Home Page di Volunia

Volunia, flop al primo colpo. Inviti disponibili

Ancora deve essere disponibile al grande pubblico e già è al suo primo flop. Arriva così Volunia, nuovo motore di ricerca italiano realizzato da un team guidato da Massimo Marchiori, divenuto noto per aver ispirato dell’algoritmo su cui si basò la prima versione di Google.

Che Massimo Marchiori non sia l’ultimo arrivato in fatto di search e di motori di ricerca nessuno lo mette in dubbio, ma tra l’essere un esperto, un genio anche se vogliamo dirla così, e realizzare un prodotto di un certo livello la strada è tanta. Creare qualcosa che funzioni davvero, che possa arrivare al grande pubblico e che sia innovativa non è facile, ma sicuramente i passaggi da seguire sono ben delineati.

La pessima presentazione di Volunia

Iniziamo dalla presentazione di Volunia, che ha visto in prima linea Massimo Marchiori a far conoscere il suo prodotto a tutti. E’ stato a dir poco uno scempio,  anzi già le premesse non erano delle migliori.
Il team di Volunia si preparava a presentare alla stampa il lancio mondiale di un prodotto che dalle premesse, o almeno da quanto promettevano, avrebbe portato con se non poche innovazioniMa si sono preparati all’ora sbagliata, se vuoi fare la presentazione di un qualcosa che ha la pretesa di ottenere un riscontro nel resto del mondo (e diciamolo chiaro che il resto del mondo nove volte su dieci corrisponde agli USA) non puoi farla alle 12.00 ora italiana. Non puoi pretendere di essere visto alle 06.00 del mattino a Washington, New York e Boston, specie il giorno dopo del Super Bowl XLVII, naturalmente non puoi sperare che a Chicago alle 05.00 o ancora peggio a Los Angeles alle 04.00 pensino a te.
Inoltre nel sito ufficiale, nella home page, del live streaming nemmeno l’ombra. Bisognerà fare riferimento al sito dell’Università di Padova.

Soprassediamo alla questione orario e passiamo a quella lingua, pensateci bene, come si può fare un lancio mondiale nella sola lingua italiana? Allora diciamoci la verità, visto l’orario e data la lingua la presentazione era solo per l’Italia? Magari avranno anche ragione le malelingue che pensano che sia un progetto supportato dall’Università di Padova utile solo a fare giri politici e mangia mangia di soldi per un pò di tempo? C’è da dire una cosa, almeno, differentemente da tanti altri progetti italiani, questo sembra pronto a vedere la luce, non è stata prodotta solo carta, ma di ciò ne parleremo più avanti.

Home Page di Volunia

Tornando alla presentazione e alla sua pessima preparazione, è da notare l’inizio in pessimo stile, schermo bianco e proiettore non funzionante, come se non ci si trovasse in una Università dove il tema trattato fosse informatica, bensì in un fruttivendolo, fino ad arrivare alla ricerca della presentazione nella penna USB di Massimo Marchiori. Da twitter inizano ad uscire le prime lamentale e l’epic fail viene già annunciato.
Aggiungeteci alla fine le riprese fatte alla meno peggio e la pessima qualità audio ed il tutto è servito come peggio si può.

Volunia è Facebook (con Farmville) unito al passato?

Guardando la presentazione la prima cosa che salta all’occhio è quel fantomatico colore blu, che anche se non identico la prima cosa che fa tornare alla mente è Facebook, quasi a dire che al giorno d’oggi sia il social network di Mark Zuckemberg il punto di riferimento. Guardando meglio il sito si notano icone e notifiche in pieno stile FB, arrivano così anche i primi commenti del tipo “un motore di ricerca con Farmville“, in effetti il progetto si svela subito per quello che è, non un motore di ricerca vecchio stile, ma una esperienza sociale. Tra MediaPersoneAccount e Messaggi, con la bubble di notifica identica a quella del più diffuso social network al mondo, sembra proprio di muoversi in una vecchia versione di Facebook.

Però un’altra cosa mi viene in mente, guardando il logo, la disposizione delle varie componenti nelle pagine ed il forte desiderio di voler proporre qualcosa, mi torna il brivido dei vecchi motori di ricerca, di quelli che furono Il TrovatoreArianna e Godado. In quel periodo in cui mentre Google iniziava ad affermarsi per la sua semplicità e per i suoi risultati performanti e precisi, altri cercavano di proporsi con interfacce piene di roba inutile e cercando di proporre decine e decine di futilità, oltre naturalmente ai risultati quasi pessimi.

Non parliamo delle Mappe Visuali, in pratica una Sitemap riportata in stile Farmville, inutile e dispersiva.

Sinceramente io fin qui l’innovazione non l’ho vista, continuo comunque a seguire la presentazione.

Volunia ha studiato da Google+ e Google Plus Search Your World?

Una cosa viene subito messo in chiaro, Volunia non sfida Google, anzi prende tutt’altra direzione. L’anticipazione di un motore basato sulla semantica, il presentimento di un PageRank migliorato, e altre cose del genere, si sono rivelate tutte sbagliate, infatti la vera natura di Volunia è quella di essere un Motore di Ricerca Social.

Allora mi viene subito in mente Google Search Plus Your World, il progetto di Google, nato dopo la creazione di Google+, che ha come intento quello di portare nei risultati di ricerca non solo contenuti ma anche persone e relazioni. In effetti tra la declamata barra, che va in direzione opposta alle scelte di Google, riempita da avatar degli utenti, chat, messaggi, notifiche e pulsanti di varia natura, e i risultati di ricerca con la possibilità di interagire con gli utenti, come ad esempio con la chat (mentre in Google+ è possibile avviare i gli Hangout o Video Ritrovi), sembra proprio di avere a che fare con l’ultimo ritrovato di Big G.

Se ci aspettavamo l’innovazione, ancora non è arrivata.

Volunia prende roba anche da So.cl?

Proprio in merito all’interazione con gli altri utenti sui risultati di ricerca mi torna in mente la mia analisi su So.cl, prodotto di Microsfot realizzato nei Fuse Labs, di cui già qualche settimana fa mi chiedevo se fosse la copia di Google+, Facebook e Twitter.
Il punto in cui Volunia si avvicina tantissimo a So.cl è la possibilità di condividere i risultati e di discuterne con gli utenti. Anche la forzatura grafica delle barre non ricorda altro che il social network di Microsoft.

Ancora una volta vedo copia e non innovazione.

2 Milioni di euro per realizzare Volunia?

Sembra che Volunia sia costato 2.000.000 di euro, cioè due milioni di euro per realizzare qualcosa di già visto. Costa così tanto la parola innovazione, mentre la realizzazione della vera innovazione non ha prezzo, ne tempi, ne realtà.
Io mi chiedo come siano stati spesi questi soldi, dato che fino ad ora il marketing è stato pessimo, i costi di ricerca universitari non dovrebbero essere altissimi, i programmatori ormai costano quanto gli operai, la realizzazione di un cloud on demand con soluzioni tipo gli Amazon Web Services è alla portata di tutti. Qualcuno sa dirmi dove sono andati a finire questi soldi?

Volunia tra la privacy e la delusione nei Risultati di Ricerca

Un problema che si sono già posti molti è quello di come gestirà la privacy Volunia, ma secondo me è alquanto secondario il discorso, basta vedere tutte le cose copiate in giro e soprattutto basta pensare che uno usa Volunia da utente registrato dando il proprio consenso a tutti i paletti posti dal motore di ricerca.

Per ultimo ho lasciato come argomento quello relativo ai risultati nelle ricerche, sto provando grazie a Napolux da qualche minuto Volunia, mi limiterò per il momento a dire poche cose, rimandandovi fra qualche giorno ad una mia analisi più professionale. In ogni caso Luca Conti ha fatto degli esperimenti che confermano quanto sospettavo e quanto a prima vista ho notato. Volunia delude notevolmente nei risultati di ricerca, non si hanno i risultati aspettati, non si hanno risultati ottimali.

Alla conclusione di tutto ciò che penso è che sicuramente Volunia può crescere, ma per adesso ha imboccato tutte le possibili strade sbagliate. Vedremo cosa ne uscirà quando sarà aperto al pubblico.

Se volete un invito lasciatemi l’email nel commento.

 

UPDATE 08/02/2012: La procedura utilizzata per gli inviti sembra al momento non funzionare, per cui portate pazienza e appena ripristinata tornerò ad invitarvi.

So.cl, il social network di Microsoft. Inviti disponibili

Di Microsoft So.cl qualcosa l’ho scritta non molto tempo fa su twitter:

Oggi ricevo l’invito ufficiale ed inizio a provarlo, ne scrivo anche sul mio blog professionale “So.cl, social network copia di Google+, Facebook e Twitter?“.

Ho qualche invito a disposizione, richiedetelo pure nei commenti!

So.cl, social network rivoluzionario o copia di Google+, Facebook e Twitter?

So.cl è il nuovo social network di Microsoft, anzi per la precisione un progetto di ricerca sviluppato dai FUSE Labs di Microsoft, che promette di essere rivoluzionario. Ma sarà davvero così o è solo l’ennesimo clone mal riuscito?

Video Party, una delle funzionalità di So.cl

So.cl copia Facebook?

Da quel che si legge nella home page di So.cl, il progetto di ricerca:

So.cl is a research experiment for students focused on combining web browsing, search, and social networking for the purposes of learning.

Cioè stiamo parlando di un esperimento di ricerca per studenti focalizzato sulla combinazione di navigazione web, ricerca e social networking per finalità di apprendimento.

Da quanto detto sopra il primo pensiero che mi viene in mente è il paragone con Facebook, il social network ormai dominatore del settore che quando nacque nel 2004 con il nome di Thefacebook aveva come scopo quello di far ritrovare studenti online, per la precisione Thefacebook era una directory online che connetteva studenti universitari tramite reti sociali. A conti fatti Microsoft Socl non cambia molto, è un esperimento di ricerca per studenti focalizzato tra l’altro sul social networking.

Inoltre se notate, l’iscrizione ed il login al sito vengono effettuati con il proprio account Facebook, insomma sforzo minimo con il massimo risultato.

So.cl copia Google+?

Microsoft So.cl messo in confronto con Google+ fa risaltare ancora più caratteristiche in comune,
Andando avanti nella pagina delle FAQ, si scoprono ulteriori caratteristiche di Socl, la possibilità di creare Rich Post, forse una cosa degna di nota grazie alle caratteristiche prese dal progetto Montage, anche se alla fine oltre al collage che permette di realizzare ha ben poco di innovativo, in realtà sembra un post di Google+.
I Video Party invece non sono altro cheesattamente  gli Hangouts (o Videoritrovi se preferite) di Google+, simili in ogni caratteristica, dalla possibilità di avviare il video party da un video trovato in rete alla realizzazione di una conference call.

Insomma nulla di veramente innovativo.

So.cl copia Twitter?

Di twitter in realtà non copia molto, se non alcuni tratti della nuova grafica, però  da notare che la timeline, i tag in evidenza, follower e following sembrano proprio quelli del microblog per eccellenza.

Alla fine dei conti Socl potrebbe funzionare

Da oggi ho l’invito a So.cl e a dire il vero testandolo penso che potrebbe funzionare, bisognerà vedere come e cosa integreranno e la risposta che avrà sugli utenti.

Io un mio primo pensiero o ho già espresso qualche settimana fa su twitter:

Vedremo in futuro se avrò voglia di parlarne meglio. Voi se volete provarlo basta che mi richiediate un invito.

Bing guadagna terreno? Una mezza bufala

Il primo quadrimestre del 2011 ha segnato secondo molti l’ascesa di Bing nel mercato dei motori di ricerca, tesi rafforzata dall’ultimo comunicato stampa di comScore secondo il quale, dalle analisi poi lette in giro, il motore di ricerca di Microsoft avrebbe superato il 30% di market share negli USA, ma è davvero così.

 

Market Share dei Motori di Ricerca negli USA a Marzo 2011

Bing, Yahoo!, Google, le percentuali.

Se è vero che i dati non mentono, è anche vero che la loro analisi non è sicuramente facile e di immediata lettura. Il 29,6% di fetta del mercato conquistata da Bing deriva in parte (13,9%) dall’utilizzo diretto del motore di ricerca e dai vari siti Microsoft, in parte (15,7%) dall’utilizzo del motore nelle ricerche sui siti di Yahoo!, dato che l’azienda di Sunnyvale ha un accordo con quella di Redmond per la fornitura dei servizi di ricerca, totalizzando la suddetta cifra.

I numeri reali del market share

A conti fatti, nel solo mercato degli Stati Uniti d’America, Google ricopre ancora il 65,7% delle ricerche effettuate dagli utenti, dominando ancora incontrastata il mercato. Così i detrattori iniziano a parlare della crescità di Bing, sulla carta lo 0,3%, non male come valore in un mese, se non fosse che anche la concorrente di Mountain View è cresciuta esattamente della stessa percentuale, infine il colpo più duro arriva dalla perdita di utenti di Yahoo!, lo 0,4%.

Bing è in calo!

Ma allora, a conti fatti, Bing di Microsft non è in crescita, anzi tra Febbraio 2011 e Marzo dello stesso anno ha perso lo 0,1%. Tutt’altra via quindi da quella tanto proclamata in questi giorni e che ha spinto molti SEO a guardare verso Bing anche in previsione e con la paura dell’arrivo di Google Panda.

I dati di Bing sono falsi?

La risposta a tale domanda naturalmente è no, ad aver creato tale confusione è stata un’altra press release, quella di Experian Hitwise, che riporta in crescita le ricerche realizzate su Bing e Yahoo! ed in diminuzione quelle fatte su Google.

 

I dati del market share dei motori di ricerca di Marzo 2011 secondo Hitwise

Dato che trova riscontro anche nella ricerca sulle Total Core Search di comScore. Infatti in entrambi Bing (o meglio le ricerche “powered by Bing”) superano il 30% ed anche il 31%, mentre Google supera di poco il 64%.

 

Market Share Total Core Search dei motori di ricerca a Marzo 2011

Il concetto chiave sta nel come tali dati vengono fuori, innanzitutto la base di analisi di Hitwise è molto più limitata in rapporto a quella di comScore. Inoltre l’analisi effettuata include le ricerche nei siti partner (anche FaceBook per Bing?), le ricerche di tipo incrociato sui canali (le cross-channel search) e le ricerche contestuali, ma escludono le ricerche sulle mappe, sulle directory locali e sui video user-generated.

In fin dei conti Google vince ancora.

Sui numeri reali, non sui campioni, il risultato è quindi quello che dice che Google continua a dominare nel settore di riferimento, considerando poi l’alta integrazione che sta proponendo, tra Google News, Google Maps, Google Local, Google Profiles, e via dicendo, non si può dire diversamente. Bing ha ancora molta strada da fare, escludendo il parere sui risultati di ricerca, in puri termini numerici deve ancora lavorare molto per guadagnare davvero terreno.

In futuro sempre più Bing vs Google

Inutile dirlo, la lotta tra i due grandi colossi dell’informatica e del web si accentuerà ancora di più in futuro, internet è sempre un terreno fertile e nessuno dei due vuole lasciare parte del proprio orto, anzi seminano sempre di più per ottenere frutti migliori e più grandi. Presto da un lato avremo Bing che s avvantaggerà degli accordi con FaceBook, Yahoo! e Nokia, con la paura che possa essere lasciata per strada dai partner sempre più alla ricerca di conquista sociale, dall’altro Google che tende anch’essa ad entrare nel mondo dei social network con Google +1 e Google Buzz.

Quale sarà il risultato? Una risposta ovvia e certa non esiste, il mio consiglio è stare ad osservare tutti per essere sempre pronti.

Lettera aperta all’on. Nichi Vendola

Giuseppe Barbiero, un amico di Cosenza, si è interessato al “problema” Puglia-Microsoft e ha scritto una lettera aperta all’Onorevole Nichi Vendola, che ripubblico con piacere.

Caro Nichi, la ringraziamo per essere venuto nella nostra città ad
esporre le sue idee, a dispetto di una frangia di concittadini che
invece ha esposto cartelli di dissenso. Il dialogo deve essere al
centro del dibattito per la crescita non l’odio ed il finto razzismo,
figlio appunto di chi li ha creati.

Mi trovo pienamente d’accordo sull’origine del berlusconismo, e vedo
effettivamente sempre più generazioni nuove, rincoglionirsi di fronte
reality e starlette di scarsa attinenza culturale, e soprattutto
adulare stili di vita appunto propri di chi glieli vuole propinare.

Con questa mia lettera però io vorrei comunicarle che ieri avrei
voluto sentire un Vendola diverso, un Vendola proporre IDEE.

Vede Nichi, tutti siamo contro il precariato. Io sfido chiunque, anche
nei più alti piani di uffici direzionali di grandi fabbriche di dire
di essere a favore di un meccanismo di lavoro così assurdo.

La lotta al precariato oggi, viene fatta, a parole anche da chi lo ha
creato. Sono tutti contro il precariato a modo loro, lo sono Bossi,
Fini, Casini, lo era e sarà Veltroni, lo sono Franceschini e Bersani,
ma giusto in ordine sparso.

Il problema vero a questo punto è chiedersi da cosa è generato il
precariato? Non mi venga a rispondere dal famigerato articolo 18. Il
precariato è generato dal potere. La mia esperienza mi mostra gente
che lavora gratis purchè per grosse imprese perchè FA CURRICULUM, e
non che si impegna magari in progetti anche pagati ma per piccole
aziende.
Fra l’altro questi momenti di crisi hanno visto cadere troppi assunti
a tempo INDETERMINATO. Ma loro quindi non erano precari anch’essi?

Allora il precariato non è solo figlio di una legge o di una lotta che
non c’è più . Non è neanche figlio di una nuova tipologia di
contrattualistica, questa consente apparantemente meccanismi prima
inesistenti, meccanismi che prima venivano perpetrati in maniera
differente.

Precaria è l’epoca in cui viviamo, oggi le aziende ci sono, domani
potrebbero non esserci. Torniamo alla voglia di fare dei distretti di
tanto tempo fa e vedrà che ne usciremo. La nostra ormai Italietta le
ricordo è fatta perlopiù di piccole e piccolissime imprese alle quali
togliere meccanismi di mobilità di lavoro, significa mettere loro il
cappio al collo e impedirne la crescita.

Io pertanto PRETENDO Di sapere da un leader di Governo, COSA SI VUOLE
FARE per andare contro il precariato. Io VOGLIO sentire dire che ci
saranno AGEVOLAZIONI per le imprese politically correct. Io VOGLIO
sentirmi dire che lo stato aiuterà le imprese che assumeranno
correttamente, versando in tempi di crisi parte dei costi e dei
contributi. Io VOGLIO sentirmi dire che ci saranno sgravi fiscali
ulteriori per le imprese che assumeranno a tempo indeterminato, ed
anche per chi usera contratti a tempo limitato, versando però tutti i
contributi ai lavoratori.

Se da una parte la lotta al precariato è giusta contro le imprese di
grosse dimensioni, io VOGLIO SENTIRMI DIRE che una impresa oltre i 30
dipendenti, dovrà avere massimo il 10% dei lavoratori precari, e che
ci sia QUALCUNO che controlli il loro operato.

Io VOGLIO sentirmi dire che verranno attivati meccanismi di vera
mobilità di lavoro, che lo scempio che si compie attualmente sulla mia
terra, dove gli UFFICI DI COLLOCAMENTO sono di gestione provinciale e
diversamente rispetto alla loro mission attualmente non SVOLGONO UNA
BENCHE’ minima attività sociale, siano veramente centro di
aggregazione di domanda ed offerta.

Le faccio anche un esempio: esiste ad oggi una borsa di formazione
lavoro, adibita soltanto a chi è iscritto alle liste di collocamento.
Ma perchè se in automatico dalle liste vengo cancellato quando vengo
assunto, non vengo NEANCHE REISCRITTO se il mio contratto scade? Chi è
che non ha bisogno di lavorare? PERCHE’ l’iscrizione non è automatica?
PERCHE’ ho bisogno di comparire in delle assurde ed inutili liste
provinciali per poter accedere ai finanziamenti regionali?

Io VOGLIO sentirmi dire che le piccole imprese possono accedere ad
assunzioni anche biennali o triennali, in maniera semplice e senza il
salasso tributario attuale, e che ciò costituisca MOTIVO di crescita
sia per l’impresa che per chi vi lavora. Da qui ripartiremo per una
crescita programmata.

Io caro Vendola, voglio finalmente sentire proposte ed idee.

Google presenta Chrome Os

Nel giorno in cui la News Corp. di Rupert Murdoch chiede la rimozione da Google News, Big G non resta ferma e presenta il suo nuovo sistema operativo anticipando ogni previsione.

Si chiamerà Google Chrome Os (il progetto invece Chromium Os) quello che è stato momentaneamente presentato a Mountain View solo agli sviluppatori. Per fare capire di cosa si tratti Google (oltre alla presentazione) ha realizzato un video.

Dovrebbe trattarsi di un sistema operativo basato su un kernel Linux, affiancato dai suoi classici componenti come D-Bus e WPA Supplicant, e da i classici servizi com NTP e syslog.
Ad uno strato inferiore ci sarà un firmware personalizzato iin cui oltre al software per il System Recovery, troverà posto il gestore del Fast Boot.
Il server grafico dovrebbe come da tradizione essere un Server X-Window, sopra di esso dovrebbero trovare posto due componenti: il Window Manager e Chromium (progetto su cui si basa il browser Google Chrome), che dovrebbe essere il cuore di tutto il sistema su cui poi, oltre alla visualizzazione delle pagine web e alla gestione delle estensioni, si baseranno le applicazioni web.

Architettura Software di Google Chromium OS

Nessuna demo ancora pronta per il download, però è già stato reso disponibile il codice sorgente e le istruzioni per la compilazione del sistema operativo e per l’utilizzo da parte degli sviluppatori.

Gli obiettivi di Google sono molteplici, con il suo sistema operativo promette: velocità, l’obiettivo sarà quello di avere un sistema avviato in pochi secondi; semplicità e alto potere computazionale, il tutto all’insegna del cloud computing con i software disponibili direttamente da internet; sicurezza, in quanto i programmi saranno online su un server protetto e ad alta sicurezza.

In questo modo Google si avvicina tra l’altro sempre di più al mondo mobility, affiancando Chrome Os ad Android e cercando così di colpire il duopolio Microsoft Windows / Mac Os X (con piccole fette per Linux) in un mercato ancora nuovo e aperto che in futuro potrebbe segnare la strada del successo.

Vedremo presto cosa accadra, intanto voi fatemi sapere cosa ne pensate!

Microsoft Windows 7 da oggi nei negozi

Chiamato con i nomi in codice “Blackcomb”, “Vienna”, “Seven” o “Sette”, Microsoft Windows 7 arriva oggi nei negozi.

Anticipando sul tempo Linux, Canonical ed Ubuntu 9.10 Karmic Koala, il nuovo sistema operativo di Microsoft promette diverse novità, un costo minore, una maggiore velocità, più leggerezza.
Anticipa sul tempo se stessa, ad un mese dal lancio di Microsoft Azure, quello che sarà il cloud computing di casa Redmond, spianandogli la strada.
Cerca di contrastare il tentativo di ribalta di Apple Mac OS X e di spingere sempre più indietro la minaccia di un possibile sistema operativo di Google.

Come sarà la versione finale? La solita delusione o qualcosa di inaspettatamente positivo? Riuscirà a far dimenticare gli errori fatti con Windows Vista e far tornare vivi i buoni passi fatti con Windows XP?

Oracle acquista SUN

Un mese fa parlavamo della possibile acquisizione di SUN da parte di IBM, mentre oggi a sorpresa arriva l’annuncio dell’acquisizione di SUN da parte di Oracle.

Non ce l’ha fatta IBM a proseguire nella trattativa per l’acquisto di di Sun Microsystems, così è arrivata Oracle Corporation che ha annunciato oggi un’intesa per la modica cifra di 7,4 miliardi di dollari. Ciò significa che Oracle pagherà 9,50 dollari ogni azione dell’ormai ex competitor, cioè ben il 42% in più del valore di chiusura in Borsa di Sun dello scorso venerdì.
IBM precedentemente aveva trattato le stesse azioni per una cifra poco inferiore, cioè 9,40 centesimi ad azione, ma aveva qualche settimana fa annunciato di aver interrotto le trattative.
L’operazione annunciata oggi viene stimata da Oracle, al netto dell’indebitamento e delle riserve detenute da Sun, per un controvalore da 5,6 miliardi di dollari.

Il presidente di Oracle, Safra Catz, ha commentato subito dopo l’annuncio:”Ci aspettiamo che questa acquisizione faccia crescere i nostri utili di almeno 15 centesimi (naturalmente ad azione) su una base non-Gaap nel primo esercizio intero dopo la chiusura dell’operazione. Stimiamo che il business acquisito contribuirà per oltre 1,5 miliardi di dollari al risultato operativo non-Gaap di Oracle nel primo anno, cifra che aumenterà a oltre 2 miliardi nel secondo”.
Da parte di Sun l’operazione ha già ricevuto il benestare all’unanimità da parte dei membri del board della società acquisita, agendo qujndi diversamente da quanto accaduto lo scorso 7 aprile in cui il CdA aveva rifiutato i 6,5 miliardi di dollari da Ibm.
Naturalmente la borsa americana non è rimasta a guardare, nelle contrattazioni di pre-market, Sun segna già un rialzo del 27,1%, portando il valore di ogni azione a 8,50 dollari, mentre Oracle lascia sul campo il 4,2%, a 18,25 dollari.

La notizia fa scapore davver, anche il New York Times non esista a dedicargli un articolo, in cui alla fine parla anche di MySQL, un anno e mezzo circa dopo il suo acquisto, il prodotto che forse alla fine dei conti di tutta l’operazione potrebbe risentirne di più. Bisognerà ora vedere quale sarà il suo futuro, con l’operazione Oracle ha adesso il più popolare database del Web e quello più popolare in ambito Enterprise. Ma quale sarà ora la politica di Oracle? Manterrà MySQL Open Source e terrà il Database Oracle a sorgenti chiusi? Aprirà anche il proprio database? Chiuderà anche i sorgenti di MySQL? Sicuramente è ancora presto per ottenere delle risposte, ma la comunità potrebe voler dire la sua.

Ma forse non è solo il predominio tra i DBMS il motivo di tale operazione, Sun dispone di molti prodotti, che se la politica di Oracle sarà quella di mantenerli Open Source potrebbero dargli ottimi risultati, tra cui un sistema operativo come Solaris (e quindi Open Solaris), un’Application Server come Glassfish e tanti ma proprio tanti altri prodotti per ogni settore, oltre naturalmente ai server enterprise con il supporto ufficiale anche per Ubuntu. Infine da non dimenticare il supporto della comunità di cui gode oggi Sun.

Per quanto riguarda gli uffici Sun porta in dote StarOffice/OpenOffice.org che negli ultimi anni è cresciuto come numero di utenze a dismisura.
Infine sul lato dello sviluppo, Sun è proprietaria di Java che nnostante sia anche essa aperto resta comunque la punta di diamante della società e ad esso accompagna l’ottimo IDE NetBeans.

Quindi quale sarà il futuro di Sun con Oracle? Continuerà sulla propria strada Open Source e quindi avrà sempre affianco la comunità (e noi) oppure richiuderà piano piano tutti i propri prodotti e vedremo nascerà decine di fork degli attuali prodotti? Ed il nemico di Oracle era Sun ed il suo Open Source oppure questa è la prima mossa per sferrare un attacco diretto nei confronti di Microsoft?

Solo il tempo potrà dare risposte alle nostre domande.

Formati digitali, colleghi, libertà

Invio via email un file ad un collega, siccome conteneva oltre che semplice testo anche immagini, tabelle ed altro decido di mandargli un file realizzato con OpenOffice.org Writer 3.0, estensione .odt. Naturalmente il mio collega, che per semplicità chiameremo J, proviene dal mondo proprietario.
Ci tengo a precisare che J è comunque un buon collega, un ottimo tecnico, uno che ha voglia di apprendere, nonostante non sia più giovanissimo :P, uno che non si fa problemi se arriva n giorno e trova sistemi *Nix, se non sa usarli si impegna per apprenderli. Inoltre è uno che ascolta e accetta i consigli, così come spesso sa dispensarne.

Detto ciò, alla ricezione del suddetto file, J mi chiede “che file è .odt?”, io, nel mio voler morire, spiego che è l’estensione di OpenOffice.org, ma che per cortesia gli avrei mandato il file in formato .doc. Allora J risponde “Si, grazie, mandamelo in formato standard”. Naturalmente mi incazzo. Spiego la solita storia di cosa sia uno standard, ricevo la solita risposta sullo “standard de facto”.  Mi incazzo ancor di più.

Mando il file in PDF, che per quanto non possa piacermi, qualcosa e anche più di standard lo ha. Nell’email scrivo quanto segue:

“Scusami, per me uno standard è una cosa approvata dall’ISO, che permette
senza l’acquisto di software proprietario di usufruirne, che mi permette
di poterlo modificare ed estenderlo ma senza cercare di limitare la
libertà altrui che mi permette di dare a tutti la possibilità di trarne
beneficio. Che mi permette di essere libero di scegliere.
Scusami eh, ma io scelgo di essere libero.”

Sono sicuro che tra qualche mese J apprezzerà ed amerà OpenOffice.org. Non è uno stupido.