10 motivi per non votare il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo

Tra due giorni si vota per il nuovo governo ed io personalmente non so chi votare. Una cosa certa che so è che non voterò per il Movimento 5 Stelle e per il suo non-leader Beppe Grillo.

Tra una cosa e l’altra ho pensato ad almeno dieci motivi per cui non votarlo:

  1. Hanno un leader che comanda senza candidarsi. Beppe Grillo impone le cose. Decide lui le espulsioni dal movimento,
  2. Non hanno un candidato per la carica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Se il M5S dovesse vincere le elezioni chi sarà il Premier?
  3. Diversamente da ciò che Beppe Grillo fa credere, anche il Movimento 5 Stelle riceverà dei finanziamenti. Tra l’altro con il dubbio che vadano in toto alla Casaleggio Associati.
  4. Nonostante quel che vantano prima di essere eletti, chi andrà alla Camera e al Senato avrà comunque uno stipendio da casta.
  5. Il programma del M5S è accademico, ma non è realistico e soprattutto è oscuro in molti punti.
  6. Anche se molti credono ciò Beppe Grilo non è un poveretto, ed i suoi interessi li fa. Anche se oggi fa l’ecologista, il moralista, propone l’abolizione del copyright, ha un patrimonio di milioni di euro, camminava in Ferrari, guadagna anche sfruttando il diritto d’autore.
  7. Cambiare idea è giusto, ma chi lo ricorda quando Grillo distruggeva PC nel suo spettacolo? Beh oggi che il caro Beppe parla a favore di internet e dice che le famiglie fanno la fame, dovrebbe ricordarsi anche che allora con il costo di un Computer una famiglia mangiava per un mese intero.
  8. Perchè sapere cosa c’è veramente dietro Beppe Grillo ed il Movimento 5 Stelle fa paura.
  9. Protestare nel M5S è impossibile, è impossibile farlo sul forum, sul sito, sulle varie pagine facebook. Si viene automaticamente prima insultati e poi censurati.
  10. Il Movimento 5 Stelle non è la sola alternativa. Non stiamo a sentire le storie “mandiamoli tutti a casa” o “scegliamo il male minore”. Scegliamo il meglio. Per tutti noi.

Il ritorno di quelle grandi teste di cazzo, ovvero ecco il bavaglio ai blog

Inizio questo post premettendo una cosa, questo non è un articolo contro il Premier Silvio Berlusconi, non è un articolo contro l’attuale governo visto che già in passato Levi-Prodi avevano cercato di disturbare le normali attività dei blogger, piuttosto questo è un post a favore della libertà.

Il Governo Berlusconi aveva già in precedenza, con il DDL Alfano, cercato di mettere il bavaglio ai blogger e far si che i loro blog subissero una specie di censura, all’epoca fu indetto uno sciopero tra i blogger, scegliendo di non scrivere articoli quel famoso 14 Luglio 2009, per dire tutti insieme NO AL DLL ALFANO.
In questi giorni la politica torna alla carica, anche se in alcuni casi in Italia fu già realtà,  c’è la necessità di salvare il salvabile e fermare le intercettazioni, un tentativo per “sfinimento”, il ritorno del bavaglio.

Il DDL intercettazioni tra le altre cose contiene anche un articolo che impone l’obbligo di rettifica a tutti i produttori non professionali di informazione. Il tutto con una semplice richiesta, fondata o meno la ragione del richiedente, pena multa fino a 12.000 euro e senza alcuna possibilità di replica.

In particolare il testo dell’articolo in oggetto è il seguente:

Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto
ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilita` della notizia cui si riferiscono

Ecco che la norma ammazza-blog prende vita, ecco che La Rete si indegna ed indice una manifestazione per il 29 Settembre 2011 in piazza del Pantheon a Roma contro questa assurdità.

Se il DDL dovesse diventare legge, al di la di tutte le altre motivazioni, lecite o meno, significherebbe che nessuno potrebbe più esprimere il suo parere sul web su alcun argomento non di sua proprietà, non si potrebbe esprimere il giudizio su un film o su un album musicale, nè tantomeno su un prodotto acquistato.

Allora cosa aspettiamo che accada? Che ci tolgano anche la facoltà di pensare?

Bavaglio e Censura sui Blog. In Italia è realtà

Da anni ormai su internet (ma anche lontano da qui) si discute sulla censura dei blog, già (o meglio ormai) tre anni fa si parlava della famosa Levi-Prodi, scampato il pericolo sono arrivate le varie minacce, con il ministro Roberto Maroni pronto ad attaccare la rete in ogni occasione, con il premio Silvio Berlusconi che spinge sul DDL anti-intercettazioni (la nota e recente legge bavaglio)e così via.

Stamane mi alzo e scopro che la Censura ed il Bavaglio su Internet sono già realtà. Il fatto riassunto in breve è che la Polizia ha posto a sequestro preventivo due post del blog Sul Romanzo, un blog di informazione e cultura letteraria gestito da Morgan Palmas.

I post in oggetto riportavano semplicemente un’intervista ad Antonietta Pinna, una ex studentessa dell’Università degli Studi di Sassari, nella quale la stessa sosteneva che la sua ex correlatrice, Miriam Turrini, l’avesse depradata utilizzando il suo lavoro (la sua tesi di laurea) per realizzare un libro senza minimamente citarla.
La riposta della docente non tarda ad arrivare, così le cose vanno avanti per due strade parallele, una accusa di plagio ed una di diffamazione, entrambe scaturite in denunce.

Così, giudizi personali a parte sulla giustizia o meno di atteggiamenti e di attribuzione di paternità e riconoscimento di diritti, accade che la legge fa il suo corso e a Morgan Palmas arriva la notifica di Google sulla rimozione dei due post via email:

Hello,

We’d like to inform you that we’ve received a court order regarding your
blog http://sulromanzo@gmail.com. In accordance with the terms of the
court order, we’ve been forced to remove the following posts:
http://sulromanzo.blogspot.com/2010/02/malauniversità-baroni-e-furbizie.html
http://sulromanzo.blogspot.com/2010/03/maria-antonietta-pinna-turrini-brizzi.html
A copy of the court order we received is attached.
Thank you for your understanding.
Sincerely,

The Blogger Team

Il tutto corredato da un documento della Polizia di Stato per la richiesta di accertamenti.

Al di la del parere legale, che sicuramente troverete spiegato meglio ed in modo dettagliato da Guido Scorza su Punto Informatico, ma vogliamo parlare dela libertà di espressione? L’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana dice:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

E mi pare che fino a prova contraria ancora niente è in certo, quindi perchè mai sequestrare a priori i due post? Ciò, al massimo, non dovrebbe accadare una volta che sia stata sentenziata una verità?

E mentre tutti già hanno dimenticato Carlo Ruta (e c’è anche chi mai ha saputo), nel frattempo piano piano iniziamo a stare zitti.

Ma che grandi teste di cazzo!

Si parla di libertà digitali, democrazia digitale e puttanate varie e poi vogliono far morire i blog e i siti minori?

In pratica la legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.

Deve registrarsi al ROC chiunque faccia “attività editoriale”, non ci dovrebbero essere costi ma tante carte da compilare e quindi molta burocrazia.

Che succederà? Sarà applicabile la legge?

Firmate le petizioni:

Leggete ulteriori approfondimenti:

vi pregherei di segnalarmi qualsiasi notizia a riguardo!

Update: aggiunto il disegno di legge

Update #2: aggiunti un pò di blog che parlano della faccenda, sistemate le petizioni e aggiunta la lettera di Levi a Grillo

Update #3: il problema sembra rientrato: La legge sull’editoria non sarà nemica dei Blog?