso un interesse, e naturalmente le Quag (i thread) collegati ad un interesse.

Infine, molto importante da dire, con il lancio delle API di Quag è stato presentato anche il bando di concorso “Quag API – Summer Call“, occasione per mettersi alla prova nello sviluppo di una applicazione e contemporaneamente ottenere un compenso per il proprio tempo impiegato di 1.500 euro (su un montepremi totale di euro 9.000), oltre ad avere visibilità sul sito di Quag.

Poco altro da aggiungere se non che le opportunità sono tante sia per gli utenti finali che per i developer, tutto quello che resta da fare e provare e mettersi alla prova.

 

 

Gmail: in infografica 9 anni di evoluzione

Gmail è oggi il servizio di posta più utilizzato sul web, nel corso degli anni ha lentamente superato avversari affermati come Microsoft Hotmail (oggi ormai Microsoft Outlook) e Yahoo! Mail, ma sicuramente tutto ciò non è stato facile e solo grazie alla sua continua evoluzione l’intento è riuscito.

Dal lancio di Gmail sono passati 9 anni, era infatti l’1 Aprile 2004 quando veniva lanciata la versione beta ad invito, e già il primo traguardo era arrivato, era la prima webmail con client AJAX built-in, anche se probabilmente la cosa più sconvolgente, che cambiò le regole del gioco, fu la disponibilità di 1GB di spazio per le proprie email, almeno 20 volte più grandi di quelle che erano allora le quote per le singole caselle email.

E già al primo compleanno, nel 2005, Gmail fece parlare maggiormente di se, con la decisione di aumentare lo spazio a 2GB. Nel 2006 l’ennesima rivoluzione, entra la Chat in Gmail, non so voi, ma a me ha cambiato tanto il modo di lavorare, e poco dopo il lancio di Google Calendar apre la strada a tante nuove cose.
Il cammino di Gmail procede alla grande e il 2007 è un altro grande anno, l’apertura al pubblico senza più invito e la disponibilità di accedere via IMAP in maniera gratuita segnano ancora una volta una novità ed un vantaggio rispetto ai competitor.
Anche il 2008 è un anno di annunci e successi, su tutti possiamo ricordarne due, la prima applicazione Gmail per Android e la video chat one-to-one, la possibilità così di videochattare con i propri contatti.

Il 2009 si apre con il grande annuncio della possibilità di usare Gmail offline, e dopo pochi mesi arriva invece la decisione di uscire dalla versione beta, quella che ormai era una abitudine a cui nessuno faceva più caso, un’etichetta più che altro, viene tolta e così finalmente dopo 4 anni il team di Google ritiene il suo prodotto stabile.
Con la sola notizia della Priority Inbox, cioè la possibilità di ordinare le email per importanza e non più solo per data, il 2010 si configura come l’anno con meno novità.
Un nuovo look, più morbido e gradevole, con molte più possibilità di personalizzazione ed il rilascio dell’app per iOS segnano invece il 2011.

Infine il 2012, un anno di grosse ed importanti novità. Il primo grande annuncio è che lo spazio disponibile è ora diventato di 10GB, altra cifra mostruosa, che alla fine dell’anno sarà integrato in quello che è Google Drive. Il secondo è quello che dopo il lancio di Google+ arriva l’integrazione tra il social network di Google ed il suo servizio email, così è possibile grazie a Google Hangouts realizzare video chat fino a diesci persone.

Siamo così al 2013, da qualche giorno Google ha presentato la nuova esperienza di scrittura di email, in stile simile ai messaggi di chat, e Gmail festeggia i 9 anni, arriva così l’infografica di Google, che potete vedere sotto, per ricordare questi anni e tutta l’evoluzione del miglior servizio di webmail mai realizzato.

Voi naturalmente usate tutti Gmail vero?

Infografica Evoluzione Gmail