Festival di Sanremo 2016

L’inutilità della quarta serata del Festival di Sanremo 2016

Come da storia è confermato, la quarta serata del Festival di Sanremo 2016 è ampiamente inutile. Insomma, dopo aver sentito le canzoni di tutti, aver sentito le cover (ed ancora mi chiedo perchè, quale è il motivo di farli cantare nuovamente tutti? Io non riesco proprio  capirlo, so solo che non ho alcuna ispirazione, quindi sarò breve, anche perchè oggi ho poco tempo visto che apre il Dave’s American Food.

Il Festival di Sanremo 2016 dura troppo

Si, è vero, il Festival di Sanremo 2016 dura troppo, dura troppe puntate inutilmente, e la quarta puntata dura troppo anche da sola, non ho capito in sè la serata quanti giorni è durata, ma ad un certo punto pensavo di essermi confuso ed aver girato su Telethon. Se poi proprio devono fare questa benedetta serata di ripassi, facciamo le cover al contrario, prendiamo artisti veramente bravi e facciamo riarrangiare le canzoni di questo Festival. Oppure, meglio ancora, dedichiamo una serata di Sanremo solo agli ospiti.

Le Nuove proposte ed il loro poco spazio

Quest’anno, come ho già detto ieri, le Nuove Proposte non hanno avuto spazio, Sanremo non è un palco per giovani, soprattutto non è un palco per chi vuole innovare. Ad ogni modo ha vinto Francesco Gabbiani, ma la sua canzone non ho idea di quale sia ancora ora, nè chi sia lui. Però tra i partecipanti a questa sezione della kermesse (che vi ricordo è il termine che devo usare almeno una volta al giorno) mi sono rimaste impresse due cose: il balletto di Chiara Dello Iacovo che ha le mosse integrate nelle canzoni, e oltre al nome naturalmente, Ermal Meta che è arrivato vestito da Carnevale con qualche giorno di ritardo.

I Big che non sono grandi

Dal Festival di Sanremo 2016 ho appreso che non ci sono veri big, ci sarebbero potuti essere, magari gli Stadio, però hanno deciso di abbassarsi tutti allo stesso livello, eccezione fatta forse per Elio e le Storie Tese.

Nel corso della serata abbiamo visto gli Zero Assoluto notando che somiglia più la loro canzone a “Goldrake” che la cover di ieri sera, avevo un turuturututtu nella testa, sono riusciti a togliermelo gli Zero Assoluto stessi.

Mentre guardavamo la trasmissione hanno tolto un attimo il volume e guardando Rocco Hunt cantare sembrava una canzone fatta col linguaggio dei segni. La sua è la mia canzone preferita, ma per inerzia.

Continuando, sarà che non amo i figli d’arte in generale, però qui c’è una questione diversa, che esula dall’arte musicale, è accaduto che dalle retrovie chi guardava il Festival insieme a me dice “che bella stasera Irene Fornaciari”, io a quel punto mi sono alzato a porgergli gli occhiali.

Una cosa stupefacente della serata è stato il travestimento di Elio e le Storie Tese che hanno optato per la maschera di Gabriel Garko. Loro mi piacciono, sono difficili da capire, ma non saranno mai acclamati per la loro bravura. Purtroppo.

Arriva la canzone che dice che la felicità arriva, io se la felicità arriva con la faccia di Neffa la rimando indietro. Magari lui mi manda il messaggio con i Messaggeri della Dopo e diventiamo tutti amici.

L’ingresso dei Bluvertigo mi fa finalmente capire perchè Morgan è senza voce, è il nodo fatto alla cravatta per farla diventare papillon che stringe troppo.

Clementino mi mette simpatia, mi da l’impressione di uno che ci mette il cuore nelle cose che fa, però una cosa voglio dirgliela: Clementino, se sbagli due tempi verbali sei Checco Zalone. Soprattutto non ho capito perchè per fare il ritornello abbia preso il motivo di Targato NA di Principe e Socio M, quello lo avevano già portato a Sanremo.

Sul resto non voglio nemmeno esprimermi, so solo che dopo Padre Pio, porteranno al vaticano la salma di Patty Pravo.

Una divina Elisa e tutti gli altri

La super ospite musicale della serata (ancora una volta targata Sony) è Elisa, che ripropone un medley dei suoi brani più famosi e dimostra di essere una artista vera. Immagino che ad un certo punto Francesco Paolo Salerno abbia avuto paura, visto anche i buchi neri tra le onde gravitazionali che proponeva la cantane, che stesse vestendo un suo abito, voglio rassicurarlo, quello di Elisa era un tatuaggio. Per il resto io mi sono alzato in piedi già prima che iniziasse, ha dimostrato umiltà, bravura e professionalità, ci vogliono più Elisa in Italia.

Per il resto abbiamo avuto Enrico Brignano che avrebbe dovuto fare il momento comico, ma è stato drammatico, probabilmente come ha detto David: se Virginia Raffaele lo avesse imitato avremmo riso di più.

Poi c’è stato uno che mi hanno detto fosse famoso un altro che ha cantato, per me era cappuccetto rosso. E poi ancora un altro gruppo che non ho digerito.
Ah c’è stato anche Rocco Papaleo, che non mi fa più ridere, insieme ad Alessandro Gassmann.

Virginia Raffaele deve condurre da sola

La serata è stata ripagata dal personaggio di Belen, interpretato da Virginia Raffaele, che rende quasi meglio di Belen, ed io stasera spero di vederla vestita da se stessa. Io voglio vedere Virginia Raffaele che interpreta Virginia Raffaele. Regge il palco fin dal primo giorno come se fosse a casa sua, è simpatica, brava, bella, ha tutto. Il prossimo Festival di Sanremo fatelo condurre a lei da sola.

Per il resto Carlo Conti ancora una volta è stato posato e piatto, Madalina Ghenea è uscita vestita nuda, che è un bel vedere sia chiaro, infine non ho capito perchè Gabriel Garko parla con finto accento americano?

In attesa della finale

Questa notte finisce questa tragedia, non ho pronistici, due favoriti che ormai sapete però si. Chi vince alla fine? Giochiamo a fare i pronostici?

Festival di Sanremo 2016

Come ho immaginato la terza serata del Festival di Sanremo 2016

Siamo alla terza serata del Festival di Sanremo 2016, chi ha letto i miei resoconti sulla prima e sulla seconda puntata sa che ieri sera non ho visto la trasmissione TV ma anche che avrei provato a capire quel che è successo nel corso della competizioni, così aiutato dagli amici su Facebook, Twitter, Google+ e dal team di MelodicaMente, ho immaginato la puntata della kermesse musicale (oggi userò ben due volte la parola kermesse) ed ora ve la racconto.

Sul perchè non ho visto la terza puntata del Festival di Sanremo 2016

Chi mi conosce nella vita reale sa che io non amo le cover band ed evito quasi sempre i concerti nei locali della zona dove non sono presenti band che propongano loro canzoni. Quindi se non mi piacciono i gruppi che fanno cover, perchè mai mi sarei dovuto mettere davanti alla TV a guardarli? Ecco, non è vero niente, ho avuto in realtà un impegno personale, sono certo di esservi mancato live.

Le Cover, ovvero come rovinare belle canzoni

Per me Sanremo ieri sera è iniziato alle 21.45, quando ho ricevuto due messaggi su Whatsapp che mi informavano che mi stavo perdendo le cover. Le cover!!?!??!!! Cioè come se mi stessi perdendo l’esibizione di Jenna Jameson nel letto di casa mia e al posto di esserci io a subirla ci fosse mio cugino Michele. Che poi mio cugino Michele non parla con le donne italiane, immaginiamo con le americane. Vabbè ma questa è un’altra storia.

Comunque la prima cosa che scopro è che Patty Pravo, sempre più plastica, è alla ricerca di se stessa non riconoscendosi più, ritrovandosi quindi in un suo brano, così giusto per prendere un poco di soldi di diritti dalla SIAE. Ma a sto punto non poteva fare il duetto come ha fatto la Pausini la prima serata? Ho provato a vedere il video per capire chi fosse sto Fred De Palma che catava con lei, ho solo notato proprio nel pezzo che dice “ora i tuoi capelli stan toccando il vento” che Patty Pravo aveva un pulcino in testa.

Con Goldrake, gli Zero Assoluto mi hanno fatto rimpiangere Alessio Caraturo e volendo, seppur non abbia mai cantato questa canzone, anche Cristina D’Avena. Mi sarei aspettato comunque un qualcosa del tipo “Io sto tranquillo se ci se turuturututtu“. Mi hanno deluso, magari la prossima volta faranno un trio con Giorgio Moroder. Da notare che qui la gente si è sbracciata scrivendomi per farmi notare la cosa, solo che non ho capito se lo hanno fatto per la violenza sul nostro caro Ufo Robot o per il solo fatto che mi piaccianoi manga e gli anime.

Di Francesca Michelin nessuno mi ha detto nulla, però ho voluto ascoltarla di mia iniziativa visto che il brano “Il mio canto libero” è uno dei miei preferiti. Devo dire che la tizia non mi è dispiaciuto, soprattutto non mi è dispiaciuto che Francesca Michelin stasera non dimostrava 14 anni. Non ho ben capito perchè durante l’esibizione aveva un tic che le portava a fare degli scatti a sinistra con la testa. Ditemi la verità non ha una qualche malattia e mi sono appena sparato una figura di merda vero?

Sulla cover di Valerio Scanu, che al solito si commenta da se, c’è stato il putiferio. Mi sono arrivati messaggi ovunque, da chiunque, anche un avviso di garanzia della Guardia di Finanza. Guardando bene Scanu in faccia ho notato che assomiglia ad un mio amico, Roberto, ma anche questa è un’altra storia. Lo scempio è stato rovinare “Io Vivrò (Senza Te)” di Lucio Battisti, suonando il pianoforte, per la prima volta in vita sua. Chiarisco per evitare confusioni di sorta, non è che abbia suonato questa canzone per la prima volta al pianoforte in vita sua, nè che abbia suonato dal vivo il pianoforte per la prima volta mentre cantava, era proprio la prima volta in vita sua che suonava un pianoforte. Tornando comunque al fatto dei messaggio, c’è stato uno stato di agitazione tale che praticamente è diventata una psoriasi nella kermesse, con gente che dal forte prurito ha dovuto scrivermi in ogni dove: social, alcuni anche offline, nella vita reale come dicevo, in ultimo il piccione viaggiatore. Insomma ha vinto lui per me.

Nel frattempo mi hanno anche detto di Dolcenera, chi confermando che si è fatta bona, chi dicendomi che è una nana, chi dicendomi che ha cantato bene. A quanto pare appena finita l’esibizione la aspettavano al comune di Sanremo per la cerimonia nuziale visto che era già in abito da sposa per l’imminente matrimonio, ma alla fine, nonostante ho visto 30 secondi in cui si dimenava sul palco pronta ad avere un attacco epilettico, non ho capito una cosa, quale cover ha fatto Dolcenera?

I Bluvertigo ho voluto vederli io. Li ho solo visti, visto che la voce di Morgan è perennemente assente. Una cosa è chiara, Morgan e i Bluvertigo hanno inventato le canzoni mimate.

Vincono facile Elio e le Storie Tese, il loro brano è praticamente già una cover, ma ieri sera hanno proposto “A Fifth of Beethoven” di Walter Murphy and the Big Apple Band, traducendola in “Quinto Ripensamento”. Con estroverso estro che non provoca mai astio Elio e Le Storie Tese ancora una volta si mettono un gradino sopra tutti.

Del resto scopro che la serata l’hanno vinta gli Stadio, e li sto ascoltando proprio in questo momento per non restare insieme. Inoltre Clementino, Neffa e Rocco Hunt hanno voluto fare i napoletani, chi più chi meno riuscendoci, il resto è solo citazione di Califano: Noia.

Le Nuove Proposte, assenza di questo festival

Non ho ancora compreso bene il fatto del perchè quest’anno i giovani non sono proprio stati tolti di mezzo, stanno passando in radio da mesi i pezzi delle nuove proposte perchè a detta loro avevano bisogno di più spazio, invece lo spazio sul palco gli è stato praticamente tolto. Unica nota pervenuta è che a metà spettacolo hanno detto di aver fatto una gaffe un’ora prima, facendo vincere uno al posto di un altro. Non chiedetemi nomi e canzoni perchè non ne ho la minima idea, nemmeno chi mi ha scritto dell’accaduto lo sa.

Gli ospiti e i Matusalemme

La serata inizia praticamente con un ospite che propone tra le altre cose delle immagini in bianco e nero, non è un caso, è la dedica agli ospiti musicali di cui parlerò dopo, però a proporle è Marc Hollogne con il suo Marciel, la cosa negativa è che nessuno mi parla di lui.

Il clou della serata è stata la presenza dei Pooh con tanto di Riccardo Fogli, i quali vedendo il Festival di Sanremo 2016 hanno avuto la risposta alla domanda “Chi Fermerà la Musica”?, ecco l’hanno fermata i big in gara sul palco dell’Ariston. Con la certezza che tutti i Dear Jack hanno insieme l’età di uno solo dei membri dei Pooh noto tra le varie cose che Riccardo Fogli è un Dracula ancora attivo, che Stefano D’Orazio quando suona la batteria usa la tecnica “sbattere le uova per fare la frittata”, che c’è stato un momento in cui quando Carlo Conti ha detto che “l’Avanguardia sono loro” nello stesso momento c’è stata sul palco dell’Ariston da un lato l’apparizione del trio Demetrio Stratos, Augusto Daolio e Francesco di Giacomo, e dall’altro la la trasfigurazione del trio Frank Zappa, Lou Reed e Richard Strauss.
Hanno anche parlato del tour della band, per festeggiare i 100 anni di ognuno di loro a quanto ho appreso, ed ho anche capito il senso del brano “dammi un solo minuto, un soffio di fiato, un attimo ancora”, con sta scusa del minuto in più ogni volta, questi campano 300 anni almeno. Il tour comunque dura fino al 31 Dicembre 2016, ma secondo molti non ci arrivano tutti alla fine.
Il fatto che comunque abbiano un successo inaudito, che hanno scatenato l’inferno denotano che è ciò che ci meritiamo: il fuoco eterno.

Degli altri mi dicono che Pino e gli anticorpi un poco fanno ridere, ma non si capisce perchè si ride solo dopo mezzanotte. Di Hozier è inutile dire qualsiasi cosa, dopo una serata del genere anche Hulk Hogan avrebbe avuto successo cantando, comunque il super ospite straniero sembra essere stato bravo.

Purtroppo i presentatori

Ci sono anche i presentatori, ma CArlo Conti è più nascosto di Licio Gelli ai tempi della P2, Gabriel Garko va in giro spostando quintali di plastica solida, Madalina Ghenea veste vestiti da favolo su un fisco mozzafiato, e l’unica ancora una volta a farsi notare veramente per la bravura è Virginia Raffaele che imita Donatella Versace e manda tutti in delirio. Speriamo il prossimo anno sia lei a condurre.

Oggi è un altro giorno

Stasera guarderò Sanremo, ma con calma e relax, non voglio consumarmi perchè stanotte inizia l’NBA All Star Weekend. Però c’è Elisa e non voglio perderla, quindi buona visione!

P.S. Volevo dire a Luigi che ho vinto io, e a Vittorio che se non vuole leggermi può seguire il consiglio di Talla quando non regge più, cioè “Ieu vaiu e mi curcu”.

 

Festival di Sanremo 2016

La seconda puntata del Festival di Sanremo 2016 mi è quasi piaciuta

Ho visto anche la seconda puntata del Festival di Sanremo 2016 e devo dire che quasi quasi mi è piaciuta.  Logicamente immagino non vi siete perduti il mio personale riassunto della prima serata di Sanremo 2016, ed al solito vi consiglio se volete leggere qualcosa di serio di leggere il reportage di Melodicamente.
No, non voglio dire che sia stato un bel festival, ne che sul palco Ariston di Sanremo ci siano stati in gara una serie di artisti degni di nota. Voglio solo dire che c’è stato qualcosa che mi è piaciuto e a breve ve lo dico. Il tempo è poco, quindi sarà breve e diretto, e soprattutto sappiate che lo faccio perchè ieri Luigi di Ziguline è stato contento di leggermi e ha avuto modo di essere aggiornato, quindi glielo devo.

Ezio Bosso lascia tutti a bocca aperta

Inizio parlando del migliore artista della serata, dell’ospite che ha incantato tutti, cioè del Maestro Ezio Bosso, un eccezionale pianista, compositore e direttore d’orchestra che fino a ieri sera era sconosciuto alla maggior parte del popolo italiano e che, grazie al nazional popolare Festival della Canzone Italiana finalmente, finalmente è arrivato agli occhi e alle orecchie di tutti. Sia ben chiara una cosa, il titolo di questo post è praticamente solo per lui.
Non è la sua disabilità a commuovermi e a farmi stare attento, è la sua forza, è la sua arte, è il suo coraggio, è la sua simpatia, in 13 minuti circa di presenza emoziona più e più volte spettatori e telespettatori, e lo fa dal primo attimo in cui chiede a Carlo Conti “cosa ci faccio qui?“. Ma è esattamente dopo un minuto che ci da la prima lezione, ci insegna il valore di un ciao, ci dice che lo fa stare bene e che lo dice all’inizio di ogni concerto, lo fa con una spontaneità unica, cidice che è una parola bellissima.
Da notare che Il Maestro Ezio Bosso ha in 13 minuti risposto alle domande: 1) che motivo ho di non vivere? 2) chi è Allevi? In entrambe la risposta è stata Nessuno.
E’ lui il primo ad emozionarsi, è lui ad dirci che la musica siamo noi ed è una fortuna che condividiamo.  E’ ancora lui che ci ricorda che la cosa più importante che esista è ascoltare.  Il continuo è un misto di simpatia, racconti, semplici gesti, battute, parole sulla bellezza, tutte cose che mi tengono attaccato allo schermo, perchè vederle fare da Ezio Bosso diventano speciali. Poi la lacrima credo sia stata naturale per molti.. Ezio Bosso ha avuto un grande pregio, mi ha fatto scrivere seriamente una parte di questo post. La standing ovation è naturale. Suona e lo fa divinamente. Tutti in piedi. Io mi sono alzato in piedi anche riguardando il video. E sono ancora in piedi. E ricordate che la musica come la vita si può fare solo in un modo: insieme.

Se ancora lo chiamate Canone RAI, come ha detto Matteo G.P. Flora, se volete un motivo per pagarlo, ora lo avete. Se non lo avete visto andate a vederlo su Rai.tv, non ve nepentirete.

Il futuro che ci aspetta dai giovani in gara

In tutta la serata passano diversi giovani, io alcuni me li sono persi proprio. Non che io non fossi li a guardare la TV, ma era come se mi rendessero assente. Comunque quel che ricordo ve lo dico.
Subito entrano in scena una il cui nome l’ho scoperto dopo l’esibizione, Chiara Dello Iacovo, vestita in mix tra Pinocchio e Gianburrasca e incomprensibilmente con del domopak su braccia e mani, probabilmente stava impacchettando del cibo e l’hanno chiamata di corsa per cantare. L’altra è Cecile, il cui brano “N.E.G.R.A.” fa capire che il razzismo quando si passa al sesso non esiste. Io volevo tranquillizzare la cantante, non andrei a letto con una persona di colore, è una cosa che sanno tutti i miei amici, ma non per razzismo, è una questione di gusti, in compenso a me non dia fastidio che sia di colore. Comunque io delle due tifo Cecile, e logicamente vince l’altra.

La seconda sfida è tutta sui nomi, tra uno che si chiama Irama, che dice che voleva nascere senza pensieri, insomma come Gomorra, e l’altro che si chiama Ermal Meta. Io al posto di quest’ultimo avrei scelto come nome d’arte Erma Metal, soprattutto avrei cambiato genere musicale. E forse mestiere. Il secondo vince e comunque dimostra molta più esperienza del primo. Tranne nello scegliere il nome.

Se il futuro è tracciato dai giovani, allora abbiamo una traccia alquanto debole. Aspettiamo gli altri in gara però in questi giorni.

Tra i Big qualcuno si salva

I big in gara non emozionano particolarmente, però alcuni fanno notare cose interessanti, non solo dal punto di vista musicale. Nel mentre che scrivo volevo segnalarvi che Francesco Paolo Salerno, uno stilista che dice di essere based in Los Angeles, cosa che io non riesco veramente a capire cosa cazzo significhi, si dissocia dall’accostamento del suo nome a quello di Deborah Iurato, cantante alla quale nella prima serata aveva fornito i vestiti, dicendo che ha scelto il look sbagliato. Praticamente Francesco Paolo Salerno ha detto di fare dei vestiti di merda. Ma torniamo alla kermesse musicale (almeno una volta al giorno voglio usare la parola kermesse).

La prima cantante tra i big in gara ieri nella seconda serata del Festival di Sanremo 2016 è Dolcenera, la quale conferma due cose, innanzitutto che non mi piacciono le sue canzoni, poi che se hai successo da mezza cessa puoi diventare veramente figa. Il brano per essere Sanremo non è male, ma non attacca.

Anche se non capisco il perchè della standing ovation dopo la sua performance, Patty Pravo mi lascia di stucco più che altro per un dubbio, non ho capito se ormai assomiglia più ad un alieno generico, a Neytiri di Avatar o a Voldemort. Ah, sicuramente lei e Gabriel Garko usano lo stesso specchio. Bello il tributo del pubblico per i suoi 50 anni di carriera. 50 anni di canzoni uguali. Se vince lei io prego affinchè il prossimo anno torni in vita Modugno.

Valerio Scanu con degli improbabili capelli ed un ancora più improbabile vestito si commenta da solo. Sinceramente non so che dire, so solo che se fossero stati Elio e le Storie Tese avrei detto che sono dei burloni. Lui no, era li serio.

Arriva Heidi sul palco, ah no, mi accorgo che è Francesca Michelin. Mi aspettavo qualcosa di coinvolgente da lei, invece è piatta. In tutti i sensi.

Sulla presenza di Alessio Bernabei mi sono chiesto solo una cosa: se sei talmente scemo da essere mandato via dai Dear Jack perché ti ostini a cantare ancora canzoni? Insomma, un minimo di autostima ormai non la ha più nessuno.

Gli Elio e le Storie Tese vestiti in colore Pantone dell’anno 2016 (Rosa Quarzo NdL), non deludono, trollano tutti, al solito hanno dei tecnicismi al di sopra della media e un testo che non vincerà mai. Se vincono vuol dire che Rocco Tanica ha manomesso le votazioni.

Io non so se voi ricordate quei tempi, ma Neffa conferma di non piacermi dai tempi dei Messaggeri della Dopa. Per me è inutile, magari a voi piace, ma spiegatemi il perché.

Non ricordo che cosa abbia cantato Annalisa sul palco, ma dai commenti ho sentito che potrebbe vincere. Di solito al Festival di Sanremo vincono cose che non dovrebbero vincere ma che tutti dicono che debbano vincere.

L’ultima esibizione è l’esatta valutazione media del valore dei Big in gara: Zero Assoluto. Senza il turuturututtu ho stentato a riconoscerli, però mi sono chiesto perchè uno sembra il padre dell’altro.

Gli ospiti e l’imbarazzo

La presenza degli ospiti, a parte il sopra citato Ezio Bosso, è praticamente un imbarazzo continuo. La prima cosa che capisco, che su Twitter mi  ha fatto diventare amicone con Claudio Lippi, è che se sei sotto contratto con la Sony sei sicuro un ospite di Sanremo.  La conferma è che dopo Elton John e Laura Pausini, l’ospite cantante della serata è Eros Ramazzotti, ma su questo ci torno tra poco.

Le primi ospiti sono le Salut Salon, in pratica il circo degli archi, quattro donne che con due violini, un violoncello ed un pianoforte fanno spettacolo circense divertendo anche. Ci sono 4 presentatori a Sanremo, ma loro arrivano e fanno tutto da sole. Tra l’altro nelle varie contorsioni e scene di sesso softcore mi sarei aspettato, come ha detto qualcuno, anche una che suonasse il flauto con la vagina. Resterò deluso.

Eros Ramazzotti dopo 30 anni di carriera mi fa ancora domandare se ha problemi di adenoidi, di sinusite o di entrambi. Sia chiaro non sono un esperto del settore, posso anche sbagliarmi, ma se mi sto sbagliando ditemi che malattia ha. Il top della sua esibizione è quando canta “Più Bella Cosa”, che seppur molti dicono sia dedicata alla musica, in realtù p stata sempre proposta come dedica all’ex moglie Michelle Hunziker, la quale compariva anche nel video musicale. Il bello è che Eros mentre la canta si avvicina alla seconda moglie Marica Pellegrinelli, praticamente dedicandogliela, e lei lo bacia pure. Ora io non sono nessuno per giudicare, ma la moglie si. Vabbè il resto della sua performance ci fa tornare bambini, e subito ringraziare di essere cresciuti.

Su Ellie Goulding ho poco da dire, a me lei piace, sia come cantante che come donna. Più come donna che come cantante. Ma secondo me è stata li senza infamia e senza lode. Mi hanno detto che c’è stato Antonino Cannavacciuolo, se c’è stato davvero io ero in bagno. Infine ho visto solo due minuti di Nino Frassica, ma ho riso tanto.

L’ulteriore imbarazzo è stato quello dell’intervista a Nicole Kidman, nel corso del quale mi sono posto diverse domande, tra le tante: perchè se Nicole Kidman è straniera e Carlo Conti è italiano lei è color cadavere e lui nero? Oppure, perchè Nicole Kidman parla italiano meglio di come Carlo Conti parla inglese? Infine, l’intervista non potevano scriverla prima piuttosto che improvvisare?

Virginia Raffaelee nessun altro conduttore

Ebbene si, io amo Virginia Raffaele, lo ho detto e lo ripeto. Imita Carla Fracci e lo fa divinamente, mi fa ridere tutta la serata. Fa diversi sketch, torna più volta e fa sorridere, a volte sembra esagerare ma è sembre lei quella che sul palco sta a suo agio più di tutti.
Di Gabriel Garko avevo già detto ieri tutto, è la stessa plastica non ancora smaltita, se ne parla il giorno della differenziata porta a porta specifica.
Carlo Conti è un signore, non mi piace ma è un signore, non mi emoziona, ma è li tranquillo e comunque fa passare il suo festival nel sottotono giusto.
Una bella donna invece, inutile, è Madalina Ghenea che neanche vestita da Elsa di Frozen mi emoziona.

In conclusione ieri si oggi no

Alla fine dei conti ieri ho visto il Festival di Sanremo e qualcosa lo ho apprezzato, stasera ho impegni, ma magari me lo raccontati voi domani e io vi dico cosa ho capito leggendo voi. Vi tengo d’occhio su Twitter e su Facebook, state attenti. Intanto stasera su Facebook vi lascio respirare senza aggiornarvi ogni 2 minuti.

Festival di Sanremo 2016

Ho visto la prima puntata del Festival di Sanremo 2016. E no.

Il Festival di Sanremo 2016 è iniziato, e qualsiasi commento viene dopo l’inizio non può che essere qualcosa di tragicomico.

Se volete dare una lettura seria all’evento vi invito a leggere il post di MelodicaMente, dove quest’anno purtroppo manca la rubrica di Ciccio Rigoli che ormai ha una sua Eleganza Sgualcita, se invece volete leggere i miei pensieri della prima serata del Festival di Sanremo 2016, li ho raccolti qua facendo mente locale.

L’inizio della tragedia ed i presentatori

Il tributo iniziale a David Bowie è una bella idea, espressa male e distrutta da Carlo Conti nel momento in cui dice “anche io sono un poco Starman“, che io ho pensato che se questo è vero io sono Darth Vader.

Diciamo che un poco come la recita del proprio nipote nell’ultimo giorno di scuola, ed in cui ha una parte di 2 minuti esatti, dopo 5 minuti di trasmissione la speranza è che finisca presto.
Si inizia con piattezza, la stessa con la quale si finisce, qualcuno avrebbe dovuto far mangiare a Carlo Conti un poco di emozione ed allegria.

Mi aspetto che l’arrivo di Madalina Ghenea riscaldi la serata, anche perchè me la ricordavo bona, arriva invece al suo posto l’Uomo Tigre. Lei per non strafare dice che spera che il padre non si addormenti e mantiene la piattezza di Conti, giusto perchè di peggio non poteva fare.

Madalania Ghenea è l’Uomo Tigre al Festival di Sanremo 2016

Tornerà in seguito a dire in diverse lingue delle frasi probabilmente imparate a memoria. Almeno è vestita meglio.

Nel leggere le presentazioni Gabriel Garko sembra mia nonna quando non vede niente, stringe persino gli occhi. Che non sapesse recitare lo sapevo, che avessi anche problemi a leggere speravo di no. Nel frattempo diverti utenti su twitter e facebook fanno notare la sua somiglianza con un personaggio di Indovina Chi?.

Su Virginia Raffaele non riesco a dire niente, imita Sabrina Ferilli, non è la stessa, ma a me lei piace, è ironica, sexy, simpatica ed è realmente l’unica tra i presentatori che regge il palco con una semplicità disarmante.

I Big in gara (ovvero come sperare invano)

Noemi, stimabilissima per i colori arcobaleno al microfono, entra con un buco in petto, solo sulla sua frase finale “Stai senza pensier”, citando Gomorra e/o i The Jackal, capisco che in realtà era un riferimento ad una sparatoria a pallettoni.

I Dear Jack portano uno colorato come Carlo Conti, per non sfigurare. Senza arte ne parte Fanno andare avanti la kermesse (questo è il momento in cu volevo usare il termine kermesse.

Scopro che I Negramaro HA scritto un brano per Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, magari questi vincono il Festival di Sanremo 2016 per una serie di cose, sono un duetto, hanno una canzone scritta da Giuliano Sangiorgi, non ricordo nemmeno una nota nè una parola del brano.

Gli Stadio vengono annunciati come una band dai pezzi rock trascinanti, io ancora mi sto chiedendo quali siano. Per carità, 30 anni mi piacevano un sacco gli Stadio, ma rock? Ma soprattutto trascinanti? Suvvia, alla fine hanno avuto successo sempre grazie a ballate pop. E infatti.

All’ingresso di Arisa ho avuto un solo pensiero:”Arisa come cazzo si è vestita!“, da li in poi ho avuto cinque minuti di frastorno, come quanto ti esplode del C4 a 2 metri di distanza in Call of Duty. Quando mi sono ripreso aveva già finito l’esibizione. Nel frattempo  Mario, Ugo e Nicola mi fanno percepire che loro una bottarella la darebbero anche ad Arisa, io piuttosto me lo taglio e glielo lancio al cane di Call Of Duty Ghosts. Volevo scrivere altro, ma ripensandola ho avuto altri cinque minuti di confusione, per cui smettiamo di pensarci tutti insieme. Oooom.

Arisa come cazzo si è vestita

Quando è il momento di Ruggeri il commento vero arriva da mio cugino Michele, che dice: “Enrico Ruggeri è come te, non si è accorto di essere vecchio“. Quello che lui non capisce è che però Ruggeri è ricco, mentre io sono povero e pazzo. Più povero che pazzo. In tutto ciò devo dire che voglio riascoltare il brano perchè forse c’è qualcosa di buono.

Per i Morgan e i Bluvertigo i problemi sono tanti e non sono di droga. Morgan suona praticamente tre quarti di brano con il basso non amplificato, il restante quarto non lo suona proprio perchè lo lancia addosso ad un tecnico del suono. Il primo pensiero che mi era venuto è che i Bluvertigo avevano deciso di eliminare il basso dato che la voce di Morgan era assente. Il brano è anche interessante, ma vorrei ascoltarlo suonato e cantato per bene.

Rocco Hunt copia da chiunque, cita l’impossibile, ma nonostante tutto mi è piaciuto. Ha svegliato un attimo il Festival di Sanremo 2016, secondo me lo eliminano subito perché è fuori dallo spirito di gruppo del festival.

Ultima a presentare la canzone tra i Big è Irene Fornaciari che risolve il mistero di chi ha rubato il collo a Maurizio Costanzo. Non mi è mai piaciuta, non mi piace, non mi piacerà mai probabilmente.

Gli Ospiti che sembrano Dei al Festival di Sanremo 2016

Con pochi problemi se sei ospite al Festival di Sanremo riesci a diventare un Dio. Sarà per l’ampio spazio che hai, sarà perchè i big in gara hanno presentato brani banali, sarà perchè poi una stsar lo sei davvero, fatto sta che Laura Pausini ha portata una felice tristezza al Festival di Sanremo 2016, che ad un certo punto ho pensato che mancava solo Marco Masini e avremmo fatto 13. Sia chiaro, ha fatto uno spettacolo degno di nota, ha anche dimostrato che se sei un cesso non diventerai mai una regina di bellezza ma che con i soldi ti aggiusti tanto, ha evidenziato il fatto che quando canta è sicura e non sembra scema come quando parla, nè fa sentire il suo accento. E ha parlato, con onore, dei diritti omosessuali. E’ stata giunonica.

Elton John che lo si voglia o meno è davvero nell’olimpo dei cantanti, lui una parte di storia della musica l’ha scritta davvero, può piacere o meno, ma è un dato di fatto. Arriva con una giacca che faceva preuspporre a Don Antonio Polese, il boss delle torte, come ospite speciale, ed invece niente pono pomellato. Lui non fa propaganda omosessuale, non parla di diritti gay, non parla di utero in affitto, contrariamente a quanto dice Salvini e a quanto molti hanno condiviso. Suona, dice cose giuste, ci fa scoprire che gli piacciono i fiori (un poco come nel quiz che si faceva ai tempi della leva militare) e se ne va.

Aldo, Giovanni e Giacomo ci fanno tornare a 25 anni fa, anche perchè loro sono rimasti la. Stesso sketch da 25 anni, ormai ha smesso di far ridere da 20, penso che almeno per na occasione del genere qualcosa di nuovo avrebbero dovuto proporla. Mi piacciono sempre loro, però dategli qualche suggerimento.

C’è stato anche un tale Maitre Grims, io non sapevo chi fosse e non lo so tutt’ora. A quel punto ho aperto NBA Live 16 per provarlo.

Alla fine della fiera ma che è?

Tutto sommato è stata una serata piacevole, grazie a Twitter, grazie a Facebook, grazie alle persone con cui si  interloquito sui social network. Poteva andare peggio, poteva essere il festival della canzone dell’ISIS.

 

I Server virtuali di Nuvola Store in Offerta

Probabilmente in Italia l’innovazione sta tentando di accelerare seriamente, così arrivano i primi servizi efficienti in aiuto alle aziende in crescita, Nuvola Store è uno di questi servizi.
Nuvola store è un cloud market che offre servizi digitali e soluzioni ICT per le PMI, proponendo tra le altre cose storage in cloud, Microsoft Office 365, email PEC, domini internet e Server Virtuali, in particolare due offerte per ciò che riguarda i server virtuali si stanno mettendo in evidenza: Standard Virtual Server  e Self Virtual Server

Standard Virtual Server è l’offerta di server virtuali di Nuvola Store che permette di avere facilmente, senza acquisto e/o manutenzione hardware, un server a disposizione, simile in tutto e per tutto ad un server fisico dedicato, con garantita la sicurezza ed affidabilità dei Data Center Telecom Italia (TIM) e la flessibilità di scelta tra due profili e diversi sistemi operativi in base alle esigenze della propria azienda.
Tecnicamente la soluzione Standard Virtual Server è basata Hardware di tipo Hypervisor su tecnologia Intel X86_64, con la possibilità di scelta tra il sistema operativo Linux e Windows. Le configurazioni disponibili sono la entry con 1 vcore, 1GB di RAM e 20 GB di spazio disco , e la plus con 2 vcore, 2GB di RAM e 50 GB di spazio disco, il tutto a partire da una spesa di 10 euro al mese.

Self Virtual Server invece è l’offerta basata su un ambiente cloud, grazie alla quale Nuvola Store permette di non investire nell’acquisto e nella manutenzione dei server. In questo caso la fornitura avviene scegliendo le risorse e le funzionalità necessarie, e pagando sull’utilizzo effettivo su base oraria.  Tra l’altro è possibile far coesistere nello stesso ambiente fino fino a 8 server virtuali. Anche in questo caso la sicurezza e la flessibilità sono tra i punti di forza.
Anche Self Virtual Server è basato virtualizzazione Hardware di tipo Hypervisor dove Server Virtuali sono realizzati in tecnologia Intel X86_64 ed anche in questo caso con sistema operativo Linux e Windows. Il tutto su una configurazione minima che prevede 1 vcore a 2 GHz, 1 GB di RAM e 50 GB di spazio disco (nel caso specifico il prezzo è di 0.03 € l’ora).

E’ attiva in questi giorni una promozione Nuvola store con grazie al Promo Code: INTELPROMO20 permette di avere uno sconto del 20% su tutti i canoni mensili dei prodotti standard server e virtual server, per sempre!

Il servizio è sicuramente da provare per un periodo perchè sembra promettere più che bene!

Lucia Javorcekova, le minne e l’ignoranza dei social network

Lucia Javorcekova, ha letteralmente fatto impazzire gli utenti italiani dei social network, in particolare di Facebook, dopo aver raccolto la provocazione degli hastag #escileminne ed #escile, mettendo in risalto alcune cose degli utenti italiani di Facebook, ma soprattutto dimostrando che l’ignoranza nei social network regna sovrana.

Per chi non la conoscesse Lucia Javorcekova è una venticinquenne modella di nudo e lingerie slovacca, di Bratislava, misure da pinup, un bel 91-61-89 montate su una donna di 1.72 metri per 52 kg, che da 7 anni lavora in questo campo. Qui arriva il vero problema, 7 anni in cui la cara Lucia Javorcekova, a volte con lo pseudonimo di Luciana, ha pubblicato più e più volte foto delle sue minne, lo ha fatto praticamente in tutti i modi possibili ed immaginabili, addirittura ha fatto di più, pubblicando anche le altre parti intime del suo corpo. In questi 7 anni la cara modella è rimasta sconosciuta ai più in Italia (me compreso), fin quando qualcuno su FB l’ha scoperta pubblicando la sua pagina e sulla stessa onda di quanto capitato nel mese di Luglio con Emily Ratajkowski l’ha invitata a mostrare il proprio seno con l’hashtag #escileminne #escile e #mozzarellona.
Lucia Javorcekova è stata al gioco, rispondendo ai fan, usando gli hastag proposti (addirittura sbagliando fidandosi troppo e pubblicando #segare tra gli altri) ed infine pubblicando nei commenti le foto delle sue tette, fino ad essere bloccata da Facebook.

Intanto l’ondata di successo per Lucia Javorcekova è stata impressionante, praticamente in un giorno la sua Pagina Fan su Facebook ha ottenuto 125.000 Mi Piace, producendo un risultato inaspettato per chiunque, e facendo diventare così virale il nome della modella ormai divenuta famosa almeno tra gli utenti italiani.

Crescita dei Mi Piace sulla Pagina Fan di Lucia Javorcekova

Tutto ciò mi ha fatto riflettere su diverse cose, tra cui il fatto del perchè se esistono decine e decine di sue foto nuda su internet le persone continuano ad usare Facebook per richiederle? E’ una questione goliardica? E’ il potere delle minne in generale? O è quell’ignoranza che ormai dilaga sui social network ed in particolar modo su Facebook dove le persone ripubblicano status e link senza verificarne le fonti, senza effettuare una ricerca per notare che tutto ciò che vogliono è a portata di mano e che possono trovare anche di più di ciò che lo strato più alto della rete mostra.

Insomma ditemi la verità, è ignoranza pura in tutti sensi possibili vero?

Ti stai perdendo (non) me

E’ che tu che stai di la non ti stai perdendo me. Quello sarebbe il minimo, forse sarebbe anche niente.

E’ che ti stai perdendo i tramonti, ti stai perdendo i sorrisi,
ti stai perdendo le risate, ti stai perdendo le birre, ti stai perdendo le parole,
ti stai perdendo gli amici, ti stai perdendo le persone che passano e poi vanno via,
ti stai perdendo.

E soprattutto li stai perdendo senza me. Che potrebbe essere tutto.

E nemmeno lo sai.

Aggiungere i Custom Post Types nella Home Page di WordPress

Sviluppando progetti su WordPress capita sempre più spesso di creare dei custom post type, cui purtroppo o per fortuna, nella fase di registrazione non vengono inseriti nella Main Query del CMS, quindi per visualizzarli nella Home Page o negli Archivi e necessario aggiungere alcune righe di codice PHP.

Fare ciò è comunque abbastanza semplice, basta manipolare la Main Query di WordPress utilizzando l’action hook pre_get_posts e ottenre così il risultato desiderato. Per realizzarla è quindi necessario impostare la query da eseguire inserendo i tipi di post che si vogliono visualizzare automaticamente.

Ad esempio se vogliamo visualizzare nella home page di WordPress, oltre ai classici post anche le pagine ed un custom post type di tipo gallery basterà verificare tramite is_home che la pagina visualizzata sia appunto l’home page e successivamente tramite $query->set impostare i post_type da selezionare.

Ecco un semplice esempio

// Mostriamo gli articoli (post), pagine (page) ed i custom post type gallery (gallery) nella home page

// Intercettiamo l'hook pre_get_posts per chiamare la nostra funzione add_page_and_gallery_to_query
add_action( 'pre_get_posts', 'add_page_and_gallery_to_query' );

// Controlliamo di essere sulla home e modifichiamo la query aggiungendo page e gallery
function add_page_and_gallery_to_query( $query ) {
  if ( is_home() && $query->is_main_query() )
    $query->set( 'post_type', array( 'post', 'page', 'movie' ) );
  return $query;
}

 

Fatto ciò è tutto pronto, buon coding!

10 motivi per non acquistare Desigual

Nell’arco degli ultimi due mesi mi sono imbattuto in diverse vicissitudini che hanno visto protagonista me ed il marchio Desigual, la ormai ben nota azienda di abbigliamento spagnola che tanto piace ai giovani di oggi grazie anche alle produzioni estrose che realizza (io non rientro nei giovani sia chiaro, ma in quelli a cui piacciono le cose strane), che alla fine mi hanno spinto ad elaborare questa lista in cui sono elencati 10 motivi per non acquistare più da Desigual.

  1. La disponibilità dei prodotti sul sito Desigual non è corretta.
    Nonostante sul sito Desigual i prodotti risultino presenti, è probabile che invece gli stessi siano terminati, quindi si arriva a portare a termine l’ordine come se tutto fosse andato a buon fine. Viceversa se si fa il controllo di disponibilità della merce nei negozi è possibile che venga segnalata l’assenza della merce mentre invece l’articolo è presente nei punti vendita.
    A me entrambe le cose sono capitate con un ordine del mese di Dicembre 2014, ho ordinato una borsa che risultava disponibile, solo dopo un mese mi è stato segnalato che invece non era disponibile a magazzino, inoltre verificando, il mese successivo, se fosse presente in alcuni store fisici, la stessa borsa risultava non disponibile, però il giorno stesso l’ho vista esposta nel punto vendita.
  2. Desigual annulla gli ordini on line senza comunicarlo.
    Se fate un ordine online sul sito Desigual è possibile che vi venga annullato (e rimborsato) senza alcuna comunicazione. Infatti a me l’unica comunicazione arrivata, per la suddetta borsa, è stata l’email di PayPal che mi comunicava il rimborso della cifra spesa. Probabilmente se avessi pagato con carta di credito ancora non me ne sarei accorto.
  3. Desigual ha prezzi alti.
    Il prezzi dei prodotti Desigual sono mediamente alti, la qualità del prodotto non giustificata assolutamente i costi.
  4. La qualità dei capi Desigual è bassa.
    La qualità dei vestiti, delle magliette, e dei prodotti Desigual in generale è abbastanza bassa, per alcuni tra le peggiori, motivo per cui i prezzi non sono assolutamente giustificati.
  5. Desigual non è così originale come comunemente si crede.
    Visti i due punti successivi molti si chiederanno perchè allora avrei voluto acquistare, ed ho già acquistato, abbigliamento del marchio Desigual. Perchè, a parte le idee spesso estrose, ho sempre pensato che i capi del marchio spagnolo fossero molto originali, salvo poi scoprire che l’azienda è stata già coinvolta in alcuni casi di violazione del diritto d’autore e di copia sistematica di opere altrui. Un caso emblemativo fu già nel 2008, quando Dolores Promesas denunciò Desigual per la creazione di una maglietta identica ad una propria creazione, mentre successivamente anche Custo Barcelona ebbe un contenzioso con Desigual. Insomma non proprio il massimo dell’etica.
  6. Le Spese di Spedizione si pagano sempre.
    Diversamente da tante altre realtà online, nell’e-commerce Desigual si pagano sempre le spese di spedizione, sia se spendete 10 euro che se ne spendete 1.000.
  7. Spese di Reso.
    Ancora peggio, contrariamente a quella che ormai è la comune pressi, per i resi dei prodotti Desigual applica un costo a vostro carico, facendovi così pagare un servizio a cui diversi altri store online ci hanno abituato.
  8. L’Assistenza On Line funziona male.
    Il marchio spagnolo ha un servizio di assistenza su Facebook, che si chiama Desigual SOS, ma che purtroppo funziona male, non è possibile dare seguito ai ticket rispondendo poichè l’applicazione non funziona proprio.
  9. I prodotti Desigual non vengono controllati prima delle spedizioni.
    Prima degli ordini evidentemente Desigual non controlla che la merce sia in buono stato, infatti in uno degli ordini da me effettuato ho ricevuto un paio di jeans senza un bottone.
  10. Desigual ti prende in giro.
    Ad ogni cosa che è andata male il team di Desigual SOS mi ha sempre risposto qualcosa del tipo “fai un altro acquito ed al prossimo acquisto avrai X omaggio”, dove X una volta erano le spese di spedizione, una volta uno sconto irrisorio, una volta addirittura i bottoni dei pantaloni da attaccare io. Insomma ti prendono per il culo, ti trollano, secondo me si divertono anche. Oltre il danno la beffa.

 

 

 

Un grande passo per questo blog, un piccolo passo per l’umanità

Questo blog è ancora vivo, lo ho decretato qualche giorno fa in un post, ed ecco il primo passo per andare avanti.  Il mio blog secondario, quello serio, in cui scrivevo soprattutto contenuti di SEO, corrispondente al vecchio indirizzo www.giuseppeguerrasio.it, è stato importato in questo blog, ed è stato impostato il redirect dal suddetto defunto blog verso questo blog.

 

il vecchio www.giuseppeguerrasio.it

Il tutto non è stato solo fatto in ottica SEO, nonostante quanto io tenga alla Search Engine Optimization, probabilmente avrei preferito tenere staccate le cose, Giuseppe Guerrasio si presentava come un sito ordinato e curato, The Brain Machine si presenta come un sito caotico, ma proprio nell’idea di diminuire questo caos e quindi non avere troppe cose cui far fronte e disperdere le energie inutilmente ecco qua la soluzione.

Intanto attendo ancora consigli su un bel template WordPress da utilizzare in questo sito, prima o poi arriverà qualche buon consiglio spero, intanto vado avanti.