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Ora ti sfondo i Bunga

Da quando ho sentito il termine Bunga Bunga non mi è venuto in mente altro che il tormento “ora ti sfondo i bonghi” che Elio e le storie tese cantavano in Parco Sempione.
Oggi scopro che il temrine Bunga Bunga ha un duplice significato, uno sessuale ed uno politico/storico.

Ora del caso scoppiato potrei anche fregarmene, però vorrei dire al Premier Silvio Berlusconi che anche io avrei qualche problemino e se magari può aiutare anche me, può dirglielo qualcuno per me?

Chiudo dicendo che quando ho pensato ad Elio e le storie tese non ho mica sbagliato di tanto, per l’occasione hanno creato il Waka Bunga!

L’Italia tra informazione e corruzione sempre più giù

Come volevasi dimostrare, la Manifestazione sulla Libertà di Stampa naturalmente si è confermata una farsa.
Intanto mentre gli Italiani continuano a preferire la TV come fonte primaria di informazione, il TG1 ed il TG5 perdono terreno (secondo il Sondaggio Demos Coop), ma la situazione non è che cambi molto.

Giusto per non perdersi d’animo e primeggiare in qualcosa l’Italia è alla posizione 67 della graduatoria stilata da Transparency International sulla percezione della corruzione nella pubblica amministrazione.
Qui in pratica siamo peggio del Ruanda.

Insomma dove andremo a finire?

Libertà di Stampa: Italia ridicola

Oggi a Roma presso la sala Santa Marta del Ministero dei Beni Culturali si terrà un convegno sulla Libertà di Stampa in cui tra organizzatori e relatori figurano tra gli altri Sandro Bondi, Ignazio La Russa, Daniela Santanché, Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro.

Logo di Reporters Sans Frontieres

Sarà una risposta la fatto che Reporters Sans Frontières pone ltalia al 49esimo posto (al pari del Burkina Faso) nella classifica relativa alla libertà di stampa, ma a me sembra che manchino solo Fidel Castro, Benito Mussolini, Pinocchio, Arlecchino e Pulcinella per fare il quadro completo.

Bavaglio e Censura sui Blog. In Italia è realtà

Da anni ormai su internet (ma anche lontano da qui) si discute sulla censura dei blog, già (o meglio ormai) tre anni fa si parlava della famosa Levi-Prodi, scampato il pericolo sono arrivate le varie minacce, con il ministro Roberto Maroni pronto ad attaccare la rete in ogni occasione, con il premio Silvio Berlusconi che spinge sul DDL anti-intercettazioni (la nota e recente legge bavaglio)e così via.

Stamane mi alzo e scopro che la Censura ed il Bavaglio su Internet sono già realtà. Il fatto riassunto in breve è che la Polizia ha posto a sequestro preventivo due post del blog Sul Romanzo, un blog di informazione e cultura letteraria gestito da Morgan Palmas.

I post in oggetto riportavano semplicemente un’intervista ad Antonietta Pinna, una ex studentessa dell’Università degli Studi di Sassari, nella quale la stessa sosteneva che la sua ex correlatrice, Miriam Turrini, l’avesse depradata utilizzando il suo lavoro (la sua tesi di laurea) per realizzare un libro senza minimamente citarla.
La riposta della docente non tarda ad arrivare, così le cose vanno avanti per due strade parallele, una accusa di plagio ed una di diffamazione, entrambe scaturite in denunce.

Così, giudizi personali a parte sulla giustizia o meno di atteggiamenti e di attribuzione di paternità e riconoscimento di diritti, accade che la legge fa il suo corso e a Morgan Palmas arriva la notifica di Google sulla rimozione dei due post via email:

Hello,

We’d like to inform you that we’ve received a court order regarding your
blog http://sulromanzo@gmail.com. In accordance with the terms of the
court order, we’ve been forced to remove the following posts:
http://sulromanzo.blogspot.com/2010/02/malauniversità-baroni-e-furbizie.html
http://sulromanzo.blogspot.com/2010/03/maria-antonietta-pinna-turrini-brizzi.html
A copy of the court order we received is attached.
Thank you for your understanding.
Sincerely,

The Blogger Team

Il tutto corredato da un documento della Polizia di Stato per la richiesta di accertamenti.

Al di la del parere legale, che sicuramente troverete spiegato meglio ed in modo dettagliato da Guido Scorza su Punto Informatico, ma vogliamo parlare dela libertà di espressione? L’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana dice:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

E mi pare che fino a prova contraria ancora niente è in certo, quindi perchè mai sequestrare a priori i due post? Ciò, al massimo, non dovrebbe accadare una volta che sia stata sentenziata una verità?

E mentre tutti già hanno dimenticato Carlo Ruta (e c’è anche chi mai ha saputo), nel frattempo piano piano iniziamo a stare zitti.

Francesco Cossiga è morto.

Diversamente da come intitolo di solito i necrologi, questo è abbastanza semplice e spartano, a buon motivo.
Nella mia vita sono sempre stato indeciso se considerare Francesco Cossiga, morto oggi all’età di 82 anni, un buono o un cattivo.

Francesco Cossiga

Sicuramente è stato un uomo in gamba per molte cose, diplomato oltremodo in anticipo, laureata a vent’anni, ancora trentenne già in prima linea nella politica italiana. Da record in ogni incarico ricevuto.
Sicuramente fu utile nella riforma dei servizi segreti e nella creazione dei reparti speciali di Polizia di Stato e Carabinieiri (rispettivamente i NOCS e i GIS).

Indubbiamente fu poco chiara la sua posizione nel caso Moro.
Indubbiamente fu scomoda la sua posizione in diverse fughe di notizie.
Indubbiamente è stato zitto su Gladio.

Una cosa è da notare, lui dopo 33 anni di matrimonio e 2 figli ha ricevuto l’annullamento del matrimonio dal Tribunale della Sacra Rota, io non lo avrò nemmeno pregando.

Scegliete voi come ricordarlo, oggi Francesco Cossiga è morto e io ancora devo decidere cosa pensare di lui.

Diciotto anni dalla morte di Paolo Borselino e dalla strage di via d’Amelio

Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.

Olte diciottani fa Paolo Borsellino pronunciava questa frase, lui come Giovanni Falcone, un eroe.

Paolo Borselino con Giovanni Falcone

Il 19 Luglio 1992, a Palermo, in via Mariano D’Amelio, il magistrato antimafia Paolo Borsellino ed i suoi agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, persero la vita.

Che sia stata la mafia, le istutuzioni, lo stato o una miscela di quete poco importa, sarebbe bello che il loro sacrificio non fosse stato vano.

Diciotto anni dalla morte di Giovanni Falcone e dalla strage di Capaci

Per vent’anni l’Italia è stata governata da un regime fascista in cui ogni dialettica democratica era stata abolita. E successivamente un unico partito, la Democrazia cristiana, ha monopolizzato, soprattutto in Sicilia, il potere, sia pure affiancato da alleati occasionali, fin dal giorno della Liberazione. Dal canto suo, l’opposizione, anche nella lotta alla mafia, non si è sempre dimostrata all’altezza del suo compito, confondendo la lotta politica contro la Democrazia cristiana con le vicende giudiziarie nei confronti degli affiliati a Cosa Nostra, o nutrendosi di pregiudizi: <<Contro la mafia non si può far niente fino a quando al potere ci sarà questo governo con questi uomini>>.

Sono passati più di diciotto anni da quando è stata detta questa frase, eppure sembra così attuale.

Sono passati 18 anni dalla Strage di Capaci, da quel 23 Maggio 1992 in cui Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro persero la vita per mano della mafia.

Non dimentichiamoli.

Io sono di GIOIA TAURO

E sinceramente non mi vergogno di tale cosa. Anzi.

Non mi sono interessato della campagna politica a Gioia Tauro. Per non ovvi motivi. Ho evitato principalmente per un motivo: mio zio (Salvatore Nardi) è uno dei candidati come Consigliere Comunale.

Ebbene oggi scrivo due righe per un semplice motivo, nella scorsa notte  è stata incendiata l’automobile del candidato a Sindaco per Cittadinanza Democratica Renato Bellofiore.
Conosco Renato da anni, è stato (lo è ancora in realtà) il mio avvocato. E’ una persona umile, preparata, un grande professionista ed una persona alla mano. E’ uno che per Gioia Tauro le sue battaglie le ha fatte e continua a farle.

Annullati i due comizi di chiusura della campagna elettorale, stasera l’ho visto comunque salire su un palco per un paio di minuti e spiegarne i motivi ai cittadini. Ho visto la gente stargli vicino. Li ho visti camminare con lui.

Che sia ‘Ndrangheta o Politica non lo so. Quello che so è che Gioia Tauro ha bisogno di persone come lui. Che restano a Gioia Tauro e non si vergognano di tale scelta.

Io sono di Gioia Tauro. E sono orgoglioso di ciò.

Il Milione (ovvero da Marco Polo a Silvio Berlusconi)

Se negli ultimi due giorni avete sentito parlare de’ “Il Milione” di persone, sappiate che avete capito male. Per il PdL non c’erano un milione di persone a Piazza San Giovanni di Roma. C’è chi ha le prove.

Forse si riferivano a “Il Milione” di Marco Polo. Il PdL di Silvio Berlusconi spara cifre. Magari anche il Premier fa autobiografie in forma di saggio. Ma lui ha poco a che vedere con l’Imperatore di Gostantinopoli. Anche se imperatore vorrebbe essere.

Ma chissà se anche lui sarebe disposto a passare lo Gran Mare per accrescere le proprie ricchezze. Intanto in Italia lo fa con le leggi.