I Server virtuali di Nuvola Store in Offerta 2

I Server virtuali di Nuvola Store in Offerta

Probabilmente in Italia l’innovazione sta tentando di accelerare seriamente, così arrivano i primi servizi efficienti in aiuto alle aziende in crescita, Nuvola Store è uno di questi servizi.
Nuvola store è un cloud market che offre servizi digitali e soluzioni ICT per le PMI, proponendo tra le altre cose storage in cloud, Microsoft Office 365, email PEC, domini internet e Server Virtuali, in particolare due offerte per ciò che riguarda i server virtuali si stanno mettendo in evidenza: Standard Virtual Server  e Self Virtual Server

Standard Virtual Server è l’offerta di server virtuali di Nuvola Store che permette di avere facilmente, senza acquisto e/o manutenzione hardware, un server a disposizione, simile in tutto e per tutto ad un server fisico dedicato, con garantita la sicurezza ed affidabilità dei Data Center Telecom Italia (TIM) e la flessibilità di scelta tra due profili e diversi sistemi operativi in base alle esigenze della propria azienda.
Tecnicamente la soluzione Standard Virtual Server è basata Hardware di tipo Hypervisor su tecnologia Intel X86_64, con la possibilità di scelta tra il sistema operativo Linux e Windows. Le configurazioni disponibili sono la entry con 1 vcore, 1GB di RAM e 20 GB di spazio disco , e la plus con 2 vcore, 2GB di RAM e 50 GB di spazio disco, il tutto a partire da una spesa di 10 euro al mese.

Self Virtual Server invece è l’offerta basata su un ambiente cloud, grazie alla quale Nuvola Store permette di non investire nell’acquisto e nella manutenzione dei server. In questo caso la fornitura avviene scegliendo le risorse e le funzionalità necessarie, e pagando sull’utilizzo effettivo su base oraria.  Tra l’altro è possibile far coesistere nello stesso ambiente fino fino a 8 server virtuali. Anche in questo caso la sicurezza e la flessibilità sono tra i punti di forza.
Anche Self Virtual Server è basato virtualizzazione Hardware di tipo Hypervisor dove Server Virtuali sono realizzati in tecnologia Intel X86_64 ed anche in questo caso con sistema operativo Linux e Windows. Il tutto su una configurazione minima che prevede 1 vcore a 2 GHz, 1 GB di RAM e 50 GB di spazio disco (nel caso specifico il prezzo è di 0.03 € l’ora).

E’ attiva in questi giorni una promozione Nuvola store con grazie al Promo Code: INTELPROMO20 permette di avere uno sconto del 20% su tutti i canoni mensili dei prodotti standard server e virtual server, per sempre!

Il servizio è sicuramente da provare per un periodo perchè sembra promettere più che bene!

Google presenta Chrome Os

Nel giorno in cui la News Corp. di Rupert Murdoch chiede la rimozione da Google News, Big G non resta ferma e presenta il suo nuovo sistema operativo anticipando ogni previsione.

Si chiamerà Google Chrome Os (il progetto invece Chromium Os) quello che è stato momentaneamente presentato a Mountain View solo agli sviluppatori. Per fare capire di cosa si tratti Google (oltre alla presentazione) ha realizzato un video.

Dovrebbe trattarsi di un sistema operativo basato su un kernel Linux, affiancato dai suoi classici componenti come D-Bus e WPA Supplicant, e da i classici servizi com NTP e syslog.
Ad uno strato inferiore ci sarà un firmware personalizzato iin cui oltre al software per il System Recovery, troverà posto il gestore del Fast Boot.
Il server grafico dovrebbe come da tradizione essere un Server X-Window, sopra di esso dovrebbero trovare posto due componenti: il Window Manager e Chromium (progetto su cui si basa il browser Google Chrome), che dovrebbe essere il cuore di tutto il sistema su cui poi, oltre alla visualizzazione delle pagine web e alla gestione delle estensioni, si baseranno le applicazioni web.

Architettura Software di Google Chromium OS

Nessuna demo ancora pronta per il download, però è già stato reso disponibile il codice sorgente e le istruzioni per la compilazione del sistema operativo e per l’utilizzo da parte degli sviluppatori.

Gli obiettivi di Google sono molteplici, con il suo sistema operativo promette: velocità, l’obiettivo sarà quello di avere un sistema avviato in pochi secondi; semplicità e alto potere computazionale, il tutto all’insegna del cloud computing con i software disponibili direttamente da internet; sicurezza, in quanto i programmi saranno online su un server protetto e ad alta sicurezza.

In questo modo Google si avvicina tra l’altro sempre di più al mondo mobility, affiancando Chrome Os ad Android e cercando così di colpire il duopolio Microsoft Windows / Mac Os X (con piccole fette per Linux) in un mercato ancora nuovo e aperto che in futuro potrebbe segnare la strada del successo.

Vedremo presto cosa accadra, intanto voi fatemi sapere cosa ne pensate!

Microsoft Windows 7 da oggi nei negozi

Chiamato con i nomi in codice “Blackcomb”, “Vienna”, “Seven” o “Sette”, Microsoft Windows 7 arriva oggi nei negozi.

Anticipando sul tempo Linux, Canonical ed Ubuntu 9.10 Karmic Koala, il nuovo sistema operativo di Microsoft promette diverse novità, un costo minore, una maggiore velocità, più leggerezza.
Anticipa sul tempo se stessa, ad un mese dal lancio di Microsoft Azure, quello che sarà il cloud computing di casa Redmond, spianandogli la strada.
Cerca di contrastare il tentativo di ribalta di Apple Mac OS X e di spingere sempre più indietro la minaccia di un possibile sistema operativo di Google.

Come sarà la versione finale? La solita delusione o qualcosa di inaspettatamente positivo? Riuscirà a far dimenticare gli errori fatti con Windows Vista e far tornare vivi i buoni passi fatti con Windows XP?

Cambiare il Tema in Google Chrome

Avete scelto di usare Google Chrome come browser però sentite la necessità di cambiare il tema? La soluzione non è delle più difficili, ecco una rapida procedura per effettuare tale operazione.

Andate sul Sito Free Google Chrome Themes, scegliete il tema che più vi aggrada, quindi scompattatelo nella directory dei temi di Google Chrome, cioè:

per Microsoft Windows XP: C:\Documents and Settings\<nome_utente>\Impostazioni locali\Dati applicazioni\Google\Chrome\Application\0.2.149.27\Themes\

per Microsoft Windows Vista: C:\Users\<nome_utente>\Application DataLocal\Google\Chrome\Application\0.2.149.27\Themes\

In entrambi i casi dovete sostituire <nome_utente> con il nome dell’utente che utilizzate per accedere a Windows.

Buon Divertimento!

20 cose da sapere su Google Chrome

Google Chrome è l’argomento principe nei siti di mezzo mondo, ecco una lista di 20 cose da sapere:

  1. Google Chrome è stato realizzato utilizzando WebKit, lo stesso framework usato per sviluppare Safari di Apple e per Android di Google.
  2. Google Chrome è attualmente in versione beta ed è disponibile solo per Windows.
  3. Google Chrome promette di essere più stabile ogni finestra tab gira in un processo separato, un crash non bloccherà l’intero browser.
  4. Le tab sono la chiave del browser.
  5. Ogni nuova tab aperta contiene le miniature delle nove pagine più visitate e i boxdi ricerca per le ricerche più frequentati.
  6. E’ possibile “posizionare qualsiasi tab e posizionarla sul desktop del Pc.
  7. Nel caso che una tab crashi, questa verrà indicata con l’icona di una faccia triste.
  8. Ogni tab ha i propri controlli e la propria barra degli indirizzi, caratteristica chiamata Omnibox.
  9. Oltre a digitare le URL, nella Omnibox nvengono suggerite anche le pagine visitate in precedenza e le pagine più frequentate che non son state ancora visitate, selezionate in base alle parole chiave utilizzate.
  10. E’ possibile effettuare ricerche nella lista delle pagine già viste.
  11. La funzione di autocompletamento degli indirizzi Internet funziona soltanto su indirizzi scritti a mano in precedenza.
  12. In alcuni siti come Google o Wikipedia, sarà possibile ricercare direttamente dalla barra degli indirizzi, scrivendo cosa si vuole cercare e premendo il tasto di tabulazione.
  13. Google Chrome ha un modo d’uso in “incognito”, modalità che permetterà di non memorizzare le pagine dove si naviga delle pagine viste, inoltre quando la finestra verrà chiusa, verranno cancellati anche tutti i cookies relativi a quella sessione di navigazione.
  14. Google Chrome dovrebbe essere molto veloce, ogni tab corrisponde ad un processo, quindi quando un tab viene chiuso la memoria utilizzata da tale processo viene liberata.
  15. Google Chrome utilizza una nuova virtual machine JavaScript (V8) che, dovrebbe essere più efficiente di quelle usate dai concorrenti.
  16. Il nuovo browser è dotato di un Task Manager, che consente di vedere quali siti stanno utilizzando più memoria del computer inoltre permetterà di killare i processi.
  17. Google Chrome dovrebbe essere più sicuro dato che i processi non dovrebbero scrivere o leggere dal  Pc.
  18. Google Chrome avrà lalista dei siti contenenti phishing o malware aggiornata constantemente.
  19. Il browser è stato testato su milioni di pagine Web, visitando grazie al PageRank le pagine Web più viste.
  20. Google Chrome è totalmente Open Source, quindi tutti possono visionare il codice sorgente e contribuire allo sviluppo.

[via TechRadar]

La FIMI e l’antiinformazione Italiana

In seguito al blocco da parte di molti ISP Italiani del famoso motore di ricerca di file torrent The Pirate Bay, mentre ero alla ricerca di notizie fresche, sono giunto sul sito della Federazione Industria Musicale Italiana, dopo un pò ho notato il footer della pagina e preso dalla curiosità nel leggere “I giovani, la musica e internet – una guida per i genitori sul p2p e la condivisione di musica in rete” ho scaricato il documento pdf (il titolo del file è [download#1]) realizzato per questa “campagna informativa”. Sinceramente è stata una delle letture più tragicomiche dell’ultimo periodo.

Cito e commento le parti più “belle”:

“Persone di tutte le età amano condividere musica e, come nel caso della fotografia digitale, internet ha reso estremamente facile tale condivisione con amici (e sconosciuti), in qualsiasi luogo e momento. Servizi di file sharing come Kazaa, LimeWire e BitTorrent hanno oggi milioni di utilizzatori nel mondo.”

Noto il fatto del puntualizzare “e sconosciuti”, ciò mi fa pensare che si punti sulla possibile fuga di foto dei propri figli, inoltre il problema dovrebbe essere il Peer to Peer, quindi servizi come Flickr, Picasa, Zoomr ma anche MySpace, Facebook (servizi, come si vede sul sito della FIMI,  utilizzati anche da loro) e tanti altri sarebbero innocui e permetterebbero una condivisione più diccile di un sistema P2P e soprattutto solo a persone conosciute?

“L’attenzione al fenomeno file sharing prestata dai media negli ultimi anni ha riguardato soprattutto il problema della violazione del diritto d’autore sulla musica e sui film, ma questo non è l’unico rischio connesso al P2P.”

Io direi che l’attenzione data dalle Major e da chi ha interessi nel settore. Ma ricordiamo  che alcuni gruppi sconosciuti e film senza alcuna possibilità hanno avuto grazie al P2P un discreto successo? E soprattutto i media hanno mai considerato un uso legale del P2P?
Poi ci preannunciano anche che non è l’unico rischio.

“La guida vi aiuterà ad apprezzare la musica digitale, in piena legalità e sicurezza.”

Ringraziate per l’aiuto!

“Ogni sistema P2P funziona in maniera leggermente diversa ma sostanzialmente la procedura è la medesima.
Si visita un sito web, si scarica un software che permette la condivisione di file e lo si installa sul proprio computer. Generalmente il software crea una “cartella condivisa” sul computer dell’utente, l’accesso alla quale è disponibile a chiunque utilizzi nel mondo quel particolare software. Questo sistema permette la condivisione diretta e lo scambio di fotografie, video, musica, programmi e giochi.”

Vorrei intanto far notare che ad esempio nel caso di BitTorrent il sistema è diverso, se vuoi condividere un file devi creare un torrent e distribuirlo. Inoltre negli altri sistemi per condividere le foto, i video la musica, i programmi e i giochi, devono essere inseriti nella cartella condivisa, in genere nessun software P2P decide da solo di prendere le foto altrui e condividerle. E’ anche vero che però tempo fa su DC++ i ragazzi condividevano i documenti dei propri genitori per avere più slot.

“Il rischio maggiore insito nel P2P è quello dei contenuti indesiderati, nello specifico la pornografi a e le immagini violente. Numerosi studi hanno dimostrato che immagini a sfondo pornografico sono ampiamente condivise sui principali sistemi di file sharing e che spesso i nomi dei file vengono volontariamente camuffati per ingannare coloro che li scaricano. I filtri generalmente utilizzati per impedire l’accesso a siti web molto raramente bloccano file pornografici e contenenti immagini violente sui sistemi P2P. Tanto per citare un esempio, file dal nome “Winnie the Pooh” o “Pokemon”, rintracciati su tali sistemi, contenevano in realtà materiale pornografico.”

Numerosi studi hanno confermato che il web è mosso dal porno, le pagine web ancora più del P2P contengono materiale pornografico. Statisticamente circa il 12% di tutti i siti web è porno,il 25% di tutte le richieste ai motori di ricerca è pornografica, il 35% di tutti i download è di natura pornografica, ogni giorno, appaiono in internet 266 nuovi siti porno, le pagine con contenuto pornografico sono stimate in 372 milioni. Quindi eliminiamo il P2P eliminiamo il Web, diamo due calci in culo ai ragazzi e mandiamoli a giocare a calcio nel campetto della chiesa come si faceva ai miei tempi.

Per quanto riguarda invece i nomi dei file camuffati, in genere se usi motori di ricerca classificano i contenuti del torrent, mentre se usi emule o sistemi simili in genere ormai indicano da tempo se sono cosiddetti fake.

“Va inoltre aggiunto che questi software consentono agli utilizzatori di “chattare” con altri utenti, spesso sconosciuti, e che quindi gli stessi rischi connessi all’utilizzo delle classiche chat, sono presenti anche sulle piattaforme di file sharing.”

Se non regge l’accusa della pornografia, conviene puntare sulla chat (tra virgolette da notare) e sulla possibilità di incontrare sconosciuti no? Ma se uno è conosciuto non faccio prima a telefonargli o a passare a trovarlo? Ma almeno sono richi che esistono anche nelle classiche chat e non solo sul P2P per fortuna…

“I software per il file sharing aprono “porte” nei vostri computer, compromettendo la vostra privacy e la vostra sicurezza”

Saranno bene educati forse, scherzi  a parte io vedo più violata la mia privacy da un governo che pretende di avere i miei log di connessione o da un provider che deve mantenerli per cinque anni.

“Il pericolo maggiore sono i cosiddetti spyware, piccoli programmi scaricati con musica e video o inclusi direttamente nei software per il P2P. Questi spyware sono talvolta in grado di carpire informazioni sensibili dal vostro computer, per esempio password e numeri di carta di credito, e comunicarle a terzi (chi ha creato e controlla quegli spyware).”

A parte che la maggior parte dei software P2P sono Open Source, quindi direi che la possibilità di spyware inclusi direttamente nel software è davvero minima, ma poi non vi è possibilità di prendere uno spyware anche sui download (o direttamente) da pagine web ( vedi i vari exploit per MySpace). Sarebbe stata una bella cosa che avessero proposto di usare Linux così non avrebbero rischiato di prendere uno spyware.

“Inavvertitamente è possibile condividere fi le personali. Molti studi hanno mostrato, per esempio, come sui sistemi P2P siano presenti documenti riservati di carattere medico e finanziario”

Inavvertitamente? Cioè contro la propria volontà o intenzione (al massimo distrattamente direi no?). Si può capitare, ma l’attenzione P2P o no dovrebbe esserci comunque giusto?

“I computer connessi alla rete P2P sono vulnerabili all’attacco di virus, ai tentativi di controllo da parte di terzi e allo “spamming” pubblicitario indesiderato. Uno studio ha chiaramente dimostrato come quasi la metà dei file di programma circolanti sulle piattaforme di file sharing contenesse virus o codice pericoloso…”

Citazione ad un articolo di Wired News in cui in pratica diceva anni fa (nel 2004 per la precisione) che Kazaa è fonte di diffusione di virus. Io avrei consigliato anche qui di passare a Linux, perchè diversamente da quanto vogliono fare intendere, il primo problema sorge nel sistema operativo, è grazie a diversi bachi di Windows che alcuni virus hanno proliferato. Inoltre avrei realizzato un guida su come usare bene l’email, poichè tutt’oggi è il primo mezzo di diffusione di virus informatici.

“Se vostro figlio scaricasse uno di questi programmi, il vostro computer potrebbe essere utilizzato, fra le altre cose, come punto di distribuzione di file pornografici. Se il vostro
computer di casa lavora lento o presenta malfunzionamenti, la presenza di programmi di file sharing potrebbe esserne la causa.”

Credo sia più probabile che la causa sia la presenza di Windows. Soprattutto anche se un genitore e non solo un figlioi scarica da web (e non da p2p) un software del genere, può diventare veicolo di diffusione di un qualcosa a lui sconosciuto.

“Migliaia di utilizzatori di sistemi P2P sono stati denunciati dall’industria musicale e cinematografica e molti di loro hanno pagato consistenti multe. Mentre non esiste alcun rischio nel distribuire contenuti propri, la quasi totalità della musica e dei film presenti nelle reti di file sharing è protetta dal diritto d’autore e, di conseguenza, chi la mette a disposizione incorre nella possibilità di gravi conseguenze legali.”

Diciamo che in Italia si vorrebbe mettere le mani anche sui lavori altrui (ricordate il famoso bollino SIAE sui cd demo etc etc?), e soprattutto non è vero niente che la quasi totalità del materiale è protetto da copyright (da notare anche secondo la legge di quale paese?), si trova moltissimo materiale libero, open source, copyleft, free software e/o creative commons.

“In particolare chi condivide grandi quantità di file non autorizzati rischia unadenuncia e rischia di dover pagare i danni ai legittimi titolari dei diritti. I genitori possono essere ritenuti responsabili per ciò che viene commesso utilizzando il computer di casa, anche nel caso non siano loro i diretti responsabili. Le persone che hanno pagato compensazioni per questo tipo di attività illecita, hanno dovuto versare ai titolari dei diritti cifre pari a svariate migliaia di euro”

Cioè funziona come la droga? Piccole quantità = uso personale, grandi = quantità spaccio?  Adesso parte la paura della responsabilità, attento genitore, sei tu a dover pagare (ma perchè se il responsabile fosse stato il figlio chi avrebbe pagato?).

“Il file sharing e le nuove tecnologie in genere sono un’opportunità di dialogo in famiglia. Parlate di etica e legalità.”

Ma non fatelo in chat! 😛 Scherzo. Parlate loro di Hacking! Parlate davvero, il dialogo aiuta a crescere.

“Parlate del diritto d’autore e di chi viene danneggiato dalla condivisione illegale di musica su internet”

Parlate loro del copyleft, parlate delle creative commons, dite loro quando sia stupido in italia essere obbligati a pagare la SIAE, parlate con loro di questa mafia. Consiglia loro di scaricare musica da Jamendo.

“i cantanti? Gli autori? Vengono deprivati dei loro legittimi guadagni e della possibilità di vivere del loro lavoro?”

Diteglii che le major li sfruttano, ditegli che purtroppo a causa loro quest’anno al posto di dieci milioni di euro ne guadagneranno solo otto. Vai a spiegargli perchè un CD che ha un costo di produzione di circa 4 euro viene poi venduto anche a 40 euro. E poi come glielo spieghi che molti gruppi che hanno venduto pochissimi CD poi hanno fatto il pienone nei concerti (in cui il biglietto costa ancor di più, ma almeno li l’artista ci guadagna di più che sul CD).

“Parlate anche di chi sarebbe costretto a pagare le multe se qualcuno
venisse denunciato nella vostra casa”

Giusto per non dimenticarlo ricordiamolo e facciamo un’altra minaccia.

“Cercare musica legale su internet. Ne esiste in grande quantità – più di un milione di canzoni di qualsiasi genere e periodo -sia a pagamento che gratuita. Ad un prezzo inferiore a quello di un biglietto per i mezzi di trasporto pubblici potete scaricare una canzone da un rivenditore legale e conservarla ed ascoltarla per tutta la vita. I siti che vendono musica legalmente sono garantiti, sicuri e offrono musica di grande qualità. Potete trovare link a più di 200 rivenditori legali nel mondo su *pubblicità volontariamente cancellata*”

A parte la genialità della pubblicità, ma ripeto, esistono più di 11.000 album su Jamendo.

E questo è quanto… veramente triste… vi lascio qualche link utile: