Banzai acquista Giornalettismo

Notizia che è passata un pò inosservata,

Banzai Media, la divisione media e advertising del Gruppo Banzai, ha acquistato la quota di maggioranza della società Giornalettismo srl, società che edita il sito di news Giornalettismo, sito rivelazione fra i siti di informazione di nuova generazione.

Così i proprietari di Liquida e Il Post diventano anche i proprietari di Giornalettismo, uno dei siti di News 2.0 più noti in ambito Web italiano. Al di la della monetizzazione pubblicitaria e dei numeri in se (2,5 milioni di visite al mese) sicuramente questa acquisizione potrà dare ancora maggiore energia ad un gruppo che piano piano si sta consolidando nel panorama internet italiano e spinge sempre di più a diventare leader incontrastato.

Il ritorno di quelle grandi teste di cazzo, ovvero ecco il bavaglio ai blog

Inizio questo post premettendo una cosa, questo non è un articolo contro il Premier Silvio Berlusconi, non è un articolo contro l’attuale governo visto che già in passato Levi-Prodi avevano cercato di disturbare le normali attività dei blogger, piuttosto questo è un post a favore della libertà.

Il Governo Berlusconi aveva già in precedenza, con il DDL Alfano, cercato di mettere il bavaglio ai blogger e far si che i loro blog subissero una specie di censura, all’epoca fu indetto uno sciopero tra i blogger, scegliendo di non scrivere articoli quel famoso 14 Luglio 2009, per dire tutti insieme NO AL DLL ALFANO.
In questi giorni la politica torna alla carica, anche se in alcuni casi in Italia fu già realtà,  c’è la necessità di salvare il salvabile e fermare le intercettazioni, un tentativo per “sfinimento”, il ritorno del bavaglio.

Il DDL intercettazioni tra le altre cose contiene anche un articolo che impone l’obbligo di rettifica a tutti i produttori non professionali di informazione. Il tutto con una semplice richiesta, fondata o meno la ragione del richiedente, pena multa fino a 12.000 euro e senza alcuna possibilità di replica.

In particolare il testo dell’articolo in oggetto è il seguente:

Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto
ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilita` della notizia cui si riferiscono

Ecco che la norma ammazza-blog prende vita, ecco che La Rete si indegna ed indice una manifestazione per il 29 Settembre 2011 in piazza del Pantheon a Roma contro questa assurdità.

Se il DDL dovesse diventare legge, al di la di tutte le altre motivazioni, lecite o meno, significherebbe che nessuno potrebbe più esprimere il suo parere sul web su alcun argomento non di sua proprietà, non si potrebbe esprimere il giudizio su un film o su un album musicale, nè tantomeno su un prodotto acquistato.

Allora cosa aspettiamo che accada? Che ci tolgano anche la facoltà di pensare?

L’Italia tra informazione e corruzione sempre più giù

Come volevasi dimostrare, la Manifestazione sulla Libertà di Stampa naturalmente si è confermata una farsa.
Intanto mentre gli Italiani continuano a preferire la TV come fonte primaria di informazione, il TG1 ed il TG5 perdono terreno (secondo il Sondaggio Demos Coop), ma la situazione non è che cambi molto.

Giusto per non perdersi d’animo e primeggiare in qualcosa l’Italia è alla posizione 67 della graduatoria stilata da Transparency International sulla percezione della corruzione nella pubblica amministrazione.
Qui in pratica siamo peggio del Ruanda.

Insomma dove andremo a finire?